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L’utilizzo del biofeedback per fronteggiare una crisi lavorativa

L'utilizzo del biofeedback nella gestione di una crisi lavorativa è un metodo efficace per diminuire i livelli di stress dei crisis manager

Di Mariapia Ghedina

Pubblicato il 08 Feb. 2018

La ricerca scientifica svolta da Janka e Al. ha indagato l’efficacia di un training di biofeedback rivolto a un gruppo di crisis manager per la gestione dello stress dovuto a situazioni di crisi lavorativa.

Mariapia Ghedina

 

Cosa si intende con crisi lavorativa

La crisi lavorativa è un avvenimento esogeno o endogeno, improvviso e complesso, di tale virulenza da rischiare di pregiudicare la business continuity di un’azienda. Uno dei possibili esempi di una crisi lavorativa riguarda gli investimenti sbagliati in cui vengono assunte decisioni sottostimando i rischi e andando quindi in contro a conseguenze nefaste.

L’approccio “classico” degli anni 1980-2000 porta a considerare la crisi aziendale come un “male inevitabile ma necessario”, che assicura la selezione darwiniana delle organizzazioni.

Quando si verifica una crisi lavorativa, al fine di contrastare un eventuale crollo, diviene necessaria una grande tempestività nella risposta operativa e nella gestione dei flussi di comunicazione interni all’organizzazione.

Il ruolo del crisis manager

Alla fine del secolo scorso nasce negli Stati Uniti la figura professionale definita “Crisis Manager”, sempre più diffusa anche in Italia, che si occupa di gestire le situazioni delicate e complesse che si possono creare nelle aziende. Uno dei suoi ruoli principali riguarda la gestione dei rapporti con i media e il contenimento dell’effetto nefasto che una “perturbazione” può avere sulla credibilità aziendale.

Questa figura professionale deve garantire la massima flessibilità d’orario in modo da poter intervenire immediatamente qualora sia necessario.

Non esiste un percorso formativo unico per il crisis manager: può essersi istruito nell’ambito dell’ingegneria, della comunicazione o del management; tuttavia l’esperienza acquisita sul campo è in molti casi più importante del percorso di studi. Un crisis manager deve avere una grande capacità di adattamento, essere un bravo leader e avere ottime abilità di decisionali.

La crescita aziendale è fortemente legata ai tipi di crisi che il crisis manager si troverà a gestire e alle strategie utilizzate per reagire a tali emergenze.

Quando all’interno di un’organizzazione si verifica un’emergenza, le responsabilità che ricadono sul crisis manager, sommate alla rapidità necessaria per intervenire e per prendere decisioni, implicano livelli di stress altissimi.

Training di biofeedback per crisis manager

La ricerca scientifica svolta da Janka e Al. ha indagato l’efficacia di un training di biofeedback rivolto a un gruppo di crisis manager per la gestione dello stress. In questo studio è stata monitorata l’attività elettrodermica durante esercizi finalizzati all’acquisizione del controllo dell’attivazione simpatica, sia in condizioni di riposo, sia durante l’esposizione a fattori di stress visivi, acustici e cognitivi somiglianti alle reali situazioni di crisi. Il programma comprendeva nove sessioni di quarantacinque minuti per sei settimane.

Il training di biofeedback utilizzato si è dimostrato utile per prevenire l’overarousal autonoma nei momenti più difficili e nel facilitare il ritorno allo stato di attivazione di partenza. Si tratta di una tecnica che permette di aumentare la capacità allostatica, portando a conservare o riguadagnare l’equilibrio interno dell’organismo, anche quando le sfide situazionali sono estreme.

Il controllo della propria psicoattivazione appreso grazie al biofeedback non solo può ridurre il livello di stress soggettivo, ma anche la vulnerabilità alle malattie legate allo stress; può inoltre limitare il declino delle prestazioni professionali, garantire un’adeguata prontezza in caso d’imprevisti e migliorare la gestione del rischio.

Nelle interviste non strutturate condotte al termine del training, la maggior parte dei partecipanti ha dichiarato che l’obiettivo di diminuire lo stress era stato effettivamente raggiunto e che in numerose situazioni della quotidianità aveva utilizzato la modalità di rilassamento appresa.

Tramite la scala dello stress percepito, è stato inoltre valutato lo stress soggettivo: è diminuito in modo stabile e significativo nei manager che hanno ricevuto le nove sessioni di biofeedback. Tale cambiamento è rimasto stabile al follow-up avvenuto due mesi dopo il training.

I risultati indicano quindi che l’utilizzo del biofeedback nella gestione delle crisi lavorative è un metodo efficace per diminuire i livelli di stress, per contrastare la diminuzione delle proprie capacità e per prevenire le patologie connesse allo stress stesso oltre che, naturalmente, per fronteggiare le difficoltà aziendali.

Si può pertanto concludere che il biofeedback può costituire un metodo utile da inserire nei programmi di gestione dello stress rivolti ai crisis manager.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dawson, M. E., Schell, A. M., & Filion, D. L. (2007). The electrodermal system In Cacioppo JT, editor;, Tassinary LG, editor;, & Berntson GG, editor. (Eds.), Handbook of psychophysiology (pp. 159–181).
  • Janka, A., Adler, C., Brunner, B., Oppenrieder, S., & Duschek, S. (2017). Biofeedback training in crisis managers: a randomized controlled trial. Applied psychophysiology and biofeedback, 42(2), 117-125.
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