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Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari (2017) di Maria Zaccagnino – Recensione del libro

Nel libro 'Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari' sono illustrati gli approcci con i maggiori risultati positivi nella cura dei DCA

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 26 Gen. 2018

Il libro Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari illustra la classificazione e la definizione nosografica dei disturbi del comportamento alimentare secondo il DSM5 soffermandosi sui fattori di rischio e di mantenimento.

 

 La prefazione del libro Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari di Maria Zaccagnino è stata curata da Isabel Fernandez presidente dell’Associazione EMDR Italia e dell’ EMDR Europe Association.

I disturbi del comportamento alimentare sono molto diffusi e difficili da trattare. Si stima che l’ Anoressia Nervosa abbia un tasso di mortalità secondo solo agli incidenti stradali tra i giovani.

Il libro Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari illustra la  classificazione e la definizione nosografica di questi disturbi secondo il DSM5 soffermandosi sui fattori di rischio e di mantenimento.

Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari – I diversi trattamenti

Sono presi in considerazione gli approcci che hanno fornito i maggiori risultati positivi nella cura. Nel primo capitolo l’autrice si sofferma a descriverli, facendo ampio riferimento sia alla letteratura sia alla ricerca sul tema. La teoria cognitivo-comportamentale transdiagnostica dell’alimentazione di Fairburn considera l’eccessiva focalizzazione sul peso, sulla forma del corpo e sul controllo dell’alimentazione il nucleo centrale psicopatologico e descrive i principali fattori di mantenimento presenti in questi disturbi: perfezionismo, bassa autostima, scarsa efficacia interpersonale, controllo e rimuginio.

La Family Based Treatment è centrata sulle dinamiche familiari.

La terapia EMDR ha come obiettivo sia la comprensione del significato dello sviluppo e del mantenimento del disturbo in relazione agli eventi di vita traumatici, sia la rielaborazione degli eventi stessi.

Questi sono gli approcci con maggiori evidenze empiriche positive, nonostante anch’essi presentano innegabili limiti.

Inoltre, si sottolineano in Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari l’utilizzo dell’intervento farmacologico, anche se gli esigui studi clinici randomizzati non ne abbiano ancora verificata l’efficacia, e alcuni studi di neurobiologia e genetica che forniscono evidenze riguardo ai fattori di rischio sia relativamente al ruolo della serotonina, sia ai geni del recettore 5HT2A.

Il ruolo delle esperienze traumatiche nei disturbi del comportamento alimentare

L’autrice, però, centra la sua prospettiva sui fattori ambientali e prende in considerazione la teoria dell’attaccamento e il ruolo dei  traumi implicati nell’insorgenza e nel mantenimento dei disturbi. Oggi è sempre più evidente che certe traiettorie di vita costellate da eventi avversi e traumatici abbiano un impatto devastante sullo sviluppo dell’individuo dando spazio a esiti psicopatologici. L’evento traumatico, lo sviluppo traumatico e il trauma relazionale precoce possono concorrere a determinare conseguenze sulla salute psicologica e a marcare stati dissociativi, rilevati da diversi autori, nei disturbi del comportamento alimentare.

I limiti dei trattamenti recepiti anche dalle linee guida internazionali (le linee guida NICE indicano solo raccomandazioni di grado C per i DCA) sono uno dei motivi che hanno spinto la Zaccagnino a mettere a punto e applicare un protocollo EMDR.

Dopo aver illustrato i principi guida, le otto fasi del protocollo standard, Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari descrive il protocollo d’intervento nell’anoressia nervosa e le sue varianti che comprendono anche un protocollo per i genitori. L’autrice ritiene che solo con un lavoro specifico sulla genitorialità è possibile spezzare il circolo vizioso che mantiene la patologia e favorire uno sviluppo funzionale e adattivo dei soggetti coinvolti.

 Una prima indicazione che fornisce il testo è di istituire servizi e protocolli specifici in regime di ricovero, perché i servizi offerti al momento non rispondono adeguatamente ai bisogni di cura di questi pazienti. Un’ulteriore componente importante del trattamento è la psicoeducazione con l’assunzione di base che i pazienti debbano essere responsabili del cambiamento.

Il protocollo di gestione delle condotte di alimentazione disfunzionali nell’anoressia nervosa ha come cornice concettuale la teoria dell’attaccamento e prevede come obiettivo principale, prima di applicare le fasi del protocollo EMDR, di raccogliere una dettagliata storia di vita del paziente e del suo attuale funzionamento con una valutazione particolare della sua storia d’attaccamento. Sono fornite indicazioni specifiche rispetto all’indagine da condurre con il paziente per la raccolta delle informazioni anche nelle aree del comportamento alimentare e dell’immagine corporea. Naturalmente occorre condurre l’assessment all’interno di una relazione terapeutica caratterizzata da un clima di sicurezza e fiducia in modo da mettere in evidenza le risorse e incrementare la motivazione al trattamento. Inoltre sono previsti colloqui con i genitori per la raccolta di informazioni e per un intervento psicoeducativo dove viene spiegata la funzione e il significato del sintomo.

Una parte importante dell’intervento si basa sulla spiegazione del lavoro che sarà condotto con le parti (parti fragili, parti che proteggono, parti controllanti, ecc.) e con il protocollo EMDR che presuppone un lavoro preliminare di stabilizzazione. L’obiettivo è di arrivare ad un’integrazione coerente e unitaria del paziente. La stimolazione bilaterale è operata sulla parte bambina (esercizio del prendersi cura; tecnica degli occhi amorevoli) che vive dentro la paziente e che ha vissuto esperienze traumatiche, cercando di capire la modalità disfunzionali del suo prendersi cura di sé per costruire modalità alternative. Una volta individuati i target della storia relazionale e del disturbo si procede con il protocollo EMDR standard sugli episodi stessi. Una tecnica utile a far emergere le parti è la tavola dissociativa del momento del pasto che consente di identificare le diverse parti del sé e immaginare un luogo d’incontro sicuro per farle dialogare dando spazio sopratutto alla parte del controllo con l’obiettivo di rendere l’alimentazione una situazione il più positiva possibile.

Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari – I DCA in età evolutiva

L’ultima parte del volume è dedicata a una specifica sezione dei disturbi alimentari in età evolutiva.

La partecipazione e la collaborazione dei genitori in un’ottica transgenerazionale si rende indispensabile per il trattamento EMDR, così che possano emergere vulnerabilità  dalla storia del genitore e dalle difficoltà relazionali con il figlio e di gestione della sua sintomatologia che rappresentano i target da trattare con le stesse modalità riportate in precedenza.

La ricerca scientifica e la pratica clinica sono concordi nel ritenere che i disturbi del comportamento alimentare hanno necessità di una presa in carico globale e di protocolli d’intervento validati. Il protocollo per l’anoressia nervosa e quello specifico sulla genitorialità presentati nel volume hanno come obiettivo quello di elaborare i traumi che si trasmettono di generazione in generazione.

La speranza è che la ricerca empirica confermi i risultati preliminari positivi circa l’efficacia dei protocolli proposti.

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SCRITTO DA
Antonio Scarinci
Antonio Scarinci

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Zaccagnino, M. (2017) Nuove prospettive nella cura dei disturbi alimentari. Franco Angeli.
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