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Binge drinking in gravidanza: figli a rischio di problemi di umore e abuso di alcool

Uno studio realizzato nell'Università di Palermo ha evidenziato come le donne che in gravidanza mostrano comportamenti di binge drinking o fanno un uso disregolato di alcool, predispongono i figli a problemi dell'umore o all'abuso di alcool in adolescenza

Di Lucia Marangia

Pubblicato il 08 Mag. 2018

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:16

Uno studio ha analizzato le conseguenze dell’uso disregolato di alcool per madre e figli. In particolare, il binge drinking durante la gravidanza e l’allattamento può rendere la prole più vulnerabile ai disturbi dell’umore e all’abuso di alcool da adolescenti.

 

Il binge drinking, dunque, da parte di madri incinte e in allattamento può compromettere la salute mentale della loro prole: a riportarlo è uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry. In questo studio eseguito sui ratti, i ricercatori italiani hanno scoperto che mentre il bere abituale è associato a comportamenti di tipo ansioso nelle madri e nella loro prole, il bere in maniera abbuffatoria o “binge” ha un effetto depressivo. Inoltre, le progenie delle madri che bevevano alcolici sono meno sensibili agli stimoli naturali, mostrano un comportamento più “disperato” e sono più vulnerabili all’abuso di alcool durante l’adolescenza. Questo è il primo studio a dimostrare che i cambiamenti innescati dall’uso dall’alcol eccessivo nelle madri possono essere trasmessi alle loro progenie.

Alcool in gravidanza: le conseguenze per le madri

Si presume comunemente che l’alcool venga facilmente sospeso durante la gravidanza, come raccomandato dai medici.

Ma questo non è sempre il caso dei bevitori abituali – afferma la dott.ssa Carla Cannizzaro, l’autrice principale dello studio – Le donne incinte potrebbero anche pensare che bere in modo intermittente sia meno dannoso del bere quotidiano.

Per esaminare le conseguenze dell’uso di alcool materno, in modo continuo o binge, Cannizzaro e collaboratori dell’Università degli Studi di Palermo hanno effettuato delle ricerche ricorrendo a campioni animali (ratti). Durante lo studio, ai ratti femmina in stato di gravidanza e in allattamento è stata somministrata acqua che conteneva alcol, così da riprodurre realisticamente le abitudini delle donne bingeer drinking. Al termine dello studio le madri ratti e la loro prole sono state sottoposte a una serie di test per valutare il loro livello di umore e comportamento.

Il binge drinking portava a profonde alterazioni dell’umore delle madri ratti, che mostravano comportamenti depressivi. Il bere continuo o abituale era invece correlato ad un aumento dei comportamenti ansiosi.

Alcool in gravidanza: le conseguenze per i figli

Sorprendentemente la progenie delle madri che bevevano alcolici era più vulnerabile all’abuso di alcool durante l’adolescenza. Questo potrebbe essere il risultato di un’esposizione all’alcol precoce, coerentemente a cambiamenti genetici trasmessi dalla madre, spiega Cannizzaro.

L’abuso di alcol o di altre droghe, in quantità croniche o eccessive, possono imprimere codifica genetica e promuovere modificazioni ereditabili.

La progenie delle madri che bevono alcolici ha anche mostrato basse risposte agli stimoli naturali, che di solito sono gratificanti, come lo zucchero, il cibo e il sesso; in assenza di alcol, invece, hanno mostrato un comportamento “disperato” in risposta a condizioni ambientali imbarazzanti.

L’uso di alcool cronico può disturbare l’omeostasi delle regioni del cervello rilevanti per la ricompensa – afferma Cannizzaro – Tale uso può portare a dipendenza, craving, perdita di controllo nell’uso della sostanza e gravi sintomi di astinenza quando è interrotto l’utilizzo della sostanza

Una possibile limitazione – in termini di generalizzazione dei risultati – di questo studio è stato il ricorso, nella fase di sperimentazione, a campioni animali; tuttavia, secondo i ricercatori, questo modello animale è particolarmente adatto per lo studio delle proprietà di dipendenza dei farmaci e delle sostanze e dei loro effetti sul cervello, tanto da poter essere una rappresentazione realistica di comportamento anche negli esseri umani.

Come afferma Cannizzaro:

L’alcol esercita un potente effetto sull’organismo, anche se consumato due o tre volte alla settimana in alte concentrazioni.

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