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Parental monitoring: un importante fattore di protezione contro i comportamenti a rischio in adolescenza

Il parental monitoring è un fattore di protezione in adolescenza rispetto a comportamenti dannosi come l’abuso di sostanze, la fame emotiva e altri comportamenti devianti. Esso include l’insieme di tutte le pratiche educative nonché la predisposizione dei genitori alla creazione di un dialogo aperto con i propri figli.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 21 Mag. 2018

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:11

Il termine parental monitoring si riferisce a quell’insieme di comportamenti messi in atto dai genitori e finalizzati a controllare e conoscere le attività svolte dai propri figli. 

 

L’ adolescenza rappresenta una delle fasi più delicate nel ciclo di vita di un individuo. All’interno di questa fase, sono diversi i compiti evolutivi a cui l’adolescente deve far fronte, tra cui: adattarsi ai cambiamenti corporei, raggiungere una maggiore indipendenza dai genitori, integrarsi all’interno del gruppo dei pari, instaurare le prime relazioni sentimentali, etc.

Il fatto che l’adolescente sia in grado di affrontare tali compiti evolutivi è fortemente influenzato dalla presenza, nella sua vita, di fattori di rischio e di protezione. I primi si riferiscono a quell’insieme di fattori personali, familiari, sociali, ambientali che influenzano negativamente lo sviluppo dell’individuo; i secondi, invece, raccolgono tutte quelle variabili che favoriscono una crescita sana della persona e che riducono la possibilità del giovane di incorrere in percorsi disfunzionali.

Parental Monitoring: come influenza il comportamento degli adolescenti

In particolare, il parental monitoring (o “monitoraggio genitoriale”) si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diversi comportamenti dannosi, come la fame emotiva, l’abuso di sostanze e alcol e altri comportamenti devianti.

Il termine parental monitoring si riferisce a quell’insieme di comportamenti messi in atto dai genitori e finalizzati a controllare e conoscere le attività svolte dai propri figli. Tali strategie si possono distinguere in dirette e indirette:

  • Strategie dirette: comprendono tutti quei comportamenti indirizzati direttamente ai figli, come regole, domande, suggerimenti, punizioni
  • Strategie indirette: includono comportamenti come la ricerca di informazioni relative alle attività e alle amicizie del figlio, oppure le domande poste agli amici del figlio

Il parental monitoring, in altre parole, include l’insieme di tutte le pratiche educative nonché la predisposizione dei genitori alla creazione di un dialogo aperto con i propri figli.

Un recente studio

A tale proposito, uno studio longitudinale condotto da Christopher Holmes e colleghi ha voluto indagare la relazione esistente tra la qualità delle relazioni tra adolescenti e genitori rispetto alla messa in atto di comportamenti a rischio in età adulta.

I risultati hanno evidenziato che una migliore qualità dell’interazione tra genitori e adolescenti rappresentava un fattore di protezione fondamentale rispetto alla messa in atto di comportamenti a rischio. In particolare, gli autori, utilizzando l’fMRI, hanno osservato che una migliore comunicazione genitore-figlio nella prima adolescenza era associata a una maggiore connettività della rete di salienza anteriore (ASN) in età adulta.

Tale risultato è di estrema importanza in quanto sottolinea l’idea che buone abilità di parental monitoring influenzano lo sviluppo cerebrale a lungo termine. In particolare, una maggiore connettività ASN è stata associata a un consumo di alcol e a una fame emotiva inferiore. Inoltre, i risultati dello studio sembrano dimostrare che un elevato grado di parental monitoring è indice di quanto i genitori si interessano e si impegnano al fine di garantire una crescita sana ai propri figli.

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