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La psicoterapia è un’avventura. Un nuovo approccio alla cura del sé che passa dal contatto con la natura e le attività all’aperto

La Terapia dell'Avventura è una forma di terapia esperienziale che coinvolge vari tipi di attività all’aria aperta. L’obiettivo di tali programmi è quello di aiutare i partecipanti a sviluppare importanti abilità di vita di cui potranno beneficiare nella loro quotidianità.

Di Guest

Pubblicato il 28 Giu. 2018

Nella Terapia dell’Avventura, l’avventura non è intesa solo come divertimento ma è pensata come un fare esperienza che mira ad avere profondi benefici terapeutici e permette di apprendere lezioni di vita preziose, come l’importanza di cooperare con gli altri, lavorare in gruppo e superare i propri limiti.

Alessandra Basso

 

Diversi studi recenti (Oh, B. et al., 2017; Shanahan, D., et al. 2016; Walsh,R., 2011) hanno dimostrato che l’esposizione alla natura e le attività all’aperto possono migliorare la salute mentale, alcuni sintomi e condizioni di persone che stanno attraversando, per diversi motivi, un periodo di difficoltà.

In questi ultimi anni, infatti, la filosofia e la pedagogia dell’outdoor education hanno subito un notevole sviluppo (Harris, 2000; Hattie et al., 1997; Neill, 2008; White, 2012; Zook, 1985). A questo proposito, nello specifico, si sente sempre più spesso parlare di Adventure Therapy (AT) o Terapia dell’Avventura.

Terapia dell’Avventura: di cosa si tratta?

La Terapia dell’Avventura, molto diffusa in paesi come gli Stati Uniti d’America, è una forma di terapia esperienziale che coinvolge vari tipi di attività all’aria aperta (Rusell et al., 2017). L’obiettivo di tali programmi è quello di aiutare i partecipanti a sviluppare importanti abilità di vita di cui potranno beneficiare nella loro quotidianità.

Questo tipo di progetti è particolarmente indicato per coloro i quali soffrono di patologie croniche come il diabete, la depressione, obesità o patologie neoplastiche, ma viene ampiamente utilizzata anche per progetti di prevenzione ed è adatta per tutte le età. 
Basti pensare adolescenti e adulti che provengono da lunghi ricoveri, day hospital, periodi di isolamento ospedaliero: trascorrere tempo all’aria aperta può essere divertente, eccitante e stimolante. È un ottimo modo per imparare e praticare nuovi comportamenti, per migliorare le capacità interpersonali, per affrontare le paure, per provare nuove emozioni positive.

L’avventura, quindi, non è intesa solo come divertimento ma è pensata come una vera forma di terapia che mira ad avere profondi benefici terapeutici e permette di apprendere lezioni di vita preziose, come l’importanza di cooperare con gli altri, lavorare in gruppo e superare i propri limiti.

I primi studi evidenziano i benefici della Terapia dell’Avventura

Alcuni studi dimostrano che la Terapia dell’Avventura può aumentare l’autostima degli studenti delle scuole elementari, medie e superiori (Wright, 1983), altri ancora hanno documentato effetti positivi significativi sull’autostima, sul locus of control e sulla socialità (Steinberg et al., 2001). La letteratura suggerisce che, nel complesso, gli adolescenti con varie diagnosi traggono beneficio dalla partecipazione a programmi di attività nella natura (Autry, 2001; Keats et al., 1999; Russell & Philips-Miller, 2002).

Neill (2003) ha riassunto le prove delle meta-analisi di educazione all’aria aperta, psicoterapia e istruzione, che possono essere utilizzate per aiutare a decidere l’efficacia relativa dei programmi di Terapia dell’Avventura. Uno degli obiettivi di questa terapia è incoraggiare gli adolescenti a migliorare il proprio concetto di sé come parte di una riabilitazione complessiva fisica, cognitiva, emotiva o sociale. La ricerca ad oggi ha quindi dimostrato che l’esposizione alla natura può fornire una vasta gamma di benefici per la salute mentale, relativi all’attenzione e cognizione, memoria, stress e ansia, sonno, stabilità emotiva e benessere auto-percepito o qualità della vita.

Elementi distintivi

Le attività incluse nella Terapia dell’Avventura sono molteplici come il campeggio, escursioni in montagna, arrampicata su roccia o vela: il fattore comune è quello di consentire ai partecipanti di prendere rischi calcolati ed esplorare i problemi personali in un ambiente sicuro sotto la guida di professionisti della salute mentale.

