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Training autogeno: applicazioni in medicina psicosomatica e in ambito sportivo

Il training autogeno può essere utilizzato nell'ambito dello sport e può generare numerosi benefici a livello fisico e mentale negli atleti.

Di Federica Marcante

Pubblicato il 16 Giu. 2017

Aggiornato il 20 Set. 2017 12:26

Il training autogeno è inoltre una tecnica molto utile anche nell’ambito dello sport. Grazie a questa tecnica, infatti, si ottengono molti benefici psicofisici, migliori prestazioni sportive, maggiore resistenza fisica e un più rapido recupero delle energie (Peresson, 1977).

 

I benefici del training autogeno

Il training autogeno è attualmente uno strumento molto usato per migliorare il benessere psicofisico e per il trattamento di vari disturbi di natura psicosomatica. Permette di regolarizzare le funzioni vitali spesso variate a causa dello stress e di scaricare delle tensioni migliorando la qualità della vita (Schultz, 1986).

Schultz (1986) evidenzia come gli esercizi di training autogeno permettano di ottenere molti benefici:
– Autoinduzione di uno stato di calma, rilassamento;
– Benessere psicofisico;
– Miglioramento delle prestazioni, recupero energie;
– Diminuzione della percezione del dolore;
– Autodeterminazione, formulazione di proponimenti;
– Modificazione delle capacità mnestiche;
– Introspezione.

Il training autogeno e il trattamento di alcuni disturbi

Questa tecnica favorisce l’autoregolazione di funzioni normalmente involontarie sollecitando le funzioni del sistema nervoso parasimpatico e inibendo quelle del sistema nervoso simpatico (Schultz, 1986; Hoffman,1980).
Il Training Autogeno risulta dunque particolarmente indicato in medicina psicosomatica per il trattamento di alcuni disturbi psico-vegetativi (Schulz, 1986; Hoffman, 1980; Wallnöfer, 1993, Peresson, 1984):
– Disturbi gastro – intestinali (gastrite, colite, ulcera, stitichezza e diarrea);
– Disturbi respiratori (asma, rinite, bronchite);
– Disturbi cardio-circolatori (tachicardia e ipertensione);
– Disturbi sessuali (frigidità, impotenza, eiaculazione precoce, dispareunia);
– Disturbi della pelle (eczema e psoriasi);
– Balbuzie;
– Disturbi del sonno;
– Cefalea vasomotoria.

L’impiego del training autogeno nello sport

Il training autogeno è inoltre una tecnica molto utile anche in ambito sportivo. Grazie a questa tecnica, infatti, si ottengono molti benefici psicofisici, migliori prestazioni sportive, maggiore resistenza fisica e un più rapido recupero delle energie (Peresson, 1977). Hoffmann (1980) parla di Training Autogeno come “doping psichico naturale e consentito” per il miglioramento delle prestazioni sportive.

Uno studio di Z. Tomita con un gruppo di nuotatori che avevano appreso il Training Autogeno evidenziò (Peresson, 1977):
– Minore tendenza a sentimenti depressivi e a sentimenti di inferiorità;
– Maggiore apertura sociale;
– Maggiore obiettività nel considerare le situazioni di gara.

Nello sport, il Training Autogeno viene utilizzato in maniera diversa a seconda delle caratteristiche della particolare disciplina sportiva e degli effetti che si vogliono ottenere. Ovviamente negli sport di squadra va preferito l’apprendimento in gruppo, che consente di lavorare contemporaneamente anche sulla condivisione di esperienze e sul clima di squadra.

Grazie all’apprendimento del Training Autogeno si ottengono molteplici benefici, sia per il singolo atleta sia per la squadra (Peresson, 1977):
– può essere usato come “pausa profilattica” tra un tempo e l’altro della gara, per favorire il recupero delle energie psicofisiche;

– rappresenta un valido aiuto per contrastare l’ansia da prestazione in quanto permette di scaricare la tensione e l’emotività e di acquisire un maggior controllo su fattori emotivi che possono interferire negativamente con il buon esito di una prestazione sportiva;

– favorisce il rilassamento muscolare, riducendo così il rischio di contratture e di infortuni;

– praticato prima di una gara, favorisce una maggiore concentrazione durante la gara stessa;

Il Training Autogeno favorisce anche un miglioramento del “clima di squadra”: maggiore armonia, superamento di rivalità e antagonismi e aumento del senso di appartenenza e di coesione.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Hoffmann B. H. (1980), “Manuale di Training Autogeno”, Astrolabio, Roma.
  • Peresson L. (1977), “Training Autogeno, Visualizzazione Guidata e Musicoterapia nello sport”. Atti del I Convegno Internazionale Cisspat, Edizioni Cisspat, Padova.
  • Peresson L. (1984), Trattato di psicoterapia autogena, Piovan Editore, Abano Terme.
  • Schultz J. H. (1986), Il training autogeno, Volume I, Esercizi Inferiori, Edizioni Feltrinelli, Milano.
  • Wallnöfer H. (1993), Anima senza ansia, Edizioni Universitarie Romane.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Immagine: Fotolia_79338674_il training autogeno e la psicoterapia autogena
Il training autogeno e la psicoterapia autogena

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento e autodistensione da concentrazione psichica che produce modificazioni a livello di psiche e soma.

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