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Vincere denaro giocando d’azzardo: illusioni vs probabilità

Il gioco d'azzardo comporta nei giocatori la percezione illusoria di poter controllare il gioco e gli esiti della giocata.

Di Mariapia Ghedina

Pubblicato il 25 Gen. 2018

Langer, psicologa dell’Università di Harvard, afferma che il gioco d’azzardo comporta nel giocatore la percezione illusoria di poter controllare il gioco; l’individuo finisce dunque per sovrastimare le sue probabilità oggettive di vincere.

 

Quando il gioco diventa d’azzardo

Il gioco d’azzardo ha da sempre occupato un posto importante in tutte le culture, società e classi sociali. Esiste da quando esiste l’umanità, non mancano infatti esempi di giocatori eccessivi nella storia: dagli imperatori romani Caligola e Nerone, fino, in tempi più recenti, a Fedor Dostojevskij. Da oriente a occidente, da nord a sud, in ogni cultura sono reperibili sia il gioco generico, sia il gioco denominato “d’azzardo”.

Da qualche anno assistiamo a una moltiplicazione dei tipi di gioco d’azzardo e il numero di giocatori cresce in rapporto all’aumento delle possibilità di partecipare a tali attività; questa accessibilità ha come corollario il fatto che i problemi connessi al gioco incrementino.
Attualmente un adulto su tre si dedica al gioco d’azzardo; per la maggior parte di essi è un’attività piacevole e divertente, ma alcuni sviluppano un atteggiamento patologico, ossia una vera e propria dipendenza.

Sono tre le condizioni necessarie affinché si possa parlare di gioco d’azzardo:

– il giocatore mette in palio una posta;

– una volta messa in palio non può più essere ritirata dal giocatore;

– il risultato del gioco si basa sul caso.

L’ultimo elemento è il punto cruciale del gioco d’azzardo: il caso implica l’impossibilità di controllare il risultato di un evento. Indica che il gioco non può prescindere dall’imprevedibilità, eppure non sempre il giocatore se ne rende conto.

Per il giocatore eccessivo, il gioco diviene fonte di eccitazione e rilassamento finendo con il comportare conseguenze nefaste per la propria vita. Chi non riesce a smettere di giocare, e quindi ha sviluppato una dipendenza, solitamente riporta di aver ottenuto una cospicua vincita nelle primissime volte in cui ha puntato una somma di denaro e questa informazione primaria ha influenzato la percezione delle successive possibilità di ricavo sovrastimandole. Anche le perdite vengono percepite in modo distorto, infatti è stato dimostrato che le persone riescono a quantificare correttamente quanto perdono nell’arco di pochi giorni, ma non in un intero mese, sottostimando quindi la quantità di soldi giocati.

L’illusione legata al gioco d’azzardo

Langer, psicologa dell’università di Harvard, afferma che chi gioca d’azzardo sviluppa la percezione illusoria di poter controllare il gioco; l’individuo finisce dunque per sovrastimare le sue probabilità oggettive di vincere. Un esempio d’illusione di controllo è stata studiata dallo psicologo Heslin nei casinò di Las Vegas: l’autore ha osservato che al gioco dei craps, quando i giocatori mirano a ottenere un punteggio elevato, lanciano i dadi con maggior forza rispetto a quando desiderano ottenere un punteggio più basso. L’illusione di controllo si traduce nell’energia trasmessa al dado quindi, in vari altri modi, l’individuo si convince che possano esserci delle strategie utili al fine di ottenere la vincita. Chi gioca vuole trarre vantaggio dalle puntate, ma il gioco ha un sistema di regole svantaggiose. A seconda dei giochi infatti, dal 2 al 50% della posta finisce nelle tasche dell’organizzatore. Eppure le persone tendono a perseverare nel gioco anche, e soprattutto, dopo continue perdite perché sentono il bisogno di dover compensare con una vincita, ma così facendo, statisticamente rischiano di dover rinunciare ad altre somme di denaro.

Il disturbo da gioco d’azzardo è un problema diffuso con importanti ripercussioni sulla società e sul singolo individuo. Quando s’instaura una dipendenza è difficile non emettere quel dato comportamento, per questo motivo una persona può arrivare a spendere tutti i suoi averi nella speranza di riprendere almeno una parte dei soldi persi, piuttosto che rivolgersi a uno specialista del settore.
“Data la rilevanza dei pensieri distorti nei giocatori d’azzardo problematici e la difficoltà a modificarli, può essere utile intervenire incrementando la consapevolezza in modo tale che queste persone possano fare i conti con le proprie distorsioni cognitive connesse al gioco d’azzardo ” (Toneatto).
La terapia con maggior efficacia terapeutica per il disturbo da gioco d’azzardo è la terapia cognitivo-comportamentale unita a specifiche tecniche quali la mindfulness.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Henslin, J. M. (1967). Craps and magic. American Journal of Sociology, 73(3), 316-330.
  • Langer, E. J. (1975). The illusion of control. Journal of personality and social psychology, 32(2), 311.
  • Toneatto, T., Vettese, L., & Nguyen, L. (2007). The role of mindfulness in the cognitive-behavioural treatment of problem gambling. Journal of Gambling Issues, (19), 91-100.
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