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Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci (2017) di A. Caputo e R. Milanese – Recensione del libro

Alberto Capauto e Roberta Milanese, nel libro Psicopillole, ci illustrano i numeri dell'uso degli psicofarmaci oggi, in Italia e nel mondo. Analizzano un fenomeno che ha un forte impatto a livello sociale ed economico, oltre che sulla salute delle persone.

Di Maria Tiziana Rita Maricchiolo

Pubblicato il 31 Mag. 2018

Aggiornato il 02 Lug. 2018 08:33

Il volume Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci, è stato scritto da Alberto Caputo e Roberta Milanese, rispettivamente psichiatra e psicologa, psicoterapeuti entrambi. Inserito nella Collana Saggi di Terapia breve diretta da Giorgio Nardone, rappresenta un apprezzabile contributo scientifico-divulgativo sul corretto uso degli psicofarmaci e la loro integrazione all’interno di una terapia psicologica nei disturbi mentali maggiori.

 

Il volume Psicopillole si compone di sei capitoli, il primo dei quali, Diamo pure i numeri analizza il fenomeno, non solo americano, del boom nel consumo dei farmaci per la psiche che caratterizza gli anni Duemila ed il cui trend, secondo i dati dell’Agenzia italiana del farmaco è in crescita per i più svariati disturbi, dai più gravi casi di psicosi fino ai disturbi d’ansia e del sonno. Ad esempio, le modifiche introdotte nel Dsm-5, hanno portato al forte aumento delle diagnosi relativamente al disturbo depressivo: oltre 350 milioni di persone nel 2015 sono state diagnosticate come depresse, di cui 4,5 milioni in Italia (Osservatorio Onda, 2016).

Psicopillole : la maggior fonte di entrate per le aziende farmaceutiche oggi

Questo continuo spostamento del tutto arbitrario della linea di demarcazione tra normalità e patologia, produce un’inevitabile sovradiagnosi e con essa il conseguente trattamento farmacologico di persone che non richiedono alcun trattamento e che finisce per produrre più danni che benefici (Paris, 2015).

I capitoli successivi di Psicopillole descrivono come gli psicofarmaci rappresentino ai giorni nostri la maggior fonte di entrate per le aziende farmaceutiche, e come inconsapevoli alleati di questi meccanismi siano alle volte le stesse associazioni a tutela dei malati che, nella speranza di veder riconosciuta la loro “malattia” ed in vista di eventuali rimborsi per le cure, finiscono con il sostenere la creazione di nuove etichette e dei relativi trattamenti farmacologici.

Considerare i disturbi psicologici come l’esito di una causalità circolare di fattori psicologico-individuali, biologico-organici, socio-ambientali in continua interazione tra loro, dove ciascuno è reciprocamente causa ed effetto dell’altro, permetterebbe di recuperare finalmente lo storico modello biopsicosociale di salute indicato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, e di fornire linee guida fondamentali a chi si occupa di benessere psichico.

Al capitolo quattro, Conoscere le psicopillole, vengono descritte poi le varie categorie di psicofarmaci ovvero: gli ansiolitici, gli ipnotici, gli antidepressivi, gli antipsicotici e gli stabilizzatori dell’umore.

Psicopillole e/o psicoterapia: una scelta da effettuare con cura

Purtroppo, secondo gli autori, nella scelta del tipo di trattamento – farmacologico o psicoterapeutico – si tende a favorire, interventi del primo tipo a discapito del secondo, anche a livello di politiche sociali e sanitarie.

Il quinto capitolo di Psicopillole intende delineare una guida che possa aiutare chi debba prendere decisioni relative alla propria salute, senza cercare necessariamente la via più breve per uscire fuori dalle difficoltà.

Uno degli aspetti presi in considerazione dagli autori è relativo alla scelta del trattamento rapportato alla valutazione costi/benefici dello stesso, il tutto considerato in termini esistenziali, temporali ed economici.

Obiettivo del sesto ed ultimo capitolo è quello di veicolare il messaggio che

le aspettative del paziente giocano un ruolo importante nel determinare l’efficacia di qualunque tipo di trattamento medico (effetto placebo), ma in pochi altri trattamenti farmacologici sono così potenti come nel caso degli psicofarmaci.

Farmaco e parola rivestono dunque un ruolo altrettanto importante, e vanno valutati con accortezza in base alle situazioni, affinchè ogni intervento terapeutico consti di una scelta etica e strategica in egual misura.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Caputo, A., MIlanese, R. (2017) Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci, Ponte alle grazie, Firenze.
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