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La stimolazione auricolare transcutanea del nervo vago (taVNS) per il trattamento della sintomatologia depressiva

E' stato dimostrato come la stimolazione auricolare transcutanea del nervo vago (taVNS) sia in grado di ridurre in modo significativo alcuni sintomi caratterizzanti il disturbo depressivo maggiore.

Di Enrica Gaetano

Pubblicato il 06 Mar. 2018

Un’analisi condotta da Kong, Fang, Rong e colleghi, recentemente pubblicata su Frontiers in Psychiatry, ha mostrato come la stimolazione auricolare transcutanea del nervo vago (taVNS) sia in grado di ridurre in modo significativo alcuni sintomi caratterizzanti il disturbo depressivo maggiore (MDD) come l’ansia, il rallentamento psicomotorio, i disturbi del sonno e il senso di hopelessness.

 

Il nervo vago: che cos’è e come funziona

Il nervo vago (VN) è il nervo craniale più lungo e ramificato del corpo umano che dall’encefalo si estende nel tronco fino alla cavità addominale; facente parte di un intricato network neuro-immuno-endocrino, esso presiede al mantenimento dell’omeostasi di molteplici sistemi (Yuan, 2016).

Infatti grazie alle sue molteplici connessioni, funge da “controllo centrale”, integrando le informazione enterocettive provenienti dal sistema cardiovascolare, respiratorio e viscerale e rispondendo in modo appropriato, tramite modulazione, ai feedback che riceve.

Recenti studi hanno mostrato come il nervo vago sia altresì coinvolto nella regolazione infiammatoria, del dolore e dell’umore.

Per tale ragione, nel 2005 la US Food and Drug Administration ha approvato per la prima volta la stimolazione cervicale del nervo cranico come trattamento per alcune patologie tra cui la depressione cronica farmaco-resistente e l’epilessia refrattaria (Yuan, 2016).

La stimolazione transcutanea del nervo vago

Da quel momento sono stati sviluppati diversi metodi di stimolazione transcutanea non invasiva del nervo vago, in particolare due: il primo prevede l’applicazione nella zona cervicale di un semplice device chiamato GammaCore, il secondo invece prevede una stimolazione nella regione dell’orecchio.

Il razionale dell’applicazione di tale stimolazione vagale, tramite agopuntura o blandissimi impulsi elettrici, partendo dalla regione dell’orecchio (taVNS), si basa su numerosi studi di anatomia che dimostrano come il ramo auricolare del nervo vago sia distribuito per la maggior parte nella conca superiore e inferiore dell’orecchio incluso il canale uditivo esterno; pertanto queste aree rappresentano il target per la taVNS.

Un recente studio di Kraus e colleghi (2013), confrontando gli effetti evocati dalla taVNS con i segnali provenienti dalla fMRI, ha mostrato una significativa diminuzione di quest’ultimi per alcune regioni cerebrali come il giro paraippocampale, la corteccia cingolata posteriore e la parte destra del talamo a seguito della stimolazione del quadrante posteriore e anteriore del canale uditivo sinistro.

Tale risultato suggerisce che la taVNS in alcune zone specifiche dell’orecchio potrebbe modulare pattern cerebrali differenti che a loro volta potrebbero essere associati a differenti effetti; tuttavia future ricerche sono necessarie per indagare più dettagliatamente il legame tra specifiche aree cerebrali e differenti aree dell’orecchio.

Hein e colleghi (2013) furono i primi ad utilizzare la taVNS bilaterale su soggetti affetti da disturbo depressivo maggiore trattato con antidepressivi.

I soggetti furono divisi in due gruppi che poi vennero confrontati tra loro: uno riceveva realmente la taVNS, mentre l’altro riceveva una stimolazione solo simulata.

Dal confronto i ricercatori mostrarono come nel gruppo dei soggetti realmente stimolati vi era stato un miglioramento significativo dei sintomi depressivi, misurati tramite il Beck Depression Inventory, dopo cinque sedute a settimana per due settimane, rispetto al gruppi di soggetti che non avevano ricevuto la stimolazione.

In aggiunta a tali risultati, uno studio clinico precedente di Rong e colleghi (2016) ha mostrato effetti della taVNS simili in soggetti affetti da disturbo depressivo maggiore che erano stati istruiti a metterla in atto quotidianamente a casa: i pazienti che mettevano in atto la taVSN mostravano una diminuzione della sintomatologia depressiva nei punteggi della Hamilton Depression rating scale (Hamilton, 1960) in particolare per il rallentamento psicomotorio, i disturbi del sonno e la sensazione di hopelessness.

L’ipotesi dell’efficacia della taVNS per il disturbo depressivo maggiore

Secondo l’ipotesi eziopatologica del disturbo depressivo maggiore che associa la patologia ad una disregolazione del circuito limbico-corticale, le aree cerebrali coinvolte sarebbero associate a due componenti: una più vegetativa-somatica che coinvolge l’ipotalamo, l’amigdala, l’ippocampo, l’insula anteriore, l’altra più attentiva-cognitiva (dlPFC, la corteccia parietale inferiore) (Mayeberg, 1997).

Uno studio di Conway, Price e colleghi (2013) ha mostrato come il nervo vago abbia connessioni e influenze sia dirette che indirette sul circuito limbico-striato-talamico-corticale; a dimostrazione di ciò, la taVNS può produrre in ampia misura la modulazione dell’attivazione delle proiezioni terminali vagali “classiche” che si diramano fino l’insula anteriore, il locus coeruleus, l’ipotalamo, la corteccia cingolata anteriore, il nucleo del tratto solitario.

Altri studi hanno suggerito un ruolo di rilievo del nervo vago nella modulazione non solo dei circuiti cerebrali coinvolti nella depressione ma anche del sistema infiammatorio attraverso l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e l’inibizione dei glucocorticoidi delle vie infiammatorie periferiche (Bellavance, 2014).

In aggiunta uno studio di Cryan & Dinan (2012) ha evidenziato come la flora batterica intestinale possa influenzare alcune funzioni cerebrali, l’umore e il comportamento interagendo con il sistema nervoso centrale tramite meccanismi endocrini e immunitari.

In particolare è stato dimostrato come il microbiota intestinale sia essenziale per la modulazione della risposta comportamentale allo stress, come l’ansia e la depressione (Fung, Olson et al., 2017).

Il nervo vago pertanto potrebbe essere in grado anche di modulare le funzioni dei sistemi sopracitati producendo degli effetti sulla sintomatologia depressiva tramite l’influenza sull’asse microbiota-intestino-sistema nervoso.

La somministrazione della taVNS ha una durata che va dai 30 minuti due volte al giorno a 15 minuti per cinque volte a settimana; tuttavia la frequenza e l’intensità per ottenere la “dose” giusta di taVNS per produrre degli effetti significativi sono ancora oggetto di numerosi studi in quanto diverse frequenze di questa stimolazione possono produrre dei cambiamenti diversi a livello cerebrale e un diverso rilascio neurotrasmettitoriale (Kong, Fang, Rong, 2018).

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