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Come i genitori giudicano la forma fisica dei figli e le probabilità che divengano obesi

E' stato dimostrato che se i genitori etichettano i propri figli come sovrappeso c'è più possibilità che i figli diventino obesi 10 anni dopo.

Di Ilaria Loi

Pubblicato il 01 Feb. 2017

I bambini che vengono giudicati come sovrappeso dai propri genitori tendono ad aumentare maggiormente di peso nei dieci anni successivi, rispetto a bambini considerati di peso “normale” dai propri genitori. Questo è quanto recentemente emerso da uno studio di Robinson, dell’Università di Liverpool, e Sutin, del Florida State University college of Medicine, pubblicato dalla rivista Psychological Science.

 

I bambini giudicati sovrappeso dai genitori rischiano di diventare obesi

Dai risultati sembrerebbe che quei bambini “etichettati” dai genitori come sovrappeso siano propensi a vedere negativamente il proprio corpo ed è più probabile che mettano in atto strategie per perdere peso, fattori, questi, che in parte contribuiscono al loro aumento di peso negli anni successivi.

Da studi precedenti era già emerso come i figli di genitori obesi sembrino essere più propensi a diventare a loro volta obesi nel corso dello sviluppo, oltre ad avere una maggiore probabilità di sviluppare ulteriori patologie e ritardi nello sviluppo (Yeung et al., 2017; Van Lieshout et al., 2011; Whitaker et al., 1997).

Come i genitori percepiscono i propri figli, però, sembrerebbe influire notevolmente sul rischio dei bambini di divenire obesi. Infatti, per quanto si pensi che la percezione che i genitori hanno del peso e della forma fisica dei propri figli possa risultare rilevante nella gestione e nella lotta dell’obesità infantile, studi recenti suggeriscono che ciò che avviene in realtà è esattamente l’opposto. Quando un genitore etichetta il proprio figlio come sovrappeso, lo pone in realtà in una condizione di rischio, sviluppando maggiori probabilità di aumentare di peso negli anni successivi (Robinson & Sutin, 2016; Gerards et al., 2014).

Gli autori ritengono, a tal proposito, che possa essere proprio lo stigma associato all’essere considerato ed etichettato come “sovrappeso” a portare i bambini ritenuti grassi dai propri genitori ad aumentare di peso nel corso dello sviluppo. Infatti, sembra che i bambini ritenuti sovrappeso dai genitori siano più propensi a giudicare il proprio corpo come più grosso rispetto a quello dei propri coetanei. In una società che tende a valutare positivamente la magrezza e a stigmatizzare l’adiposità, il vedersi come sovrappeso porta a considerare negativamente il proprio corpo, con conseguente aumento di stress a livello psicologico, e a mettere un maggior numero di tentativi per perdere peso (Hunger et al., 2015). Nel complesso, questi fattori sembrerebbero riuscire in parte a spiegare l’associazione rilevata tra percezione dei genitori e aumento di peso dei figli nei dieci anni successivi.

 

Gli studi longitudinali sulla relazione tra la percezione della forma fisica dei figli da parte dei genitori e il sovrappeso 10 anni dopo

Lo studio è stato svolto analizzando i dati provenienti da due diversi studi longitudinali.

Il primo studio, il Longitudinal Study of Australian Children (Soloff, Lawrence, & Johnstone, 2005), svolto coinvolgendo un campione di 2,823 famiglie australiane, aveva raccolto dati provenienti dalle valutazioni iniziali circa peso e altezza dei bambini, che all’inizio dello studio avevano 4 o 5 anni, e i dati provenienti dai follow-up. Inoltre, all’inizio dello studio, ai genitori dei bambini era stato chiesto di valutare se i propri figli fossero sottopeso, normopeso, sovrappeso o estremamente sovrappeso.

Nel primo follow-up, poi, quando i bambini avevano raggiunto ormai l’età di 12 o 13 anni, era stato chiesto loro di indicare, tra una serie di immagini, quale rispecchiasse al meglio la propria immagine corporea. Ai bambini veniva anche chiesto se avessero o meno messo in atto, nei precedenti dodici mesi, comportamenti per poter perdere peso. Nel secondo follow-up, all’età di 14 o 15 anni, i ricercatori hanno poi valutato nuovamente peso ed altezza dei ragazzi.

Nel complesso, i risultati mostrano come la percezione dei genitori riguardo ai propri figli a 4 o 5 anni sembri essere associata al loro aumento di peso dieci anni dopo. Infatti, i bambini considerati sovrappeso dai propri genitori avevano la tendenza a prendere più peso a 14 o 15 anni se confrontati con i propri coetanei.

Questo meccanismo risulta essere almeno in parte moderato dalla tendenza di questi bambini a percepire la propria dimensione corporea in modo più negativo, riportando anche una maggiore probabilità di mettere in atto comportamenti volti alla perdita di peso.

Per quanto comunemente si ritenga che lo stigma legato all’essere sovrappeso impatti maggiormente sulla salute femminile, quanto emerso risulta essere valido in modo analogo sia per i maschi che per le femmine; inoltre, non sembra essere meglio spiegato da altre variabili quali, ad esempio, il reddito familiare, la presenza di condizioni mediche o il peso dei genitori. Altamente rilevante è anche il fatto che il legame tra la percezione genitoriale e il peso dei figli in età adolescenziale non risulti dipendere dal peso reale di questi ultimi all’inizio dello studio.

Infine, Robinson & Sutin, analizzando i dati provenienti da un secondo studio longitudinale, il Growing Up (Irish Department of Children and Youth Affairs, 2007), che aveva coinvolto un campione di 5,886 famiglie irlandesi, hanno evidenziato la presenza di risultati analoghi, permettendo così di pensare che, per quanto possano essere necessari ulteriori dati provenienti da campioni di nazionalità diverse, quanto rilevato per le famiglie australiane possa essere generalizzato alla popolazione globale, in quanto non sembrerebbe essere specifico di una data cultura.

Per quanto lo studio non permetta di inferire se la percezione genitoriale circa il peso dei figli possa effettivamente causare l’aumento di peso degli stessi nel corso dello sviluppo, a causa soprattutto di una buona percentuale di varianza non spiegata imputabile a caratteristiche di personalità o ad altri fattori, i dati emersi avvalorerebbero l’ipotesi secondo cui il giudicare i propri figli come sovrappeso possa portare a conseguenze negative sulla salute degli stessi, benché non intenzionalmente.

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