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Split (2016) – Cinema & Psicoterapia

Nel film Split, Kevin, affetto da disturbo dissociativo dell'identità, rapisce tre ragazze. La violenza merita condanna o chi ha sofferto è più evoluto?

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 01 Mar. 2017

Nel film Split, Kevin, un uomo con 23 diverse personalità, rapisce tre ragazze. I tentativi di fuga delle sventurate sono vani mentre le diverse identità del protagonista combattono per venire alla luce, alcune in particolare si contendono il controllo delle altre.

Split (2016) RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA  #39 di Antonio Scarinci. Psicologo Psicoterapeuta. Socio Didatta SITCC

 

 

Split (2016) Trama del film

Scritto e diretto da M. Night Shyamalan. Interpretato da J. Mc Avoy, Anya Taylor-Joy, J. Sula, B. Buckley, H. Lu Richardson.

Nel film Split, Kevin, un uomo con 23 diverse personalità, rapisce tre ragazze. I tentativi di fuga delle sventurate sono vani mentre le diverse identità del protagonista combattono per venire alla luce, alcune in particolare si contendono il controllo delle altre. La dottoressa Fletcher, psichiatra di fiducia di Kevin, cerca di lavorare per integrare le personalità multiple che cercano di proteggere Kevin, ma una di esse con il tempo cercherà di materializzarsi e prendere il sopravvento sulle altre.

Qual è lo scopo del rapimento delle ragazze? Cosa accadrà quando emergerà il mostro, “The Beast”, che si nasconde nel profondo della psiche? Le diverse personalità possono rappresentare un privilegio, come in alcuni passaggi del film Split sembra suggerire la psichiatra, per andare oltre la singola esistenza, o manifestano le infinite potenzialità del cervello? E la violenza, il dolore e la sofferenza meritano solo un giudizio di condanna o chi ha sofferto è più evoluto come sostiene il protagonista?

Il twist porta lo spettatore dal realismo descrittivo di un grave disturbo psichico alla fantasia implausibile di un finale tutto da scoprire.

La trama di Split riprende la storia vera di Billy Milligam romanzata da Daniel Keyes in The Minds of Billy Milligan.

William Stanley Milligan, meglio conosciuto come Billy Milligan, fu arrestato nel 1972 per aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse. Durante le varie fasi processuali si scoprì che il ragazzo soffriva di disturbo dissociativo dell’identità ed emersero le varie personalità di Billy, ben 24.

Il disturbo si manifestò sin dall’età di quattro anni, probabilmente a seguito delle violenze inflitte dal patrigno e si sviluppò fino a disgregare la sua personalità in ventiquattro identità diverse. Billy avvertiva solo vuoti di memoria e non aveva consapevolezza dei momenti vissuti dalle altre personalità, né tanto meno delle loro azioni. La sua vita fu un susseguirsi di tentati suicidi, ricoveri in ospedali psichiatrici, stati di confusione, aggressioni, stupri, sequestri, furti e rapine. Furono formulate diverse diagnosi: nevrosi isterica con aspetti passivo-aggressivi, schizofrenia acuta, disturbo di personalità multipla, quest’ultima diagnosi gli permise di essere prosciolto dai capi d’accusa per infermità mentale.

 

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL TRAILER di SPLIT (2016):

 

Motivi d’interesse

La caratteristica che definisce il disturbo dissociativo dell’identità è la presenza di due o più stati di personalità distinti (Criterio A DSM5) e ricorrenti vuoti nella rievocazione di eventi quotidiani, di importanti informazioni personali e/o di eventi non riconducibili a normale dimenticanza (Criterio B DSM5). I sintomi procurano disagio clinicamente significativo e compromissione del funzionamento del soggetto, il disturbo non è una parte normale di una pratica culturale o religiosa largamente accettata e i sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o a una condizione medica (Criteri C, D, E DSM5).

Il protagonista del film Split è stato esposto a maltrattamenti ripetuti e continui da parte della madre durante l’infanzia e abbandonato dal padre. Anche Casey, una delle ragazze rapite è stata abusata ripetutamente dallo zio paterno.

Il care-giver è una figura che rassicura il bambino e gli consente di esplorare il mondo in sicurezza. Quando questa figura di riferimento è minacciosa, addirittura abusante, possono emergere rappresentazioni di sé in relazione all’altro frammentate e dissociate.

Esperienze traumatiche cumulative in cui la vittima è impotente rispetto alla possibilità di sottrarsi ad una forza soverchiante generano un trauma psichico. La risposta a questo trauma complesso ripetuto nel tempo può portare alla disgregazione dell’identità.

Si stabilisce un vero e proprio distacco dall’esperienza di sé e del mondo esterno e un deficit delle funzioni metacognitive che comporta un’interruzione dell’autoconsapevolezza e della capacità di ordinare in modo coerente e integrato l’esperienza. Ne deriva la molteplicità non integrata degli stati dell’io che caratterizza la dissociazione patologica (Liotti e Farina, 2011).

In Kevin non siamo in presenza di fenomeni di detachment, ma di compartimentazione delle funzioni quali la memoria, lo schema e l’immagine corporea, la regolazione delle emozioni che vanno ad alterare la struttura della personalità dell’individuo e l’unità dell’identità (personalità multiple alternanti) (Liotti e Farina, 2011).

Le strategie che sono messe in atto da Kevin in Split sono di tipo controllante, e hanno come obiettivo di proteggersi da caos, impotenza, paura che sono caratteristiche della disorganizzazione. Le personalità prevalenti assumono il controllo per proteggerlo, in particolare Dennis, con marcati tratti ossessivi si assume questo ruolo controllante-punitivo con atteggiamenti ostili, dominanti e umilianti, mentre Patricia e Hedwig, un bambino di nove anni, sono controllanti accudenti con condotte in parte protettive nei confronti delle ragazze.

Le strategie di Kevin sono delle difese che vorrebbero impedire alla Bestia di emergere, e sono anche difensive rispetto al riemergere del triangolo drammatico vittima, persecutore, salvatore. Il triangolo drammatico del protagonista è parallelo a quello di una delle ragazze rapite che sarà l’unica a salvarsi dalla Bestia, ma anche ad agire da carnefice e in parte da salvatore nei suoi confronti (Liotti, 2004, 2011). Casey ha sofferto, porta sul suo corpo le cicatrici della sua sofferenza e questo la rende pura, più evoluta.

Nel film Split, la dottoressa Fletcher costruisce una discreta alleanza, ma non riesce a stabilizzare il paziente e nonostante lavori sulle memorie traumatiche di Kevin l’integrazione degli stati dell’io dissociati non va a buon fine, la loro separatezza dalla coscienza e dalla memoria produrrà effetti drammatici.

 

Split: indicazioni d’utilizzo

La visione di Split può essere utile agli allievi delle scuole di formazione in psicoterapia.

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SCRITTO DA
Antonio Scarinci
Antonio Scarinci

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Liotti, G. (2004), Trauma, dissociation and disorganized attachment: Three strands of a single braid. Psychotherapy: Theory, research, practice, training., 41, 472-486.
  • Liotti, G., Farina, B. (2011), Sviluppi Traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa, Raffaello Cortina, Milano.
  • American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina Editore, Milano.
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