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Autoinganno – Ciottoli di Psicopatologia Generale Nr. 35

Spesso e volentieri la realtà è davvero disturbante e viene avanti con i suoi cosiddetti “fatti” a rompere le uova nel paniere, volendo affermare la sua indipendenza dai nostri desideri. A nostra difesa si attiva un processo molto rapido e veloce che ha lo scopo di tenere lontane incertezze o disconferme: l'autoinganno

Di Roberto Lorenzini

Pubblicato il 15 Ago. 2018

Teniamoci stretto Autoinganno, fedele servitore, capace di non alzare lo scontro e mantenere leggere coerenze.

CIOTTOLI DI PSICOPATOLOGIA GENERALE – Autoinganno Nr. 35

 

Spesso e volentieri la realtà è davvero disturbante e viene avanti con i suoi cosiddetti “fatti” a rompere le uova nel paniere, volendo affermare la sua indipendenza dai nostri desideri, come se avesse esistenza autonoma senza che qualcuno la pensi: la sua arroganza è intollerabile.

Per fortuna un robusto buttafuori vigila l’ingresso e lo consente solo a chi è gradito al padrone di casa e sa come dargli sempre ragione, cosa cui il capo tiene molto non tollerando incertezze o peggio disconferme.

L’ autoinganno è un signore deciso ma educato che accompagna i respinti nella cantina dell’oblio da dove eventualmente ritirarli fuori in caso di radicale conversione, talvolta nel grande parco della disattenzione dove possono fare ciò che vogliono senza che nessuno vi badi oppure nel recinto della sterilizzazione dove ognuno viene castrato con una ipotesi ad hoc a sua misura.

Così dentro si respira un clima sereno, in un ambiente raffinato dove tutto torna senza sbavature e contraddizioni.

Unica modesta incombenza per gli invitati, la recita delle lodi del padrone con la cadenza della preghiera delle ore.

Alcune parti del salmo restano le stesse per tutta la vita, altre sono transitorie; e non si creda che si tratti sempre di lodi. C’è chi preferisce essere denigrato, svalutato, l’importante è che il ritornello sia stabile e riconoscibile, quale che sia.

L’ambiente interno è protetto dalla vigilanza sulla soglia che quando sente crescere il tumulto dei fatti che protestano e spintonano per entrare a turbare le stabili armonie interne, come alla prima della Scala a Sant’Ambrogio, chiama prontamente i rinforzi con la campanella dell’angoscia che allerta tutti per la difesa dell’identità personale.

Il primo ad accorrere è il fratello maggiore del signor autoinganno un armadio di due metri che tutti chiamano confidenzialmente “Del” non si sa se per “delete= eliminare” o per “delirio” – ammesso che ci sia differenza. Del è molto meno garbato del fratellino e del resto è chiamato solo in situazioni di minaccia grave. Volano gli insulti e poi gli schiaffoni, i pugni e i calci. Il padrone di casa che non riusciva a dormire per il suono continuo della campanella si affaccia alla finestra per seguire apprensivo l’esito della rissa. Quando le truppe comandate da Del sembrano sul punto di prevalere e consegnare tutto il potere alla dittatura del desiderio del padrone ecco spuntare tutto intorno le milizie infinite del senso comune formate da empiristi fanatici dei fatti. In un attimo gli equilibri in campo si ribaltano.

Il padrone, Del e Autoinganno vengono portati via con una camionetta camuffata da ambulanza in modernissimi centri dove solertissimi medici li riporteranno alla ragione.

In un momento di disattenzione Del e il padrone sono saltati oltre il davanzale. Autoinganno invece si è messo al servizio del primario del reparto e ora vivono insieme con reciproca soddisfazione.

 

RUBRICA CIOTTOLI DI PSICOPATOLOGIA GENERALE

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