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Quando un figlio arriva all’improvviso – Mamme e papà si diventa

A volte un figlio arriva in modo inaspettato: ogni donna porta con sé vissuti ed emozioni contrastanti, frutto della storia di vita personale e di coppia

Di Marianna Palermo

Pubblicato il 06 Feb. 2018

Sebbene oggigiorno un figlio sia sempre più spesso desiderato e la gravidanza in parte programmata, non ci dimentichiamo di quelle situazioni in cui un bambino arriva all’improvviso, in maniera del tutto imprevista, quando ancora non si pensava di volerne avere uno o quando ancora non ci si è rimessi in sesto dopo il primo figlio. A seconda dei casi, il concepimento di un figlio può generare gioia in entrambi i genitori, in uno dei due o in nessuno dei due.

 

Alle volte, la donna può non avere un compagno fisso o avere una relazione extraconiugale o con un uomo sposato. Altre volte un figlio arriva quando la relazione con il partner è ormai al capolinea. Che fare? Restare insieme per crescere il proprio figlio o lasciarsi? Il bambino può diventare uno strumento per rimettere insieme la coppia? Se il padre del bambino è sposato che decisione prendere?

In altri casi, la mamma potrebbe essere in età adolescenziale e per questo temere di perdere la sua giovinezza o che la sua esistenza venga sconvolta dall’arrivo di un bambino. A volte, questo vissuto culmina nella decisione di un’interruzione di gravidanza, in alti casi le donne sono determinate a portare avanti la gravidanza, nonostante le difficoltà.

All’opposto, un bimbo può arrivare quando la futura mamma è al limite dell’età fertile e potrebbe aver perso le speranze di avere un figlio. In questi casi, la maternità improvvisa può essere accolta con gioia e speranza, quasi come un dono al quale ormai si aveva rinunciato.

E non ci dimentichiamo delle donne che dopo diverse inseminazioni artificiali o auto-inseminazioni finalmente riescono a diventare madri e a realizzare un sogno dopo tanti ostacoli.

Ogni donna porta con sé una storia e vive la maternità in maniera unica, con vissuti ed emozioni contrastanti, frutto di rappresentazioni personali di sé, della storia di vita passata e della coppia genitoriale. A volte si tratta di un sogno d’infanzia che si realizza, altre volte arriva nonostante non ci si pensasse affatto; può avvenire per colmare un vuoto interiore o per risanare un rapporto di coppia; può arrivare dopo un lutto o un aborto o dopo vari tentativi; può essere legato a un bisogno di annullare un passato difficile e sperare in un futuro migliore.

Tuttavia, anche quando un bambino è desiderato, le emozioni che emergono quando si scopre di aspettare un figlio sono spesso ambivalenti e l’entusiasmo può essere accompagnato dalla paura di una nuova vita.

Ecco che diventare genitori ci appare come un mondo sempre più complesso, intriso di mille sfaccettature e come non mai quando si diventa genitori la propria vita passata e presente, le relazioni vissute e costruite nel tempo e quelle attuali, la personalità frutto di interazioni tra natura e ambiente affiorano e spesso culminano nella domanda: “Sarò un bravo genitore per questo bambino?”. Una domanda che spesso ricorre nella mente di chi ha un figlio e che ogni volta porta con sé ansie, incertezze e messa in discussione del proprio ruolo. Ma di questo ci occuperemo in successivi articoli della rubrica. Per il momento concludiamo dicendo che in base alle esperienze personali, la notizia di una gravidanza può essere accolta con gioia e speranza o con dubbi e tormenti interiori e ogni storia va esplorata e ascoltata senza giudizi e pregiudizi nella sua unicità.

 

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Marianna Palermo
Marianna Palermo

Dottoressa in Psicologia Clinica

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Raphael-Leff, J. (2014). La gravidanza vista dall’interno. Casa editrice Astrolabio.
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