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Le nuove linee guida per il trattamento delle persone transgender: tra medicina e psicologia

In virtù del benessere psico-fisico delle persone transgender, è importante l'azione di un’equipe multidisciplinare nel trattamento della disforia di genere

Di fluIDsex, Greta Riboli

Pubblicato il 15 Nov. 2017

Aggiornato il 30 Giu. 2022 20:32

Una task force, presieduta da W. Hembree della Columbia University di New York, ha riconosciuto i passi avanti che la scienza ha percorso sulle tematiche legate alla disforia di genere, rispetto alle prime linee guida redatte per il trattamento delle persone transgender; eppure l’esiguo numero di dati a disposizione lascia ancora aperte alcune questioni.

 

Questioni ancora aperte sul trattamento della disforia di genere

La disforia di genere richiede una presa in carico da parte di psicologi e di psicoterapeuti? Da che età è bene iniziare il trattamento ormonale? Il dottor Safer è il direttore medico del Centro per la Medicina e la Chirurgia Transgender del centro medico della Boston University (USA) ed insieme alla Società Endocrinologica ha lavorato sugli aggiornamenti delle linee guida per il trattamento delle persone transgender.

Una task force, presieduta da W. Hembree della Columbia University di New York, sulle tematiche legate alla disforia di genere ed al suo trattamento ha riconosciuto i passi avanti che la scienza ha percorso rispetto alle prime linee guida redatte per la cura delle persone transgender; eppure l’esiguo numero di dati a disposizione lascia ancora aperte alcune questioni.

L’ importanza di una équipe multidisciplinare nel trattamento delle persone transgender

La task force ha ritenuto importante suggerire che la diagnosi e soprattutto il trattamento delle persone transgender vengano portati avanti in un’equipe multidisciplinare composta sia da medici sia da professionisti della salute mentale.

Si ritiene necessaria questa collaborazione in quanto le tematiche da prendere in considerazione durante il trattamento, soprattutto nelle fasi prepuberali, metteranno bambini, ragazzini e genitori dinnanzi a decisioni mediche talvolta irreversibili che dipendono ed avranno ricadute sul benessere psicologico presente e futuro.

Facendo riferimento ai sedici anni, età che in America ed in altre parti del mondo viene considerata come inizio di una fase decisionale autonoma del soggetto, la domanda che gli studiosi si pongono è dunque se un ragazzo minore di sedici anni possa decidere di iniziare un trattamento parzialmente irreversibile.

Il problema decisionale del soggetto si pone in quanto, dal punto di vista diagnostico, mancano dei test capaci di garantire al 100% la purezza di una diagnosi di disforia di genere: è lo sguardo esperto dello psicologo clinico innanzi alle parole del bambino o del ragazzo a poter inquadrare al meglio il fenomeno. Ed è proprio per questa assenza di testologia che le linee guida precedenti consigliavano il trattamento ormonale solamente in un momento successivo al compimento di un’età più matura.

Eppure il dottor Safer ha evidenziato il punto di vista della medicina a riguardo:

Stendendo la guida in base alla biologia, gli interventi ormonali per i bambini transgender dovrebbero iniziare ben prima dei sedici anni, all’inizio della pubertà, ad esempio dodici, tredici o quattordici anni.

Inoltre, le linee guida includono altre raccomandazioni chiave dal punto di vista prettamente medico, quali un attento monitoraggio dei disturbi metabolici e della perdita ossea, inoltre raccomandazioni biologiche che, come specificato in precedenza, hanno ripercussioni sul benessere psicologico del soggetto in una successiva fase di vita. Ad esempio un argomento di centrale importanza medico-psicologica è informare una persona molto giovane e guidarla nella scelta della conservazione o meno della propria fertilità prima di iniziare il trattamento.

Da considerare, ulteriormente, gli effetti che il ritardo prolungato della pubertà può apportare al cervello, con conseguenze a livello cognitivo, sociale e sessuale.

La riflessione e la ricerca scientifica nel campo della disforia di genere devono indubbiamente implementarsi e sarà proprio un’inclusione dei vari professionisti sanitari nella cura delle persone transgender la strada da percorrere perché questi studi possano procedere.


 

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La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.

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