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L’affidamento familiare: l’esperienza dei soci dell’associazione Afap onlus

Nasce l’Associazione Famiglie Affidatarie Palermo (AFAP): la voce dei soci per capire cosa significa legalmente ed emotivamente affidamento familiare

Di Angela Ganci

Pubblicato il 28 Mar. 2017

Aggiornato il 28 Mar. 2018 12:45

Al fine di promuovere la cultura dell’ affidamento familiare, tutelando i diritti dei bambini affidati e di chi se ne prende carico, nasce a Palermo l’Associazione Famiglie Affidatarie Palermo (AFAP): attraverso la voce dei soci è possibile acquisire una testimonianza diretta di ciò che significa diventare genitore affidatario.

 

Affidamento familiare: tra legislatura e legami affettivi

L’ affidamento familiare, regolato dalla legge 184/93 e dalla legge 194/2001, è un provvedimento temporaneo che prevede la possibilità, per un bambino proveniente da un ambiente familiare ritenuto non idoneo al suo sano sviluppo, del collocamento presso una famiglia, preferibilmente con figli minori, al fine di soddisfare le esigenze di mantenimento, educazione e crescita emotiva. Caratteristica peculiare di ogni progetto di affidamento familiare è la strutturazione di interventi rivolti alla famiglia di origine per favorire il superamento delle proprie difficoltà e quindi il recupero delle funzioni genitoriali e del rapporto con il figlio, con la famiglia affidataria nel ruolo di “ponte” tra il bambino e la famiglia naturale.

In questo contesto gli affidatari, pur supplendo alle funzioni genitoriali carenti, non possono sostituirsi alla famiglia naturale, benché l’affido dia sempre luogo, sia negli affidatari che negli affidati, a legami affettivi a lungo termine.

Un incontro a termine, almeno da un punto di vista strettamente temporale, un incontro di una famiglia intenzionata a dare amore, e di un bambino bisognoso di cure, eppure non di rado portatore di problematiche personali, come disturbi del comportamento, nonché di un rapporto affettivo preesistente, motivo possibile di conflitto con il nuovo legame che si instaura man mano con gli affidatari. Dinamiche complesse che necessitano di un sostegno psicologico attuato dai Servizi, chiamati in causa nel favorire la gestione delle dinamiche interne alla nuova famiglia e la concreta attuazione di quella funzione “ponte” propria delle famiglie affidatarie.

Dinamiche da manuale che interessano quotidianamente le famiglie affidatarie, imperniano il loro vissuto, segnano il non semplice compito di cementare un rapporto affettivo non scevro da difficoltà, seppur ricco di benefici e gratificazioni affettive.

 

AFAP: la voce delle Famiglie Affidatarie di Palermo

Al fine di promuovere la cultura dell’ affidamento familare, tutelando i diritti dei bambini affidati e di chi se ne prende carico, nasce a Palermo l’Associazione Famiglie Affidatarie Palermo (AFAP): attraverso la voce dei soci e delle loro esperienze dirette è possibile acquisire una testimonianza diretta della concreta attuazione delle dinamiche prima descritte, sottolineando la necessità di interventi di supporto psicologico e di una rete dei servizi coordinata nella presa in carico della situazione del bambino, della sua famiglia di origine e degli affidatari stessi.

E’ necessario distinguere innanzitutto tra affidamento familiare e adozione – sottolinea Valentina Pizzino, avvocato e socia AFAPInfatti nel caso dell’adozione il bambino, la cui famiglia di origine ha perso la potestà genitoriale, viene inserito nello stato di famiglia ed è un figlio a tutti gli effetti, parificato ai figli naturali. Per l’affido non è cosi: l’idea di base è il collegamento con una famiglia di origine in difficoltà, ma che non ha perso la potestà genitoriale. L’ affidamento familiare ha in tal senso lo scopo di creare una famiglia d’appoggio che fornisca una stabilità economico-affettiva. In realtà di recente, per favorire la continuità affettiva si ricorre sempre di più all’ affidamento sine die, allora il bambino permarrà nella famiglia affidataria fino alla maggiore età. Sono del parere che l’ affidamento familiare dovrebbe essere incentivato, anche a fronte di altre soluzioni come l’inseminazione artificiale, perché l’affido è una forma d’amore, nobile e gratuita, è accoglienza del bambino e della sua famiglia in toto.

