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I cellulari e quella dolorosa sensazione di vuoto – Commento all’intervista del comico Louis C.K.

Una riflessione sulle parole del comico Louis C.K. che parla dello smartphone come di una forma di controllo per non accedere alla sensazione di vuoto

Di Luca Calzolari

Pubblicato il 16 Mar. 2017

A volte accade di ascoltare una storia di persone lontane anni luce dal mondo della psicologia che riescono a cogliere alcuni aspetti chiave su cui noi “specialisti della salute mentale” dibattiamo da anni, oggi volevo condividere le parole non banali del comico Louis C.K.  

 

A volte accade di ascoltare una storia o una particolare esperienza di persone lontane anni luce dal mondo della psicologia che riescono a cogliere alcuni aspetti chiave su cui noi “specialisti della salute mentale” dibattiamo da anni e che, almeno personalmente, ci insegnano e ci fanno riflettere più di tanti manuali.

Anni fa scrissi di un’intervista del calciatore Rino Gattuso che mi rimase nel cuore, nella quale descriveva quale fosse per lui il problema secondario. Ovviamente non lo chiamava così, ma la sua genuina descrizione e valutazione delle proprie emozioni fu ancora più interessante per me, prima della finale dei mondiali.

Oggi volevo condividere le parole non banali di un comico, Louis C.K.  (nome d’arte di Louis Székelye, attore e comico statunitense) espresse in una sua intervista in “Late Night with Conan O’Brien”. I comici sono spesso maestri nel descrivere l’uomo comune, con le sue ansie e le sue fragilità; di conseguenza, ascoltare le loro parole può diventare uno stimolo per riflettere su temi anche di carattere prettamente psicologico.

Ma cosa dice di così particolare questo Luis C.K.? Parla essenzialmente di aspetti educativi, lui padre di due figlie, e di come l’utilizzo di smartphone sia un ostacolo per la crescita di bambini piccoli, che, a causa dell’uso smodato del cellulare, perdono di vista l’esperienza diretta con i propri pari.

 

Louis C.K. : lo smartphone come evitamento della tristezza

Inoltre Louis C.K. sottolinea come lo smartphone possa diventare uno strumento di controllo per non accedere a una sensazione di vuoto, comune e temuta da tutti gli esseri umani.

Attenzione, sta parlando un comico statunitense ma usa parole che non possono passare inosservate a uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Louis C.K. parla in un certo senso di stati dolorosi, “quella consapevolezza di essere solo”, di quella modalità di stare lontano dall’emozione di tristezza che accompagna tale consapevolezza attraverso l’utilizzo di smartphone; spesso col rischio, in macchina, di causare un incidente, perché, come dice Louis C.K., “le persone preferiscono rischiare di uccidere qualcuno e rovinarsi la vita pur di non rimanere soli per un secondo, che è una cosa tanto difficile”. Luis ha anche una soluzione, non certo nuova per noi ma ugualmente e forse ancora più interessante; la descrive mentre racconta un episodio a lui accaduto recentemente.

Era in macchina e, ascoltando una canzone di Bruce Springsteen, viene invaso da memorie passate di quando era giovane che generano un momento di forte nostalgia; Louis pensa:“ora inizio a mandare 50 messaggi”, con lo scopo di fronteggiare questa tristezza nascente. Invece Louis C.K. fa qualcosa di diverso; nelle nostre psicoterapie, ciò rappresenta spesso un momento chiave del percorso perché ha l’obiettivo di modificare le strategie spesso faticose e disfunzionali portate avanti da anni per evitare quello stato doloroso, aiutando la persona ad accedervi per poter provare a tollerarlo.

Dicevamo: cosa fa Louis C.K.? Non fa nulla e lo racconta così, descrivendo i suoi pensieri in quei momenti “Sai che c’è di nuovo? Non farlo, sii triste e basta. Lascia libera la tristezza, non evitarla. Fatti investire dalla nostalgia come un camion”. Così Louis ha fatto. Ha accostato e si è permesso di piangere “come un bambino”.

Quale giudizio rispetto a questa sua reazione? “E’ stato bellissimo. La tristezza è poetica. E’ una fortuna vivere momenti tristi”, giusto per non farci mancare anche il riferimento al problema secondario. Poi quella tristezza ha fatto spazio alla felicità, a pensieri allegri che sono potuti emergere solo grazie al permesso di provare quella tristezza, transitoria e a suo modo bellissima.

Ci sono tantissimi spunti, certo a volte caricaturali, da questa intervista che racconta una storia su uno stato doloroso e sul modo diverso in cui una persona lo ha gestito. Tutto questo partendo dalla curiosità di ascoltare esperienze che nulla hanno a che vedere con contesti clinici.

 

GUARDA IL VIDEO DELL’INTERVISTA DI LOUIS C.K. AL “LATE NIGHT WITH CONAN O’BRIEN”

(Video sottotitolato in italiano qui)

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