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Dialogando si cambia: il dialogo socratico come strumento terapeutico

Secondo la terapia cognitivo comportamentale, la sofferenza del paziente deriva da delle convinzioni e dei pensieri disfunzionali che è possibile modificare attraverso tecniche come il dialogo socratico

Di Valentina Nocito

Pubblicato il 31 Mag. 2018

Aggiornato il 30 Lug. 2018 11:45

Il dialogo socratico è una tecnica utilizzata all’interno della terapia cognitivo comportamentale, che consente di mettere in discussione le false credenze del paziente, i propri errori di pensiero, attraverso un approccio dialogico tra paziente e terapeuta.

 

Il dialogo socratico è una tecnica utilizzata all’interno della terapia cognitivo comportamentale, che consente di mettere in discussione le false credenze del paziente, i propri errori di pensiero, attraverso un approccio dialogico tra paziente e terapeuta, caratterizzato da domande e risposte che tendono a disconfermare quanto sostenuto fino a quel momento dal paziente stesso. Nata dalla maieutica socratica, viene descritta per la prima volta da Platone nei “Dialoghi”.

Dalla maieutica alla terapia cognitivo comportamentale

Il termine maieutica, che letteralmente significa “arte della levatrice”, designa l’aspetto pedagogico a cui faceva ricorso Socrate, il quale non volendo imporre il suo sapere o persuadere il suo allievo o discepolo, si ispirava all’operato di una levatrice che aiuta il bambino a nascere, e dunque il suo fine ultimo era quello di far nascere la verità all’interno dei suoi discepoli, non limitandosi ad un semplice trasferimento di saperi, aspetti questi ancora oggi non soltanto pedagogici ma anche terapeutici. Il dialogo socratico infatti, si ritrova anche che tra le tecniche utilizzate all’interno della terapia cognitivo comportamentale, la quale, influenzata da capisaldi come A. Beck e A. Ellis, sostiene che il disagio è determinato da errori di pensiero, distorsioni cognitive, false credenze o belif e pertanto tale strumento diviene un valido ausilio alla loro individuazione, messo in discussione e disconferma.

Il dialogo socratico come strumento terapeutico

Il dialogo socratico, comincia ad essere utilizzato in terapia sotto l’influenza dell’ondata cognitivista di A. Beck. Riprendendo l’utilizzo originario di Socrate, tale tecnica viene strutturata da un’alternanza di domande poste dal terapeuta, attraverso le quali si aiuta il paziente ad esplorare e analizzare similitudini, differenze, tra gli argomenti trattati in seduta, considerando punti di vista alternativi e consentendo di acquisire nuove informazioni.

Il dialogo socratico non avrebbe la finalità di provare l’irrazionalità delle convinzioni del paziente, ma ha lo scopo di consentire al paziente di identificare, testare e rivalutare le proprie assunzioni e credenze che forse hanno generato e mantengono il suo disagio psichico.

Svolto con una modalità collaborativa tra paziente e terapeuta, viene descritto da diversi autori che hanno contribuito a strutturarne il metodo.

Overholser (1993) descrive il dialogo socratico come un processo a tre stadi:

  1. Identificazione: identificare importanti definizioni universali, le generalizzazioni cognitive che il paziente usa per interpretare e predire ciò che accade nella sua vita;
  2. Valutazione: testare le condizioni ottenute cercando delle prove di inconsistenza logica;
  3. Ridefinizione: integrazione e assimilazione di queste nuove informazioni nella struttura cognitiva del paziente, favorendo lo sviluppo di un nuovo sistema di cognizioni più adattive.

Padensky (1995) lo descrive come un processo a quattro stadi:

  1. Psicoeducazione: elicitazione, identificazione di cognizioni e assunzioni ed individuazione di emozioni e comportamenti ad essi associati;
  2. Ascolto empatico: da parte del terapeuta, con utilizzo del linguaggio del paziente, ed evidenziazione di informazioni potenzialmente importanti ma sottovalutata da questi;
  3. Sintesi delle condizioni e assunzioni del paziente: L’uso della sintesi e delle riflessioni importante per mantenere la relazione collaborativa;
  4. Riflessione sulle nuove informazioni: usando queste rivalutazioni delle condizioni esistenti.

Se il termine psicoterapia significa letteralmente, cura dell’anima (Psiche), attraverso l’uso della parola (colloquio), il dialogo socratico ne designa e descrive la modalità, soprattutto all’interno della terapia cognitivo comportamentale. Un dialogo collaborativo ed attivo, guidato, empatico e razionale, volto a disconfermare gli errori di pensiero, le distorsioni cognitive o le false credenze del paziente, responsabile del suo disagio psichico, attraverso l’apprendimento di una modalità di pensiero più flessibile e razionale, adattiva e funzionale al suo benessere.

 

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Valentina Nocito
Valentina Nocito

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Galeazzi, A., Meazzini, P.(2009). Mente e comportamento. Trattato di psicoterapia cognitivo comportamentale. Firenze: Giunti.
  • Giannantoni, G. (1978). Che cosa ha veramente detto Socrate. Roma: Astrolabio
  • Nocito, V. (2017). Ripulitamente. Guida pratica per fare “pulizia” dei più comuni errori di pensiero. Indipendently published
  • Overholser, J., C. (1991). The Socratic method as a technique in psychotherapy supervision. Professional Psychology: Research and Practice, Vol 22(1), Febbraio 1991, 68-74.
  • Padesky, C., A. (1993). Socratic Questioning: changing minds or guiding discovery? A keynote address delivered at the European Congress of Behavioural and Cognitive Therapies, London. Ricavato il 24 Settembre 1993, da https://padesky.com/newpad/wp-content/uploads/2012/11/socquest.pdf
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