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Il trasferimento di memoria da un organismo ad un altro

Secondo uno studio fatto su alcune lumache, il trasferimento di memoria da un organismo a un altro sarebbe possibile attraverso l'RNA, che trasporterebbe l'engramma.

Di Enrica Gaetano

Pubblicato il 28 Mag. 2018

Uno studio di Glanzman e colleghi del dipartimento di biologia e fisiologia della UCLA University, pubblicato recentemente su eNeuro, ha mostrato come sia possibile il trasferimento di memoria: in particolare si può trasferire un engramma da un organismo semplice ad un altro tramite l’iniezione di RNA, incrementando anche le informazioni su dove e come le memorie vengono immagazzinate.

 

Lo studio di Glandzman e colleghi ha mostrato per la prima volta come sia possibile trasferire un engramma cioè il substrato fisico di una traccia di memoria, da un organismo semplice, l’aplysia, ad un’altro, tramite l’iniezione di RNA (Bédécarrats, Pearce, Glanzman, 2018).

L’esperimento in questione prevedeva la somministrazione di un blando shock elettrico ad una aplysia, una lumaca marina, per far sì che si instaurasse nell’animale marino un condizionamento avversivo: l’animale in questo modo “apprende” a rispondere con un comportamento difensivo, un riflesso incondizionato, cioè il ritiro del sifone e delle branchie per circa un minuto, a seguito di un tocco leggero che era stato precedentemente associato allo shock elettrico.

Traferimento di memoria: l’esperimento

A questo punto, i ricercatori hanno estratto l’RNA dalle cellule del sistema nervoso della lumaca condizionata e hanno iniettato il materiale in uno stesso animale non condizionato (Bédécarrats, Pearce, Glanzman, 2018). L’RNA, detto RNA messaggero, ha il compito cruciale di trasportare all’interno delle cellule le informazioni per la costruzione di proteine, secondo le istruzioni contenute nel DNA (Fiumara et al., 2015).

A seguito di questa manipolazione farmacologica, i ricercatori si sono accorti che la somministrazione di RNA ha determinato nell’animale che non aveva ricevuto in prima persona il condizionamento, il trasferimento di una sensibilizzazione dell’engramma a lungo termine, producendo a sua volta un cambiamento nel suo comportamento difensivo: la seconda lumaca infatti ha mostrato gli stessi riflessi incondizionati a seguito di un leggero tocco come la lumaca condizionata (Bédécarrats, Pearce, Glanzman, 2018).

Oltre a questi sorprendenti risultati sul trasferimento di memoria, il gruppo di Glanzman ha messo in luce come i neuroni sensoriali dell’aplysia che aveva riveuto l’RNA dalla lumaca condizionata, fossero maggiormente eccitabili, come a seguito di uno shock, quando esposti all’RNA delle lumache condizionate, rispetto all’esposizione all’RNA di lumache non condizionate.

Trasferimento di memoria: passerebbe attraverso l’RNA

Queste evidenze, a parere di Glanzman, suggeriscono che le memorie potrebbero essere immagazzinate nel nucleo dei neuroni, dove l’RNA viene sintetizzato e può agire sul DNA attivando o meno i geni che costituiscono la sequenza. Inoltre, l’immagazzinamento di memorie potrebbe essere costituito da cambiamenti epigenetici, cioè da cambiamenti nell’attività dei geni e non nella sequenza del DNA.

Questa visione modifica ampiamente la nozione che l’immagazzinamento sia possibile grazie all’incremento dell’eccitabilità delle connessioni sinaptiche tra neuroni e aumenta le evidenze a favore dell’idea che i meccanismi epigenetici abbiano un ruolo chiave nella formazione delle memorie (Poo, Pignatelli et al., 2016).

Tuttavia molte sono state le critiche avanzate a seguito della pubblicazione di questo studio, prima fra tutte il fatto che le evidenze sul trasferimento di memoria fossero state ottenute su animali con un funzionamento neurale molto più semplice rispetto ad animali complessi o agli umani.

Inoltre questo studio non evidenzia né spiega quali siano i meccanismi che consentono all’RNA di trasferire l’engramma o che consentono all’organismo ricevente il recupero immediato di memorie non proprie (Bédécarrats, Pearce, Glanzman, 2018). Afferma David L. Glanzman

Le sinapsi possono andare e venire, ma la memoria resta ancora lì; le informazioni che costituiscono le memorie potrebbero essere contenute nel nucleo

 

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