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La Deep Brain Stimulation migliora le prospettive di vita per i malati di Parkinson

La deep brain stimulation nella malattia di Parkinson aumenta gli anni di vita e la qualità di vita dei pazienti, riducendo sintomi come tremori e rigidità

Di Giorgia Di Franco

Pubblicato il 15 Gen. 2018

Aggiornato il 12 Mar. 2018 13:05

Un nuovo trattamento chiamato deep brain stimulation (DBS), letteralmente tradotto stimolazione cerebrale profonda, potrebbe prolungare la vita delle persone con malattia di Parkinson.

 

I ricercatori del Edward Hines, Jr. VA Hospital in Illinois hanno identificato che i pazienti che sono stati sottoposti alla stimolazione tramite un dispositivo impiantato a livello cerebrale, avevano un modesto vantaggio di sopravvivenza rispetto a quelli trattati solamente con i farmaci.

I risultati sono stati pubblicati il 18 novembre 2017 dalla rivista Movement Disorders. Precedenti studi hanno dimostrato che la deep brain stimulation può migliorare la funzione motoria nelle persone con la malattia di Parkinson. Il trattamento prevede l’installazione di elettrodi inseriti attraverso una operazione chirurgica in specifiche aree del cervello. Una batteria di generatore di impulsi – simile a quella usata nei pacemaker – viene impiantata anche sotto la clavicola o nell’addome. La batteria crea impulsi elettrici che gli elettrodi rilasciano al tessuto cerebrale.

La malattia di Parkinson, oltre i farmaci: quando ricorrere alla deep brain stimulation

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa. Colpisce i neuroni nel cervello che producono dopamina. La sua causa è attualmente sconosciuta e finora non esiste una cura. Il morbo di Parkinson non è fatale, ma le complicazioni legate alla malattia spesso portano alla morte. I sintomi più comuni della malattia di Parkinson comprendono tremore, lentezza del movimento, rigidità degli arti e problemi di deambulazione ed equilibrio. Le persone con malattia di Parkinson hanno un’aspettativa di vita più breve rispetto a quelle senza malattia.

Mentre i farmaci possono gestire i sintomi della malattia, non è stato dimostrato come si possa migliorare la vita dei pazienti con Parkinson. Come spiega Weaver, i pazienti di solito subiscono un intervento di deep brain stimulation quando il farmaco non è più efficace.

L’intervento chirurgico può riportare i pazienti nel punto in cui si trovavano quando il farmaco era efficace, ovvero la DBS è in genere efficace quanto il farmaco – se il farmaco continuava a funzionare – afferma.

La dott.ssa Frances Weaver, autrice principale dello studio, ha spiegato il beneficio della deep brain stimulation:

Nel complesso, la chirurgia deep brain stimulation è stata considerata abbastanza positivamente sia dai pazienti che dagli operatori, soprattutto per l’ effetto immediato che questa ha sulla funzione motoria dei pazienti: la discinesia [movimenti muscolari involontari] si riduce notevolmente e il paziente può muoversi e fare movimenti che prima non era in grado di fare.

Mentre la deep brain stimulation sembrerebbe migliorare le funzioni motorie nei malati di Parkinson, rispetto ai pazienti che non la ricevono, esistono poche prove sul fatto che il trattamento abbia dei benefici sull’aspettativa di vita. Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 611 anziani con malattia di Parkinson a cui era stato impiantato il dispositivo di stimolazione cerebrale profonda. Successivamente, i ricercatori hanno confrontato i dati emersi da questo campione con i dati raccolti su 611 anziani con Parkinson ma senza il dispositivo e hanno scoperto che i pazienti trattati con la deep brain stimulation sono vissuti in media per 6,3 anni dopo l’intervento, contro i 5,7 anni per i pazienti senza il dispositivo DBS, una differenza di otto mesi.

I ricercatori avevano accoppiato ciascun paziente DBS con un paziente non-DBS clinicamente e demograficamente simile – per esempio, in termini di età e gravità dei sintomi – e monitorato la sopravvivenza dalla data in cui si è verificato l’intervento chirurgico per il gruppo DBS o che avrebbe potuto aver avuto luogo in maniera teorica per il gruppo non-DBS.

L’età media dei veterani nello studio era di 69 anni, sulla base della maggiore prevalenza di Parkinson tra le persone anziane. L’età più avanzata del gruppo di studio potrebbe aver portato a più morti per condizioni legate all’età, ma i ricercatori sottolineano che la maggior parte delle cause di morte per coloro che sono morti durante il periodo della ricerca erano legati alla malattia di Parkinson.

Mentre il margine di sopravvivenza nel gruppo con deep brain stimulation è risultato modesto, i ricercatori sottolineano che la qualità della vita è migliorata anche dopo la stimolazione, soprattutto perché il trattamento può aiutare a controllare i sintomi come i tremori e le rigidità.

Nonostante i risultati suggeriscono che la deep brain stimulation potrebbe migliorare i tassi di sopravvivenza per i pazienti con malattia di Parkinson, i ricercatori notano alcune limitazioni allo studio. Spiegano che è possibile che i pazienti con stimolazione cerebrale profonda fossero più sani delle loro controparti nel gruppo con solo farmaci. I pazienti con il dispositivo chirurgico impiantato avevano più probabilità di essere monitorati da vicino, quindi altre condizioni croniche sarebbero potute essere diagnosticate e trattate in maniera precoce. Inoltre, è da sottolineare che il campione dello studio era per lo più di sesso maschile, in quanto la maggior parte della popolazione anziana è in prevalenza maschile, il che significa che i risultati non possono essere generalizzati alle donne con malattia di Parkinson.

I ricercatori ritengono che sia necessaria una maggiore ricerca per stabilire se la deep brain stimulation possa prolungare l’aspettativa di vita nella malattia di Parkinson. Non è chiaro se il trattamento modifichi la malattia attuale, o semplicemente aiuti a controllare le condizioni correlate che possono ridurre la vita. Secondo Weaver, la migliore qualità della vita dopo la deep brain stimulation può migliorare la sopravvivenza. È anche possibile che il monitoraggio continuo richiesto con DBS implichi che i pazienti ricevano più cure mediche in generale, portando a cure migliori. Sono necessarie ulteriori ricerche per vedere quale effetto diretto ha la deep brain stimulation sulla neuroplasticità o la funzione cerebrale.

 

 

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