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Come migliorare la propria grafia nell’età digitale

Anche se nell'era digitale la grafia assume sempre meno importanza, è possibile migliorarla attraverso degli esercizi di allenamento.

Di Alessandra Pontis

Pubblicato il 28 Giu. 2017

Aggiornato il 11 Dic. 2017 11:31

La grafia è regolata dal cervello ed, in particolar modo, dalla memoria motoria. E’ proprio lei ad immagazzinare l’input motorio e rimandare l’output al resto del corpo che, come un meccanismo perfetto, riprende il movimento e, grazie all’allenamento continuo, permette di migliorare la fluidità dello stesso.

“Ogni lettera, basata su cerchi e quadrati, è un microcosmo che riflette la perfezione e la bellezza del macrocosmo”

(tratto da Calligrafia, l’Arte della bella scrittura, E.Pulvirenti)

 

La scrittura ai tempi dell’era digitale

Siamo ufficialmente nell’età del digitale, dove i nostri figli sanno utilizzare uno smartphone e noi comunichiamo con gli audio e i video.
Scriviamo con la penna grafica, prendiamo appunti con l’Ipad, impariamo con le slide, veicoliamo le nostre emozioni e i nostri ricordi grazie ad una tastiera, relegando il compito di memorizzare agli strumenti che oggi abbiamo a disposizione.

Questo semplifica (e velocizza) grandemente il lavoro che ognuno di noi deve svolgere nell’arco della giornata, ma abbiamo lasciato indietro alcune componenti fondamentali.

Mentre i nostri genitori erano quasi costretti all’ora di bella scrittura in cui stanghette, ondine e cerchietti erano all’ordine del giorno, oggi la calligrafia, soprattutto nel sistema scolastico, ha perso il suo ruolo centrale di portatrice di bellezza, di microcosmo estetico da tramandare da insegnante ad alunno, di veicolo di attenzione e concentrazione, di ritmo, di ordine.

La “vecchia scuola” si fondava su presupposti che sarebbero stati scoperti e confermati scientificamente da lì a pochi decenni: l’esercizio continuato, l’allenamento grafico e la costruzione delle lettere a partire dai singoli tratti è un un buon predittore per l’età adulta. In poche parole, chi aveva svolto quell’allenamento grafico durante i primi anni della scuola elementare (ora chiamata scuola primaria) aveva molte più probabilità di sviluppare una bella grafia da adulto.

E’ altresì vero che oggi, questo genere di allenamento grafomotorio, risulterebbe funzionale come predittore di eventuali disturbi dell’apprendimento legati alla grafia tanto per poter intervenire in tempo nel recupero e/o nel potenziamento delle abilità grafiche.

Le componenti della grafia e il ruolo del cervello

Ma di cosa è composta principalmente la scrittura? E che ruolo svolge il cervello, in tutto questo?

La grafia si basa principalmente su tre componenti:
– Coordinazione oculo-manuale
– Motricità fine della mano
– Dinamicità del corpo.

Tutto ciò è regolato dal cervello ed, in particolar modo, dalla memoria motoria. E’ proprio lei ad immagazzinare l’input motorio e rimandare l’output al resto del corpo che, come un meccanismo perfetto, riprende il movimento e, grazie all’allenamento continuo, permette di migliorare la fluidità dello stesso. Sì, perché l’obiettivo principale della grafia è quello di poter creare una parola intera da un unico gesto (al massimo due, nel caso di trattini e puntini!), velocizzando ed economizzando al massimo il lavoro di mente e corpo.

Se siamo rimasti colpiti dalla parola allenamento è perché imparare la grafia (o semplicemente migliorarla) non è così diverso dal prepararsi per una maratona o cominciare a suonare uno strumento: l’ esercizio cosiddetto sensato, ovvero quello dove ci rendiamo conto dei punti di forza e dei punti di debolezza e dove aggiustiamo continuamente il tiro, permette di incrementare la correttezza e la velocità del meccanismo stesso.

Questa è l’unica parola “brutta” che leggerete perché la parola allenamento rimanda sempre ad un’immagine di fatica e privazione, anche se ciò è necessario, soprattutto quando siamo desiderosi di voler migliorare la nostra grafia in età adulta.

La notizia bella è che tutti possono riuscirci.

Sì, perché il nostro cervello è plastico ed, escludendo disturbi neurologici o condizioni particolari, siamo tutti capaci di ottenere miglioramenti.

Basta seguire dei piccoli accorgimenti nelle nostre abitudini quotidiane, come:
– Scrivere il più possibile a mano (es., prendere appunti)
– Utilizzare lo strumento che troviamo più maneggevole (es., penne gel)
– Dedicarsi agli esercizi grafomotori almeno dieci minuti al giorno (su Internet avete ampia scelta)
– Non perdere la speranza, il cambiamento necessita di costanza.

I benefici della scrittura sono molteplici e risaputi: oltre alla capacità di farci rilassare, studi scientifici hanno rivelato che utilizzare la scrittura per prendere appunti aumenta la capacità di memorizzare. Questo perché la scrittura diventa una memoria esterna alla quale potersi affidare per alleggerire il carico cognitivo dell’apprendimento.

E allora prendiamo carta e penna e cominciamo ad allenarci!

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo-motorie, M. Pratelli, Ed. Erickson, 1999
  • Laboratorio grafo-motorio, P. Fantuzzi&Al., 2015, ed. Erickson
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