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L’abilità di attenzione selettiva in contesti rumorosi sarebbe determinata dal tono vocale dell’interlocutore

Uno studio ha indagato la risposta uditiva del cervello implicata nel processo di attenzione selettiva quando ci si trova in luoghi affollati.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 20 Ott. 2017

Aggiornato il 18 Dic. 2017 12:27

Gli scienziati hanno scoperto che un gruppo di neuroni presenti nel tronco encefalico ci aiuterebbe a decodificare una specifica conversazione quando ci troviamo, ad esempio, all’interno di luoghi affollati. L’ attenzione selettiva, in questo caso uditiva, permette agli individui di prestare particolare attenzione alla voce del proprio interlocutore al fine di intrattenere una conversazione. Il processo, ormai noto da molti anni ai ricercatori, ha luogo in quella parte del cervello denominata corteccia uditiva il cui compito è quello di processare le informazioni vocali.

 

Come agisce l’attenzione selettiva in luoghi affollati?

L’ attenzione selettiva modula le informazioni uditive e aiuta il cervello a stabilire la priorità tra i vari stimoli presenti luoghi affollati; tuttavia gli scienziati hanno dibattuto a lungo per comprendere quali siano gli stimoli effettivamente responsabili dell’attivazione di questo processo all’interno della corteccia.

In un recente studio, i ricercatori dell’Imperial College di Londra erano interessati ad indagare il contributo della risposta uditiva del tronco cerebrale nel processo di attenzione selettiva.

Al fine di investigare le strutture a valle della corteccia uditiva, un esperimento non invasivo è stato svolto con 14 partecipanti il cui compito consisteva nell’ascolto contemporaneo di due conversazioni. Gli elettrodi, posizionati sullo scalpo dei partecipanti, erano collegati ad un computer che rilevava l’attività neurale del tronco encefalico.

Quando i partecipanti prestavano attenzione ad una delle due conversazioni, i neuroni “uditivi” del tronco rispondevano maggiormente al tono vocale del dialogo selezionato, ignorando la seconda conversazione. Questo suggerisce che un aspetto importante dell’attenzione selettiva si verifica a livello del tronco encefalico e che solo successivamente il segnale viene trasmesso alla corteccia uditiva per un’elaborazione superiore delle informazioni acustiche.

Il dottor Tobias Reichenbach del Dipartimento di Bioingegneria dell’Università londinese afferma “Gli esseri umani sono abili nell’ascoltare un interlocutore anche con molto baccano in sottofondo. In luoghi affollati la corteccia uditiva, utilizzando un filtro, processa le informazioni che ci permettono di concentrarci sulla conversazione che stiamo intrattenendo. Il modo in cui questi processi selettivi lavorino è ancora oggi argomento di discussione. Il nostro studio dimostra che l’intonazione vocale dell’interlocutore è un indizio importante che viene utilizzato nel tronco encefalico per focalizzare l’attenzione sul discorso. Questo ci aiuta a concentrarci sulla voce selezionata mentre filtriamo tutti i rumori in sottofondo”.

Il team di ricerca ipotizza che questa scoperta possa essere la chiave per spiegare il perché alcune persone, che non presentano alcun tipo di problema uditivo, presentino invece difficoltà a conversare in contesti rumorosi. Una spiegazione potrebbe essere che i neuroni deputati alla ricezione dei segnali vocali nel tronco encefalico non siano correttamente attivati.

Alla luce della scoperta che l’intonazione vocale provoca una risposta uditiva del tronco cerebrale, i ricercatori desiderano svolgere ulteriori esperimenti per determinare il modo in cui l’attenzione selettiva funzioni in ambienti più complessi (ad esempio facendo ascoltare ai partecipanti più di due conversazioni contemporaneamente).

Tali risultati potrebbero aiutare gli ingegneri a migliorare le tecnologie di riconoscimento vocale come i sistemi automatici di segreteria telefonica, attualmente infatti queste tecnologie non mostrano un funzionamento ottimale quando sono presenti molti rumori di fondo. Il team suggerisce che una miglior elaborazione della tonalità vocale dell’utente permetterebbe un miglioramento nell’accuratezza del processo di riconoscimento vocale in luoghi affollati.

Una comprensione dettagliata del funzionamento di questo processo inoltre, potrebbe aiutare gli ingegneri a sviluppare apparecchi acustici sempre più abili nel filtrare i rumori di fondo migliorando così l’esperienza uditiva dei soggetti.

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