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Il metodo sperimentale in psicologia generale – Introduzione alla Psicologia

La psicologia generale rappresenta la branca della psicologia in cui si applica il metodo sperimentale per lo studio delle funzioni psicologiche di base

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 23 Feb. 2017

L’applicazione del metodo sperimentale in psicologia generale permette l’individuazione delle relazioni esistenti tra uno stimolo fisico e la percezione sensoriale da esso derivante. Questa relazione può essere studiata e verificata in laboratorio e può essere supportata da dati numeri che rappresentano il grado e l’intensità della relazione esistente tra i fenomeni osservati.

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

 

Metodo sperimentale e psicologia

Quando si parla di metodo sperimentale si è soliti riferirsi a una prassi strutturata e estremamente controllata. Essa consiste nel formulare una serie di ipotesi, che verranno poi verificate, confermate o disconfermate empiricamente, a cui eventualmente segue la generalizzazione del risultato ottenuto. Quest’ultimo può essere postulato in una legge sul funzionamento generico di un dato fenomeno oggetto di studio.

Per acquisire conoscenze attendibili e tangibili gli psicologi applicarono, e applicano tuttora, il metodo sperimentale ai fenomeni psichici. Grazie all’applicazione del metodo sperimentale in psicologia è stato possibile osservare e registrare accuratamente un evento in tutte le sue manifestazioni sia psichiche sia comportamentali.

La psicologia generale spesso è definita anche psicologia sperimentale. Essa rappresenta la branca della psicologia in cui si applica la ricerca scientifica alle funzioni psicologiche di base. Quindi lo scopo è studiare, applicando la metodologia sperimentale la mente e il comportamento.

 

Il metodo Sperimentale in psicologia generale

L’applicazione del metodo sperimentale in psicologia generale permette l’individuazione delle relazioni esistenti tra uno stimolo fisico e la percezione sensoriale da esso derivante. Questa relazione può essere studiata e verificata in laboratorio e può essere supportata da dati numeri che rappresentano il grado e l’intensità della relazione esistente tra i fenomeni osservati.

La psicologia generale diventa sperimentale, dunque, quando si avvale del metodo sperimentale (verifiche, prove, test, simulazioni…) e della statistica (psicometria), la quale permette di quantificare la grandezza di un dato fenomeno studiato. La psicologia generale è scientifica nel momento in cui studia i fenomeni mentali in maniera strutturata e seguendo la prassi tipica del metodo scientifico.

In questo ambito, dunque, l’oggetto di studio può essere il comportamento, la percezione, le emozioni, la memoria, il linguaggio, la personalità, e molte altre funzioni e processi mentali.

Applicare il metodo sperimentale in psicologia generale significa  osservare i fenomeni psichici (percezione, intelligenza, memoria, etc) e i comportamenti, da essi derivanti, in maniera oggettiva grazie all’attuazione di rigide procedure molto strutturate, tipiche del metodo sperimentale. Le diverse caratteristiche di un fenomeno psichico saranno considerate variabili e possono essere direttamente manipolate dallo sperimentatore o semplicemente osservate nell’ambiente in cui si verificano. Queste variabili in alcune condizioni è possibile tenerle sottocontrollo per garantire una accurata registrazione di quanto si riscontra in determinate circostanze in cui il fenomeno si è presentato; in altre situazioni è possibile osservarle senza manipolarle.

 

La storia della psicologia sperimentale

La psicologia sperimentale si è costituita come disciplina autonoma intorno alla seconda metà dell’Ottocento con Wilhelm Max Wundt. Per Wundt la psicologia è la scienza dell’esperienza e il metodo della psicologia deve essere quello sperimentale, basato sull’auto-osservazione o introspezione, condotta in maniera sistematica, ovvero come una ricerca scientifica.

Quindi, secondo Wundt è possibile studiare l’esperienza attraverso un processo di conoscenza sistematico volto alla comprensione degli elementi di cui è costituita, individuandone le relazioni esistenti e ricavando da essi delle regole generali che spiegano il loro funzionamento.

Nel 1873-74 fu pubblicata la prima edizione del libro “Fondamenti di psicologia fisiologica“, che può essere considerata la prima opera sistematica della psicologia scientifica moderna e nel 1879 Wundt fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia. In questo laboratorio Wundt e i suoi collaboratori eseguivano ricerche in quattro campi di indagine diversi: la psicofisiologia dei sensi, in particolare della vista e dell’udito, i tempi di reazione, la psicofisica e l’associazione mentale.

Per Wundt osservare in maniera scientifica consisteva nel determinare quando è il momento di iniziare il procedimento sperimentale, ripetere l’operazione parecchie volte e individuare le condizioni che devono essere suscettibili a manipolazione o controllate. L’oggetto della psicologia per Wundt è lo studio dell’esperienza che fa parte della coscienza intesa come prodotto mentale. Per questo, la prassi era: analizzare i processi coscienti scomponendoli nei loro elementi costitutivi o variabili, individuare le possibili connessioni tra le variabili, e formulare leggi di combinazione tra le variabili. Da qui, nasce un intero filone di ricerca sui fenomeni psichici, tra cui ricordiamo gli studi sperimentali sulla memoria messi a punto da Ebbinghaus.

