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Miglioramento delle abilità cognitive: la rivalsa dei videogiochi d’azione

I videogiochi d'azione sembrerebbero influenzare positivamente le abilità cognitive dei giocatori, come la percezione, l'attenzione e i tempi di reazione.

Di Giorgia Di Franco

Pubblicato il 11 Gen. 2018

Aggiornato il 12 Mar. 2018 13:00

Una nuova ricerca effettuata a livello internazionale mostra che alcuni videogiochi, in particolare i videogiochi d’azione, influenzano le abilità cognitive come la percezione, l’attenzione e i tempi di reazione.

 

La scoperta deriva da un’analisi di oltre 15 anni di dati raccolti da un team di psicologi, guidati dall’università di Ginevra (UNIGE), in Svizzera. Gli esperti spiegano che il cervello umano è malleabile: apprende e si adatta. Numerosi studi di ricerca si sono focalizzati sull’impatto dei videogiochi d’azione sul cervello misurando le abilità cognitive ma, nella nuova ricerca, i ricercatori hanno cercato di quantificare come i videogiochi d’azione abbiano un impatto cognitivo.

La valutazione ha portato a due meta-analisi, pubblicate nel giornale Psychological Bulletin, attraverso le quali è emerso un significativo miglioramento nelle abilità cognitive dei giocatori.

Gli psicologi hanno studiato l’impatto dei videogiochi sulla mente umana in dati risalenti alla agli anni ’80, quando Pacman fu creato e molti altri giochi si diffusero.

I videogiochi d’azione influenzano le abilità cognitive dei giocatori?

Il presente studio si focalizza su uno specifico genere di videogioco, definito d’azione che comprende videogames da guerra, da combattimento, lotta in arena, sparatoria e corse di macchine.

I ricercatori hanno cercato di rispondere a una domanda centrale all’interno della ricerca:

I videogiochi d’azione influenzano le abilità cognitive dei giocatori? […] Abbiamo deciso di assemblare tutti i dati rilevanti dal 2000 al 2015 nel tentativo di rispondere a questa domanda, in quanto era l’unico modo per avere una visione d’insieme del reale impatto dei videogiochi d’azione – dichiara la il ricercatore Bavelier, professore alla sezione di Psicologia all’UNIGE.

Gli psicologi dell’UNIGE, della Columbia University, Università della California e dell’Università del Wisconsin hanno analizzato la letteratura pubblica nel corso di un anno (articoli, tesi e abstract di conferenze). Inoltre, gli studiosi hanno contattato oltre 60 professori, chiedendo loro per dei dati non pubblicati che potrebbero apportare dei chiarimenti sul ruolo dei videogiochi d’azione nelle abilità cognitive. Due meta-analisi sono emerse dalla ricerca.

Nella prima meta-analisi sì è evidenziato che un totale di 8,970 individui compresi tra un’età di 6 anni a una di 40, comprendendo giocatori d’azione e non giocatori, hanno effettuato numerosi test psicometrici in studi condotti da laboratori di tutto il mondo allo scopo di valutare le loro capacità cognitive. L’assessment includeva l’attenzione spaziale (ad esempio individuare velocemente un cane in un insieme di animali) così come valutare le loro skills nel gestire simultaneamente task multipli e il cambio dei loro piani in accordo con regole predeterminate. E’ stato trovato che la cognizione dei giocatori d’azione era migliore di metà di una deviazione standard rispetto ai non giocatori.

Ad ogni modo, questa prima meta-analisi non è riuscita a rispondere alla domanda centrale.

Era necessario individuare il profilo tipico del giocatore – sottolinea Benoit Bediou, ricercatore della sezione di psicologia. – Giocano ai videogiochi d’azione perché hanno già alcune abilità cognitive che li rendono buoni giocatori? Oppure, al contrario, sono le loro alte capacità cognitive che si sono effettivamente sviluppate giocando ai videogiochi?

Gli psicologi hanno proceduto ad analizzare gli studi di intervento come parte di una seconda meta-analisi che comprendeva 2,883 (maschi e femmine) giocatori per un massimo di un’ora a settimana, le cui abilità cognitive erano testate prima del training e successivamente gli stessi erano divisi in due gruppi in maniera random: un primo gruppo giocava ai videogiochi d’azione (war e shooting), il secondo ai giochi di ruolo o di altro genere (SIMS, Puzzle, Tetris). Entrambi i gruppi accumulavano almeno otto ore di gioco per una settimana e almeno un tot di ore superiore alle 50 ore per 12 settimane. Alla fine del training, i partecipanti venivano sottoposti a un ulteriore un test cognitivo per verificare se ci fossero stati effettivi cambiamenti nelle loro abilità cognitive.

L’obiettivo era scoprire se gli effetti del videogioco d’azione sul cervello era casuale o meno […] Ecco perché questi studi di intervento confrontano e contrappongono sempre un gruppo che è spinto a giocare a un gioco d’azione con uno spinto a giocare a un videogioco di ruolo, in cui i meccanismi sono molto diversi. Questo gruppo di controllo assicura che gli effetti risultanti dal gioco d’azione derivino davvero dalla natura di questo tipo di gioco.

I risultati erano fuori discussione: gli individui che giocavano ai videogiochi d’azione aumentavano le loro abilità cognitive più di quelli che giocavano ad altri tipi di giochi. La differenza delle abilità cognitive tra questi due gruppi di allenamento era uguale a un terzo di una deviazione standard.

La ricerca, che è stata condotta in diversi anni in tutto il mondo, dimostra i reali effetti dei videogiochi d’azione sul cervello e apre la strada all’utilizzo di videogiochi d’azione per espandere le capacità cognitive – sottolinea Bediou.

Nonostante le buone notizie per i giocatori accaniti, vale la pena sottolineare che questi effetti benefici sono stati osservati in studi che chiedevano agli individui di spendere del tempo per un gioco per un periodo di molte settimane o mesi piuttosto che impegnarsi in una grande quantità di giochi in una singola seduta. I ricercatori spiegano che, come è vero in qualsiasi attività di apprendimento, brevi periodi di pratica ripetuta adeguatamente sono preferiti rispetto agli episodi saltuari o ossessivi.

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