expand_lessAPRI WIDGET

DSA e sport: come “leggono” lo sport i ragazzi con Disturbi dell’apprendimento?

Nonostante le difficoltà di equilibrio che i ragazzi con DSA possono avere nello sport, essi sono anche molto creativi e leggono le cose da più prospettive

Di Vania Galletti

Pubblicato il 10 Mag. 2017

Aggiornato il 08 Lug. 2019 12:48

Nonostante alcuni aspetti portino a pensare che svolgere uno sport possa essere un’ esperienza altamente fallimentare per un ragazzo affetto da DSA è importante tener conto anche delle caratteristiche che possono far diventare queste persone veri e propri campioni nelle discipline sportive.
Le persone con DSA spesso hanno facilmente una visione d’insieme, una percezione globale e riescono a “leggere” le situazioni in modo più ampio.

Vania Galletti, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI MODENA

Le difficoltà nello sport dei ragazzi con DSA

Siamo in un’epoca in cui i ragazzi sono sempre meno abituati a correre, a sudare perché con l’avvento dell’era informatica gran parte delle abitudini sono cambiate. E’ necessario  far recuperare la pratica sportiva ai ragazzi in quanto oltre a costituire una valvola di sfogo lo sport costituisce un metodo educativo di prevenzione del disagio e di conoscenza delle proprie capacità.
I ragazzi con Disturbi specifici dell’apprendimento spesso incontrano difficoltà nella socializzazione all’interno di un gruppo di pari così come nella coordinazione motoria: è quindi molto importante creare delle condizioni perché essi possano sperimentare esperienze positive e socializzanti in contesti che siano extrascolastici e di gruppo.

Un altro problema che gioca a svantaggio dei ragazzi con DSA è il fatto che per la pratica dello sport si richiede l’intervento diretto del sistema attentivo, del coordinamento motorio, del controllo della postura, e di altri aspetti spesso carenti in questi ragazzi.
In uno studio di Vuijk et al. (2011) è emerso come in un campione eterogeneo di 137 bambini in età scolare con difficoltà di apprendimento esaminati con la batteria sul movimento per bambini (MABC) il 52,6% dei bambini esaminati si collochi al di sotto del 15 ° percentile sulla destrezza manuale, 40,9% in abilità con la palla, e il 33,7% sulla capacità di equilibrio. Inoltre, moderate correlazioni sono state trovate tra ortografia e matematica e il punteggio totale MABC, così come una moderata correlazione tra la matematica e l’equilibrio, tra la lettura e abilità con la palla, e tra l’ortografia e la destrezza manuale.

In uno studio Olandese di Westendorp et. al. (2011) sono state confrontate le abilità motorie di bambini con difficoltà di apprendimento (n = 104) con quelli di bambini a sviluppo tipico di pari età (n = 104) utilizzando il test di Gross Motor Development-2. I risultati di questo studio riportano punteggi significativamente inferiori su entrambi i subtest delle abilità locomotorie rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. Inoltre, nei bambini con difficoltà di apprendimento è stata osservata una relazione specifica tra capacità di lettura e abilità locomotorie.

Un altro interessante dato riguarda il controllo posturale dei ragazzi con disturbi dell’apprendimento. Razuk et al. (2014) hanno osservato come lo scarso controllo dei bambini dislessici sia legato al modo in cui le informazioni sensoriali sono acquisite dall’ambiente. In condizioni in cui segnali sensoriali sono meno informativi, i bambini dislessici richiedono più tempo per elaborare stimoli sensoriali al fine di ottenere informazioni precise e questo porta ad un deterioramento delle prestazioni.

 

Il cervelletto: l’area coinvolta nell’equilibrio e nel movimento

Secondo Nicholson e Fawcett ( 1999) inoltre il cervelletto è la principale area motoria coinvolta con il balance, l’equilibrio e l’apprendimento delle capacità motorie. E’ in questa area che le motor skills cioè le abilità motorie diventano automatiche, ovvero eseguite senza alcuna consapevolezza.
Un buon esempio potrebbe essere l’andare in bicicletta o giocare a tennis. All’inizio quando impariamo questi tasks “compiti” dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo: per esempio come tenere la racchetta, come muovere il braccio, la postura…nel momento in cui è automatico possiamo compiere lo stesso movimento di continuo senza pensarci. Ad ogni moto il cervelletto, secondo questi autori è coinvolto in attività cognitive ben più complesse. In particolare ci sono dei collegamenti neurologici con la corteccia, includendo anche l’area di Broca. Il cervelletto è responsabile nello sviluppo del linguaggio, in particolar modo nell’articolazione delle abilità linguistiche, in quanto coinvolge il tempo e la fluency. Possiamo quindi immaginare la connessione con il fenomeno dislessia, leggere, scrivere.

 

Le risorse e le possibilità di successo nello sport per i ragazzi con DSA

Nonostante questi aspetti portino a pensare che svolgere un’attività sportiva possa essere un’ esperienza altamente fallimentare per un ragazzo affetto da DSA è importante tener conto anche delle caratteristiche che possono far diventare queste persone veri e propri campioni nelle discipline sportive.
Le persone con DSA spesso hanno facilmente una visione d’insieme, una percezione globale e riescono a “leggere” le situazioni in modo più ampio.

Ragionano in modo dinamico, creando connessioni inusuali che altri difficilmente riescono a sviluppare. Sono capaci di vedere le cose da diverse prospettive, tendono ad affrontare i “compiti” con approcci e modalità diverse. Percepiscono ed apprendono in maniera multidimensionale, usando tutti i sensi, tendono a processare le informazioni in modo globale invece che in sequenza. Sono creativi, creano e sviluppano facilmente nuove idee e soluzioni. Esprimono le loro potenzialità in un contesto dinamico, in continuo cambiamento, in cui riescono a sviluppare idee e a fare previsioni.

Tutte queste caratteristiche fanno presagire una possibilità di successo per i ragazzi con DSA, aspetto molto importante visto che questi sono ragazzi abituati a leggere negli occhi dei loro insegnanti la sfiducia nei confronti delle loro capacità e riuscire a “fare bene” qualcosa è una rivincita il cui valore non si può quantificare.

E se il successo è arrivato per atleti dislessici come il pugile e campione dei pesi massimi Muhammad Alì, i grandissimi giocatori di basket Michael Jordan e Magic Johnson, il campione di canottaggio Steve Redgrave e tanti altri perché non mirare in alto!?
I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall’interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere la volontà e l’abilità. Ma la volontà dev’essere più forte dell’abilità.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Attività fisica e abilità cognitive: lo sport fa bene alla mente
Rapporto tra attività sportive e miglioramento delle abilità cognitive

Diversi studi sui bambini hanno dimostrato come l'attività fisica e lo sport abbiano degli effetti positivi sulle abilità cognitive.

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel