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Woody Allen e la nostalgia – Midnight in Paris

In Midnight in Paris la nostalgia è protagonista: nostalgia storica verso un passato non proprio e nostalgia personale verso le proprie esperienze di vita

Di Mario Barile

Pubblicato il 14 Giu. 2017

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:52

Da negazione del presente a componente identitaria importante per guardare al futuro: nostalgia storica e personale in Midnight in Paris, film Premio Oscar 2012.

 

È il momento di cambiare vita per Gil, protagonista del film Midnight in Paris: indipendentemente dal rischio che ciò comporta, il brillante sceneggiatore hollywoodiano vuole abbandonare il presente, di successo ma privo di stimoli, per un futuro da scrittore.

Un futuro che esprime passione per tutto ciò che è passato: il protagonista del suo libro è infatti proprietario di un “negozio nostalgia” (cioè un negozio che rivende articoli usati, in particolare vintage). Questa prospettiva non è condivisa dalla compagna Ines, con la quale Gil trascorre una breve vacanza nella città di Boris Vian.

Il suo spirito idealistico e nostalgico si scontra con quello pragmatico della futura sposa e con quello dell’amico di lei, Paul, che sentenzierà:

Nostalgia è negazione, negazione di un presente doloroso… Il nome di questa negazione è il pensare ad un’epoca d’oro, l’erronea nozione che vi è un periodo migliore di quello in cui si vive. È un volo nell’immaginario romantico di coloro che trovano difficile convivere con il presente

In Midnight in Paris, il pedante Paul descrive perfettamente lo stato d’animo dell’aspirante romanziere: epici sono i voli notturni nella “festa mobile” (la Parigi degli Anni Venti, come definita da Ernest Hemingway) compiuti da Gil, durante i quali egli ha la possibilità di conoscere e interagire con le più importanti personalità che in quell’epoca gravitano nella capitale, da F. Scott Fitzgerald a T.S. Eliot. Riesce a far leggere la sua bozza di racconto nientemeno che allo stesso Hemingway, per tramite della scrittrice Gertrude Stein.

Conosce inoltre Adriana, l’affascinante compagna di Picasso, con la quale nascerà un feeling proprio a partire dall’interesse comune per ciò che è passato. La surreale, reciproca attrazione è tale da mettere in crisi il rapporto tra Gil e Ines, incrinatosi anche a causa delle scorribande notturne e solitarie del nostro Gil (lei si consolerà con Paul).

Proprio nella notte in cui il viaggiatore nel tempo decide di dichiarare il proprio amore, è trascinato da Adriana nella Belle Époque: questi anni rappresentano per l’avvenente parigina la vera età dell’oro, l’epoca nella quale vale davvero la pena vivere e dove intende restare. È questo il momento in cui Gil raggiunge l’intuizione che sarà la chiave di volta della storia:

Se tu resti qui e questo diventa il tuo presente, allora molto presto comincerai a immaginare un’altra epoca che sia la tua epoca d’oro. Ecco che cos’è il presente! è un po’ insoddisfacente, perché la vita è un po’ insoddisfacente!

Rifugiarsi nel passato, presunto e irraggiungibile idillio di felicità, rappresenta in effetti un tramite per ovviare all’incapacità di sostenere la vita attuale e la sua caratteristica, fisiologica incompiutezza.

La nostalgia è, quindi, sempre negativa?

Come osservato da Krystine Batcho è possibile individuare, in Gil di Midnight in Paris, l’alternarsi di due diverse tipologie di nostalgia.

La prima, quella considerata finora e definita nostalgia storica o simulata, riguarda l’interesse per un passato non personale: nel caso di Gil, la Parigi degli Anni Venti. La seconda, meno esplicita nel film ma non meno decisiva, rappresenta la nostalgia personale o reale, riferendosi alle esperienze individuali realmente vissute (Baker, Kennedy, 1992).

Se la prima nostalgia, come già visto, accompagna un’insoddisfazione per il presente talmente grande da rendere preferibile un’altra epoca, la seconda invece aiuta a mantenere un costante senso di identità nelle esperienze traumatiche e durante i cambiamenti (gli aspetti positivi e funzionali della nostalgia sono illustrati in questo articolo).

Il nostro passato, se richiamato attraverso la nostalgia personale, è una parte di noi che ci ricorda chi siamo, i nostri sogni e aspirazioni. Gil, proprio grazie alla nostalgia, scopre che la sua vocazione non è quella di sceneggiatore seriale ma di romanziere, indipendentemente da dove la vita lo abbia portato fino a quel momento.

Allen (Allen, 2011) inserisce un ulteriore espediente che rende ancora più chiaro, pur attraverso la vena ironica della coincidenza, il legame tra nostalgia, passato e futuro. Proprio grazie a una vecchia passione musicale Gil, questa volta nella Parigi del presente, conosce Gabrielle. Guarda caso, la proprietaria di un “negozio nostalgia”.

Il vibrato del clarinetto di Sidney Bechet, la pioggia di Parigi e i lampioni lungo la Senna completano il quadro di un finale romantico e…nostalgico.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Allen W., Méndez J. et al., (2011). Midnight in Paris, Sony Pictures Home Entertainment
  • Baker S.M., Kennedy P.F., (1994). Death By Nostalgia: a Diagnosis of Context-Specific Cases, in NA - Advances in Consumer Research Volume 21, ed. Chris T. Allen and Deborah Roedder John, Provo, UT: Association for Consumer Research
 
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