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La comprensione narrativa: un processo universale indipendente dal linguaggio

Uno studio ha rilevato quali sono le aree cerebrali che si attivano nella comprensione narrativa indipendentemente dalla lingua madre.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 16 Ott. 2017

Aggiornato il 18 Dic. 2017 12:28

Lettori Inglesi, Iraniani e Cinesi userebbero le stesse parti del cervello per decodificare il significato di ciò che stanno leggendo. Una nuova ricerca dell’University of Southern California ha dimostrato che la lettura di storie attiva regioni analoghe nel cervello di soggetti con idiomi diversi. Per la prima volta nello scenario delle neuroscienze, sono stati scoperti modelli di attivazione cerebrali simili durante la comprensione narrativa a prescindere dalla lingua madre dei soggetti.

 

Come avviene la comprensione narrativa nel cervello?

Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) i ricercatori hanno individuato le aree cerebrali implicate nella comprensione narrativa del significato di storie scritte in soggetti di lingua inglese, persiana (Farsi) e cinese mandarino.

L’ipotesi alla base della ricerca è rappresentata dall’idea secondo la quale l’esposizione al racconto narrativo potrebbe portare ad una maggior consapevolezza di se stessi e ad un aumento dell’empatia nei confronti degli altri, indipendentemente dalla lingua o dall’origine degli ascoltatori.

Per realizzare lo studio, i ricercatori hanno raccolto più di 20 milioni di post personali condivisi su un blog, sono state poi selezionate 40 storie riguardanti diversi argomenti privati quali ad esempio il divorzio. Gli aneddoti personali sono stati tradotti e presentati a soggetti Americani, Cinesi e Iraniani ai quali era richiesto di leggere nella propria lingua madre e rispondere a domande inerenti le narrazioni durante una sessione di risonanza magnetica.

Morteza Dehghani, autore dello studio e ricercatore presso il Brain and Creativity Institute dell’Università californiana afferma “nonostante la presenza di differenze a livello linguistico, quali ad esempio la direzione nella lettura o l’alfabeto completamente diverso, esiste un qualcosa di universale all’interno del cervello nel momento in cui elaboriamo le narrazioni”.

Cosa succede quindi all’interno del cervello? In tutti i soggetti sperimentali la lettura di ogni storia attiva specifici patterns di aree cerebrali generalmente attive e coinvolte nel cosiddetto “default mode network” del cervello. Il “default mode network” è una rete complessa di regioni corticali e sottocorticali che si attivano nel momento in cui la persona non è impegnata in alcun compito specifico, quando cioè non si utilizza attenzione focalizzata. In altre parole questo network, definibile come il pilota automatico del cervello, si attiverebbe quando quest’ultimo è in modalità standby ovvero in uno stato di riposo (Resting State).

Le evidenze trovate dimostrano che le aree solitamente coinvolte nel “default mode network” lavorano continuamente per decifrare il significato della narrazione svolgendo una funzione di recupero dei ricordi autobiografici che, a loro volta, influenzano la conoscenza relativa a noi stessi (al nostro passato e al nostro futuro) e alle nostre relazioni con gli altri. I risultati ottenuti avvalorano quindi l’ipotesi iniziale secondo la quale la lettura di storie è un’esperienza universale, indipendente dalle differenze linguistiche e culturali, che può avere come conseguenza una maggior empatia nei confronti degli altri.

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