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L’interpretazione psicoanalitica di un caso di frigidità in Musica: il libro di Yukio Mishima

Il libro racconta della storia vera di una paziente con problemi sessuali che perdipiù riferisce di non riuscire a "sentire" la musica. 

Di Guest

Pubblicato il 11 Apr. 2017

Nel libro, ispirato ad una storia vera, l’affascinante ragazza, Reiko, che il medico assiste, sostiene di non riuscire a sentire la “musica”. I suoni e la melodia, non appena uditi, si trasformano in silenzi, metafora del suo non riuscire a percepire e raggiungere il piacere nel rapporto amoroso. La musica diventa allora simbolismo e allusione dell’orgasmo, un problema sessuale femminile che il dottor Shiomi si trova ad affrontare.

Francesco Roselli 

 

[blockquote style=”1″]Nel nostro lavoro si trattano solo cose che non si possono né vedere né toccare, ma ciò non toglie che qualsiasi psicoanalista abbia il nascosto desiderio di avere davanti ai propri occhi una chiara verifica[/blockquote] è quanto ammette con amarezza, a se stesso, il dottor Shiomi Kazunori, psicoanalista, tra i principali protagonisti di Musica (libro scritto da Yukio Mishima), che ha in cura una giovane donna, un caso non semplice che lo mette a dura prova.

Nel libro, ispirato ad una storia vera, l’affascinante ragazza, Reiko, che il medico assiste, sostiene di non riuscire a sentire la “musica”. I suoni e la melodia, non appena uditi, si trasformano in silenzi, metafora del suo non riuscire a percepire e raggiungere il piacere nel rapporto amoroso. La musica diventa allora simbolismo e allusione dell’orgasmo, un problema sessuale femminile che il dottor Shiomi si trova ad affrontare.

Nel libro si indagano gli aspetti dell’animo umano, non solo del paziente ma anche dello psicoanalista, del suo debole per l’attraente giovane. Tra le pagine, si può toccare con mano quel controtransfert che mette in risalto le debolezze dell’animo umano, rapporto tra terapeuta e paziente di cui già C.G. Jung e Sabina Spielrein ci avevano messo al corrente.

Ma Reiko non è costante nelle sedute, le salta, si allontana per un po’, poi ritorna, prova giovamento al rientro nella “sala terapia”, le brillano gli occhi, il dottor Shiomi l‘ha sempre aspettata e desiderata. Reiko forse guarisce ma non grazie al suo terapeuta. Perché mente. Utilizza la bugia come protezione del suo essere. Guarirà, forse no. Il finale è da scoprire.

Poi c’è il pagamento delle sedute, anche se saltate. Il tutto fa parte della terapia e il lettore, curioso, può finalmente, attraverso queste pagine, entrare nella stanza della terapia, assistere agli incontri e osservarne gli sviluppi, seguire il rapporto che s’instaura tra psicoanalista e paziente e comprenderne le evoluzioni.

Mishima ci regala pagine ordinate, soddisfa la curiosità del lettore che ha voglia di conoscere e capire, pensieri brevi ma strutturati, una scrittura cadenzata, con una metodica tipica della precisione giapponese, Mishima è un samurai della letteratura.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Mishima, Y. (2013). Musica. Feltrinelli Editore.
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