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Soldi e matrimonio fanno la felicità? Come lo status economico e civile influenza il benessere psicologico

Uno studio americano ha esaminato le interrelazioni tra matrimonio, reddito e depressione, mettendo in luce come il beneficio del matrimonio sulla depressione è fruibile dalle persone con reddito medio-basso.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 04 Mag. 2018

Soldi, felicità e..matrimonio: è questa la combinazione perfetta? Il benessere psicologico delle persone varia in base allo status economico e civile? Il matrimonio fa bene alla salute?

 

Uno studio condotto in America ha verificato come le coppie sposate che guadagnano meno di 60.000 dollari all’anno a coppia (all’incirca 50.000 euro – tale cifra è da intendersi all’interno del contesto in cui lo studio è avvenuto, ovvero quello americano, in cui, il costo della vita è più alto rispetto a quello del contesto italiano) hanno meno sintomi depressivi rispetto a coloro che non sono sposati e che guadagnano la stessa cifra da soli. Un ulteriore dato emerso dallo studio mostra come le coppie che guadagnano cifre superiori a 60.000 dollari non mostrano lo stesso stato di benessere mentale delle coppie con reddito inferiore a questo.

Soldi, felicità e.. risorse coniugali

Il presupposto teorico dell’analisi condotta dai ricercatori, dott. Carlson e dott. Lennox Kail della Georgia State University, è il modello delle risorse coniugali. Secondo tale modello il matrimonio fornisce risorse sociali, psicologiche ed economiche capaci di promuovere il benessere dei coniugi. La salute conseguente al matrimonio può esser dovuta ad un aumento delle risorse economiche grazie alla messa in comune della ricchezza e di conseguenza questo può condurre ad un maggiore benessere dovuto ad un miglioramento della nutrizione, dell’opportunità di cure mediche e all’accesso ad altre risorse utili a migliorare la salute (Ross, Mirowsly e Goldsteen, 1990).

Il presente studio è recentemente stato condotto presso la Georgia State University, basandosi sui dati del Changing Lives Survey degli americani, un’indagine nazionale longitudinale composta da interviste con 3.617 adulti negli Stati Uniti di età compresa tra 24 e 89 anni. La Changing Lives Survey indaga differenti elementi, tra cui aspetti sociologici, psicologici, mentali e fisici.

Il ricercatore principale dello studio, il dott. Ben Lennox Kail, ha analizzato i dati emersi dalla survey creando dei gruppi in base allo stato civile:

[blockquote style=”1″]Abbiamo esaminato le interrelazioni tra matrimonio, reddito e depressione, e ciò che abbiamo scoperto è che il beneficio del matrimonio sulla depressione è fruibile dalle persone con livelli di reddito medio o basso[/blockquote].

Dallo studio emerge, dunque, che le persone sposate e con reddito medio-basso sperimentano meno sintomi di depressione (riferendosi gli sperimentatori a livelli di depressione subclinica, i quali seppur non clinicamente rilevanti, impattano sulla salute e sulla felicità del soggetto).

Il dato più rilevante emerso è che non è il matrimonio di per sé ad essere associato alla riduzione di sintomi depressivi, ma l’esito di benessere è concausato sia dallo status civile sia da quello economico.

I ricercatori hanno ipotizzato che tali risultati dipendano dal fatto che coloro il cui reddito personale o di coppia è alto hanno già abbastanza risorse sulle quali investire per la propria felicità. Per quanto riguarda, invece, coloro il cui reddito è medio-basso, il matrimonio di per sé rappresenta un senso di sicurezza finanziaria, dettato dalla probabile messa in comune delle risorse coniugali.

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