Egli realizzò numerose ricerche sulla memoria grazie alle quali riuscì a formulare la “legge di Ebbinghaus”, secondo la quale esiste un rapporto costante tra il numero di informazioni da memorizzare e il tempo di apprendimento. Inoltre, egli fondò due laboratori di psicologia ed il Giornale di fisiologia e psicologia degli organi di senso, una delle prime e più importanti riviste scientifiche di psicologia. L’approccio di Ebbinghaus alla memoria è definito associazionismo e i suoi studi a tutt’oggi risultano ancora molto utilizzati.

Un altro psicologo che ha contribuito alla nascita della psicologia sperimentale è stato Theodor Gustav Fechner. Egli riuscì a individuare le leggi che governano i rapporti tra stimolo fisico e sensazione. Fechner sostenne che ciò che determina il rapporto tra la mente e il corpo può essere individuata nella relazione, intesa in termini quantitativi, tra la sensazione mentale e lo stimolo materiale. Gli effetti dell’intensità degli stimoli non sono assoluti, bensì relativi alla quantità di sensazioni esistente in quel momento. Ad esempio, se si aggiunge il suono di un campanello a uno già esistente, si ottiene un aumento di percezione sensoriale che intensifica la percezione dello stimolo.

In psicologia generale è rilevante anche il comportamentismo, approccio concettuale che dà rilevanza a ciò che è oggettivo e misurabile a livello di comportamento osservato. Il maggiore esponente del comportamentismo è Watson, che individua nel comportamento l’oggetto dell’indagine psicologica. Il comportamento può essere osservato e misurato attraverso degli esperimenti che permettono di individuare modalità di funzionamento tramite la messa a punto di uno schema del tipo stimolo-risposta (S-R). Quindi, lo scopo era individuare le leggi che regolano la relazione tra stimolo e risposta o viceversa, rendendo in questo modo scientifico lo studio del comportamento.

Le conseguenze di tale approccio sono che l’individuo può essere manipolato e costruito dal suo esterno (comportamento), persino contro la sua dignità e il suo interesse. Watson riuscì ad applicare questo meccanismo di funzionamento anche per spiegare le emozioni e i pensieri. Egli sosteneva che i desideri, i piaceri e i sentimenti erano supplementi che accompagnano il comportamento, ma non hanno un ruolo causale. Ad esempio una persona che si volta in una direzione lo fa perché stimolata da qualcosa, a livello sensoriale, di visivo, acustico, o termico, e non perché decide di girarsi in maniera volontaria.

 

Gli esperimenti e le tecniche della psicologia generale

La psicologia generale, dunque, si focalizza notevolmente sullo studio dei processi cognitivi, e quindi rappresenta il contesto epistemico principale per gli studi di psicologia sperimentale. Per questo, si svolgono di prassi numerosi esperimenti volti a percepire il funzionamento psichico attraverso compiti sperimentali, accuratamente selezionati, in grado di individuare le caratteristiche che compongono il fenomeno studiato. Si tratta di compiti riprodotti al computer e capaci di far evincere a esempio come funziona la percezione in relazione al processamento dell’informazione in ingresso. Uno dei compiti utilizzati in questo caso specifico potrebbe essere costituito dal famoso effetto stroop che consente di selezionare o escludere l’informazione saliente attraverso la stimolazione visiva di parole colorate.

In psicologia generale si utilizzano tuttora metodiche e strumenti tipici della psicologia sperimentale, come le metodologie di derivazione comportamentista (stimolo-risposta), la misurazione dei tempi di reazione o la psicofisica comportamentale.

La psicologia generale, inoltre, è sempre più influenzata delle neuroscienze, e in questo caso la ricerca utilizza sempre più di frequente le tecniche elettrofisiologiche, ad esempio i potenziali evocati evento correlato nello studio dei processi cognitivi come il linguaggio, o le neuroimmagini. Notoriamente, queste ultime sono utilizzate in neuropsicologia, ambito in cui si utilizza molto la simulazione dei processi cognitivi attraverso compiti riprodotti al computer mentre il soggetto è, per esempio, in Risonanza magnetica funzionale per registrare l’attività che si verifica in una determinata area cerebrale.

La psicologia generale, per concludere, rappresenta un ambito di studio specifico della psicologia, ovvero quello in cui si applica il metodo scientifico allo studio dei fenomeni mentali.

 

 

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Sigmund Freud University - Milano - LOGORUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Marzi, T.,Peru, A. (2016). Psicologia generale. La scienza della mente e del pensiero. Con aggiornamento online Copertina flessibile: Mc Graw Hill Education, Milano.
  • Anolli, L., Legrenzi, P. (2012). Psicologia generale. Il Mulino, bologna.
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