expand_lessAPRI WIDGET

Il trattamento della depressione nel setting di gruppo: il modello metacognitivo

Nel trattamento della depressione, il setting gruppale strutturato secondo un approccio metacognitivo fornisce un utile sostegno alla terapia individuale.

Di Alessia Offredi

Pubblicato il 20 Gen. 2017

Aggiornato il 25 Gen. 2017 13:50

Il trattamento della depressione in un setting gruppale e basato sull’approccio metacognitivo ha mostrato recenti prove di efficacia, con risultati migliori della CBT nel confronto tra gruppi. 

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che la depressione diventerà entro il 2020 la seconda causa di disabilità e nel 2030 sarà la malattia cronica maggiormente diffusa al mondo. Il decorso di tale disturbo è infatti molto variabile: per alcuni è estremamente difficile guarire completamente, mentre in altre persone è frequente l’alternanza tra momenti di maggior benessere e episodi depressivi che si manifestano ciclicamente.

Gli studi di Keller e collaboratori (1982, 1992), suggeriscono che circa il 30% degli individui che soffrono di depressione non riescano a superare tale condizione dopo un anno dalla sua insorgenza. Dopo due anni, il 20% della popolazione è ancora depressa e dopo 10 anni il 7% non migliora.

 

Il trattamento della depressione: la prospettiva metacognitiva

La terapia cognitiva ha mostrato la sua efficacia nel trattamento della depressione, ciononostante si riscontrano alti tassi di ricaduta o di remissione solo parziale: il 5% della popolazione che ha intrapreso un percorso di terapia cognitiva mostra ricadute nei successivi 5 anni (DeRubeis & Crits-Christoph, 1998).

Quali sono i fattori che ostacolano la guarigione o che rendono una persona più vulnerabile alle ricadute? Secondo la prospettiva metacognitiva, l’elemento chiave è da rintracciare nelle metacredenze, convinzioni che attivano stili cognitivi maladattivi, i quali a loro volta costituiscono fattori di mantenimento di emozioni negative e rafforzano idee negative su di sé, sul mondo e sugli altri.

Gli stili di pensiero riconosciuti come elementi perpetuanti del disturbo sono ruminazione, rimuginio e monitoraggio della minaccia, ovvero la costante focalizzazione sui propri sintomi e sui cambiamenti del tono dell’umore, con lo scopo di analizzare i propri problemi e verificare la propria capacità di affrontarli.

Dal punto di vista comportamentale, tali stili cognitivi conducono spesso la persona con depressione a preferire l’evitamento delle attività e l’isolamento dalla propria rete sociale. Il trattamento della depressione attraverso la terapia metacognitiva mira a concettualizzare e discutere con il paziente le credenze positive (se rumino troverò una soluzione ai miei problemi) e negative (non posso fare altro che ruminare, è incontrollabile) che sostengono questi stili di pensiero, favorendo il distacco e la presa di consapevolezza sulle proprie modalità cognitive, promuovendo stili maggiormente adattivi. Il trattamento della depressione basato sull’approccio metacognitivo ha mostrato recenti prove di efficacia (per una meta-analisi, Normann, van Emmerik, Morina, 2014), con risultati migliori della CBT nel confronto tra gruppi.

 

Il trattamento gruppale per la depressione

Il trattamento gruppale per la depressione, perfezionato nel 2014 (Dammen, Papageorgiou & Wells) prevede 10 sedute settimanali della durata massima di 2 ore. Nell’open trial condotto dal team di Wells, i partecipanti al gruppo MCT per il trattamento della depressione sono rivalutati dopo 6 mesi, 1 anno e 2 anni, hanno riportato punteggi sotto soglia nella scala di misura della depressione in 8 casi su 11, in 2 si è riscontrato un progressivo e costante miglioramento, mentre 1 dei soggetti non è stato reperibile per i follow up.

Papageorgiou e Wells (2014) hanno condotto una ricerca su un gruppo di pazienti che non aveva ottenuto benefici né da farmaci antidepressivi, né dall’intervento CBT, riscontrando miglioramenti significativi relativi a sintomi ansiosi, depressivi, ruminazione e credenze metacognitive positive e negative, con risultati stabili a 6 mesi. Questi risultati hanno incoraggiato l’applicazione della terapia metacognitiva per il trattamento della depressione nel setting di gruppo e durante l’ultimo Congresso dell’Istituto di Terapia Metacognitiva il prof. Papageorgiou ha tenuto un workshop su questo tema, portando la propria esperienza in qualità di conduttore e supervisore.

La struttura del trattamento della depressione segue il canovaccio del trattamento metacognitivo individuale per la depressione (Wells, 2009), introducendo in primo luogo il modello teorico e favorendo la condivisione e la co-costruzione della concettualizzazione metacognitiva. In questa fase, l’adozione di una batteria testistica ad hoc somministrata in fase di assessment risulta essenziale, in quanto può aver già stimolato una distanza critica rispetto ai propri stili cognitivi.

Successivamente, vengono proposti esercizi di Attention Training e Detached Mindfulness, anticipati da un importante lavoro del conduttore del gruppo, che ne spiega il razionale e testa la credibilità degli esercizi verso i partecipanti. È essenziale, così come nella terapia individuale, che il gruppo comprenda a pieno l’obiettivo: porsi in una prospettiva nuova rispetto ai propri pensieri e scegliere di non fare nulla. In seguito il gruppo discute le credenze metacognitive positive e negative alla base della ruminazione per approdare all’elaborazione di nuovi piani metacognitivi da applicare nel futuro. Il setting gruppale nel trattamento della depressione, che manifesta di per sé una serie di vantaggi, in questa proposta di intervento risulta una notevole fonte di sostegno alla terapia individuale. Ciò che i terapeuti sanno per esperienza in merito all’universalità di credenze metacognitive e stili di pensiero maladattivi, viene vissuto in vivo dai partecipanti del gruppo e stimola l’acquisizione di un ruolo attivo e collaborativo nella costruzione di un nuovo approccio ai propri pensieri.

Maggiori informazioni sulla Gruppi per il trattamento della depressione none

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
terapia metacognitiva nel trattamento del disturbo d'ansia generalizzato
Terapia metacognitiva & trattamento del disturbo d’ansia generalizzato

E' stato dimostrato che la terapia metacognitiva ha dei effetti migliori rispetto alla terapia sull'intolleranza all'incertezza nella cura del DAG

ARTICOLI CORRELATI
Più tristi ma più realisti?

Uno studio del 1979 ha indagato il realismo depressivo (l’associazione tra stati depressivi e maggior realismo) ma uno studio più recente è giunto a risultati differenti

Stress e depressione possono essere trasmessi epigeneticamente dalla coppia genitoriale?

L'epigenetica sta mettendo in luce come le alterazioni biologiche e comportamentali post traumatiche possono essere trasmesse alla prole

WordPress Ads
cancel