Dopo ogni attività è dedicato del tempo alla sedimentazione: il tempo di una riflessione consente ai partecipanti di acquisire un maggiore senso di consapevolezza di sé. Possono riflettere su ciò che hanno realizzato, le paure che hanno affrontato, le connessioni che hanno stabilito o le difficoltà che hanno incontrato con altri partecipanti e ciò che hanno imparato su se stessi.

Le attività utilizzate nella Terapia dell’Avventura rappresentano, quindi, una metafora delle situazioni e delle sfide che i partecipanti affrontano nel mondo reale. I terapeuti spesso incoraggiano i partecipanti a parlare o pensare alle somiglianze tra una particolare attività e le esperienze che hanno avuto nelle loro vite. Possono anche incoraggiare i partecipanti a pensare ai sentimenti e alle emozioni provate o alle conseguenze (buone o cattive) di una scelta che hanno fatto.

Dunque gli elementi chiave che caratterizzano la Terapia dell’Avventura e che la differenziano dalle altre modalità di trattamento psicoterapeutico sono l’enfasi sull’apprendimento attraverso l’esperienza, la presenza e l’interazione con la natura, la possibilità di sperimentare alcuni rischi (in condizioni di sicurezza) creando eustress (positivo risposta allo stress) e il contesto di gruppo.

La Terapia dell’Avventura in Italia

In Italia, la Terapia dell’Avventura è praticata da oltre dieci anni da Tender to Nave Italia Onlus che promuove la cultura del mare e della navigazione come strumento di riabilitazione, inclusione sociale e terapia.

I progetti, basati su questa metodologia, mirano a promuovere relazioni interpersonali, vissuti emotivi ed autonomia, aspetti caratterizzanti il costrutto dell’autostima. A bordo di Nave Italia tutti i partecipanti, entrando a far parte di un vero equipaggio della Marina Militare, navigano, si tuffano, sperimentano nuovi equilibri, convivono in spazi stretti, imparano i nodi e alzano le vele.

Nel corso degli anni alcuni studi hanno dimostrato che il confronto continuo con gli altri, con i propri limiti e con le proprie certezze, in un contesto avventuroso ed emozionante, migliora la percezione che i partecipanti hanno del proprio corpo. Autostima e sicurezza in se stessi giocano un ruolo importante nella ristrutturazione della personalità in fasi di vita rese difficili da disagio e malattia e la Terapia dell’Avventura a bordo di Nave Italia si è mostrata come una buona risorsa per coloro i quali hanno forte necessità di sperimentarsi come abili e capaci.

I risultati italiani preliminari spingono nella direzione di ampliare la numerosità campionaria e aggiungere il campione di controllo per valutare in modo più controllato l’impatto della Terapia dell’Avventura in aggiunta alle metodologie tradizionali.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Autry, C.E. (2001). Adventure therapy with girls at-risk: Responses to outdoor experiential activities. Therapeutic Recreation Journal, 35(4), 289-306.
  • Beard, C., Wilson, J.J.P. (2006). Experiential learning: a best practice handbook for educators and trainers, London, Kogan Page Limited.
  • Boyd, E.M., Fales, A.W. (1983). Reflective Learning: Key to Learning from Experience, «Journal of Humanistic Psychology», vol. 23, n. 2, pp. 99- 117.
  • Capurso, M., Borsci, S., (2014). Nave Italia: integrazione e sviluppo a bordo di un veliero. Forum. Vol. 13 pp. 43-58.
  • Epstein, I. (2004). Adventure Therapy: A Mental Health Promotion Strategy in Pediatric Oncology.
Journal of Pediatric Oncology Nursing. 21 (2), 103-110.
  • McGill, I., Beaty, L. (2001). Action Learning: a guide for professional, management & educational development, London, Routledge.
  • Neill, J.T. (2003). Reviewing and benchmarking adventure therapy outcomes: Applications of meta-analysis. Journal of Experiential Education, 25(3), 316-321.
  • Oh, B.S., Lee, K.J., Zaslawski, C., Yeung, A., Rosenthal, D., Larkey, L. (2017). Health and well-being benefits of spending time in forests: systematic review. Environ Health Prev Med 22:71 0677-9 3.
  • Russell, K.C. (2017). Process Factors Explaining Psycho-Social Outcomes in Adventure Therapy. Psychotherapy (Chic) 54 (3), 273-280.
  • Shanahan, D.F., Bush, R., Gaston, K.J., Lin, B.B., Dean, J., Barber, E. (2016). Health benefits from nature experiences depend on dose.
  • Walsh, R. (2011). Lifestyle and mental health. Am Psychol 66:579–92
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