L affidamento familiare l esperienza dei soci dell associazione Afap onlus - valentina Pizzino

Valentina Pizzino – Avvocato e Socia Afap

Proprio sulla natura gratuita, e non egoistica, dell’ affidamento familiare sembrano sollevarsi le maggiori difficoltà, allorché l’amore si scontra con il tema del possesso.

Le più grandi barriere all’affido sono secondo noi racchiuse nella paura che il figlio venga tolto, un giorno o l’altro. Il possesso è una forte barriera culturale – sostiene Jenny Campanella, consigliera AFAP e mamma affidataria – Altre realtà del Nord Italia hanno nei confronti dell’affido un atteggiamento diverso dal possesso. Voglio ricordare l’associazione Dalla Parte dei Bambini Onlus che si occupa di affidi difficili, ovvero di bambini con patologie conclamate, senza alcuna difficoltà e che possiede una nutrita banca dati di famiglie disposte all’ affidamento.

L affidamento familiare l esperienza dei soci dell associazione Afap onlus - Adriana De Trovato e Jenny Campanella

Adriana De Trovato  e Jenny Campanella – Consigliere e Socie Afap

L’ affidamento familiare come puro atto altruistico, quindi, per il bene del bambino, pur nella miriade di difficoltà quotidiane, innanzitutto determinate dai non sempre facili rapporti con la famiglia di origine e le sue intrinseche carenze educative.

Nella mia esperienza di madre con una figlia in affidamento e una figlia adottata notiamo la differenza, soprattutto nel rapporto con la famiglia naturale – racconta Marinella Governale, consigliera AFAP – Nel caso della mia figlia adottiva sappiamo che nessuno può contestarci, in quanto nostra figlia a tutti gli effetti. Sento emotivamente J. come mia figlia, ma non posso dimenticare che ha una famiglia, ed è difficile gestire una situazione in cui i genitori naturali la fanno sentire in colpa perché si trovano in difficoltà economiche. Per non parlare delle gelosie che scattano nel momento in cui un bambino viene affidato e del disagio provato allorché non possa chiamare Mamma la madre affidataria quando è presente la madre naturale, per non ferirla o farla ingelosire. Nel caso della mia J. abbiamo inoltrato domanda per continuare a tenerla con noi fino a ventuno anni e garantirle una continuità di vita, un rapporto costante con la scuola, gli amici, i suoi spazi, fatto possibile grazie alle linee guida del 2012.

Il carico della famiglia di origine è una costante nell’ affidamento familiare, e assume connotazioni specifiche nel caso di affidamento di minori stranieri.

Il mio affidamento si può definire speciale, perché mio figlio è un minore straniero orfano di entrambi i genitori, ma benché non si ponga la questione del rapporto con la famiglia di origine, la presenza della famiglia è in ogni modo una costante. Posso infatti dire che insieme a lui abbiamo in effetti accolto anche i suoi fratellini e il suo progetto di sostenerli economicamente – conferma Sonia Lo Cascio, socia AFAP.

Difficoltà che rientrano nell’ambito affettivo, a cui si sommano quelle di carattere economico e relative al sostegno dei servizi sociali preposti alla gestione del percorso di affidamento.

Sotto l’aspetto economico, a ciascuna famiglia affidataria spetta un ammontare di 250 euro mensili per i fabbisogni del figlio, di solito erogati a fine anno, e l’onere delle spese sanitarie, da cui attualmente sono esenti le Comunità; dal punto di vista della rete dei servizi di sostegno la situazione non può peraltro definirsi rosea.

Con la legge sulla trasparenza c’è stato uno snellimento degli operatori del centro Affidi per cui la gestione degli affidi passa ai Servizi Sociali territoriali, oberati di lavoro, per cui chiedere un appuntamento è difficile, con incontri sporadici – spiega ancora Governale. E continua – Per ovviare a questa carenza l’AFAP organizza gruppi di sostegno alle famiglie nell’ottica di fornire un servizio psicologico agli affidatari, rispondente alle esigenze concrete della convivenza quotidiana in famiglia.

E se di fronte a queste difficoltà qualcuno potrebbe pensare di mollare, ecco che un beneficio supera ogni difficoltà e attende i genitori affidatari.

Il sorriso di mio figlio mi ripaga di tutto, un suo sorriso a fine giornata basta a cancellare ogni difficoltà, esattamente come accade con un figlio naturale – conclude Adriana De Trovato, consigliera AFAP.

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Angela Ganci
Angela Ganci

Psicologia & Psicoterapeuta, Ricercatrice, Giornalista Pubblicista.

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