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Il cervello traumatizzato: come il trauma altera le funzioni cerebrali

Tre dei cambiamenti più importanti nel cervello traumatizzato si verificano nella corteccia prefrontale, nella corteccia cingolata anteriore e nell'amigdala

Di Filomena Propato

Pubblicato il 18 Lug. 2017

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:09

Mentre le reazioni al trauma possono variare notevolmente e non tutti svilupperanno disturbi post-traumatici da stress, il trauma può modificare il cervello in maniera prevedibile: tre in particolare sembrano i cambiamenti più importanti in un cervello traumatizzato.

 

Recentemente è stato affrontato su Your Tango, una rivista nazionale di lifestyle, il tema del disturbo da stress post-traumatico (DPTS). Jennifer Sweeton, psicologa clinica ed esperta internazionale di trauma e disturbi d’ansia, sostiene che circa il 50% della popolazione sperimenterà un evento traumatico ad un certo punto della vita. Mentre le reazioni al trauma possono variare notevolmente e non tutti svilupperanno disturbi post-traumatici da stress, il trauma può modificare il cervello in maniera prevedibile.

Trauma e cervello: i cambiamenti nel cervello traumatizzato

Una maggiore consapevolezza, è essenziale per poter richiedere il giusto trattamento per affrontare i sintomi del disturbo da stress post-traumatico. Anzitutto è importante comprendere che un cervello traumatizzato si comporta in modo differente proprio in quanto risultato di eventi traumatici. Infatti, proprio come il cervello cambia in risposta alle esperienze passate con il mondo, può cambiare anche in risposta alla previsione di quelle future. In altre parole, il cervello è plastico e può subire cambiamenti.

Il trauma può alterare il funzionamento cerebrale in molti modi, ma tre dei cambiamenti più importanti nel cervello traumatizzato sembrano verificarsi nelle seguenti aree:

  1. La corteccia prefrontale (PFC);
  2. La corteccia cingolata anteriore (ACC)
  3. L’amigdala

La PFC è la parte anteriore del lobo frontale del cervello. È implicata in diverse attività che includono il pensiero razionale, la risoluzione dei problemi, l’espressione della personalità, la pianificazione, l’empatia e la moderazione della condotta sociale. Quando questa zona del cervello funziona in modo adeguato, siamo in grado di pensare chiaramente, di prendere buone decisioni e di avere una buona essere consapevolezza di noi stessi e degli altri.

L’ACC è la parte della corteccia cerebrale situata nella regione superiore della superficie mediale dei lobi frontali, sopra il corpo calloso. Questa zona è responsabile (in parte) della regolazione delle emozioni. Quando questa regione funziona in modo adeguato, siamo in grado di gestire i pensieri e le emozioni difficili senza esserne totalmente sopraffatti.

Infine, l’amigdala e’ una piccola struttura del cervello che fa parte del sistema limbico ed e’ coinvolta nella gestione delle emozioni, tra cui la paura. Questa zona subcorticale agisce al di fuori della consapevolezza o del controllo cosciente e il suo compito primario è quello di ricevere tutte le informazioni in entrata – tutto ciò che viene visto, sentito, toccato, gli odori e il gusto – e risponde a una domanda: “È una minaccia?” Se rileva la presenza di una minaccia, di un pericolo, attiva la sensazione di paura e ci rende vigili e reattivi.

Il cervello traumatizzato sembra diverso da quello non traumatizzato perché vi sarebbe da una parte scarsa attivazione della corteccia prefrontale e della corteccia cingolata anteriore, e dall’altra un’iperattivazione dell’amigdala.

In altre parole, se si subisce un trauma ed emergono sintomi del disturbo da stress post traumatico, si può verificare stress cronico, esagerate risposte di allarme, ipervigilanza, paura, irritabilità o scoppi di collera. Potrebbero emergere anche difficoltà nel mantenere la calma e difficoltà ad addormentarsi. Il soggetto non si sente al sicuro. Questi sintomi sono plausibilmente correlati a un’iperattivazione dell’amigdala. Allo stesso tempo, gli individui traumatizzati possono avere difficoltà di concentrazione e di attenzione prolungata e, spesso, riportano di non essere in grado di pensare in maniera lucida: sintomi plausibilmente correlati alla scarsa attivazione della corteccia prefrontale nel cervello traumatizzato.

Infine, chi sperimenta i sintomi del disturbo da stress post traumatico a volte lamenta di sentirsi incapace di gestire le proprie emozioni. Questo aspetto rimanda a una disfunzione del sistema di regolazione emotiva.

La Sweeton afferma che:

La miglior cosa da fare nel caso di insorgenza di disturbo post-traumatico da stress è rivolgersi alla psicoterapia, utilizzando metodi evidence-based.

 

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