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I trattamenti psicoterapeutici nelle sindromi psicotiche croniche

Nella schizofrenia i farmaci non bastano: recenti studi hanno indagato gli effetti della psicoterapia nella cura delle sindromi psicotiche croniche.

Di Vincenzo Amendolagine

Pubblicato il 01 Dic. 2016

Nel corso degli anni le ricerche compiute in ambito cognitivo, comportamentale e sociale hanno contribuito ad incrementare le conoscenze relative al ruolo giocato dai fattori cognitivi e psicologici nell’insorgenza dei sintomi che caratterizzano le sindromi psicotiche croniche.

 

Sindromi psicotiche croniche

Per gran parte del ventesimo secolo i sintomi psicotici sono stati considerati non ascrivibili al dominio terapeutico psicologico, quanto piuttosto curabili in una dimensione biologica. Nel corso degli anni le ricerche compiute in ambito cognitivo, comportamentale e sociale hanno contribuito ad incrementare le conoscenze relative al ruolo giocato dai fattori cognitivi e psicologici nell’insorgenza dei sintomi, che caratterizzano le sindromi psicotiche croniche.

Fra gli approcci psicoterapeutici alla schizofrenia, quello che gioca un ruolo determinante è rappresentato dalla terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Anche il training metacognitivo (MCT) risulta essere efficace nel trattamento della sintomatologia schizofrenica. Un elemento non trascurabile che incide sul trattamento psicoterapeutico è rappresentato dai fattori individuali, che caratterizzano l’unicità del paziente.

 

I trattamenti psicoterapeutici nelle sindromi psicotiche croniche

Per gran parte del ventesimo secolo i sintomi psicotici sono stati considerati non ascrivibili al dominio terapeutico psicologico, quanto piuttosto curabili in una dimensione biologica, come rivelano Mander e Kingdon (2015). Nel corso degli anni le ricerche compiute in ambito cognitivo, comportamentale e sociale hanno contribuito ad incrementare le conoscenze relative al ruolo giocato dai fattori cognitivi e psicologici nell’insorgenza dei sintomi, che caratterizzano le sindromi psicotiche croniche (Andreou e Moritz, 2016).

Contemporaneamente, i paradigmi terapeutici che prevedevano l’uso esclusivo di farmaci antipsicotici nel trattamento della schizofrenia hanno mostrato dei limiti, soprattutto per quel che concerne la riabilitazione psicosociale del paziente (Jaaskelainen e coll., 2013). Tutto questo, abbinato al fatto che alcuni pazienti aderivano malvolentieri al solo trattamento farmacologico o non avevano risposte soddisfacenti dall’utilizzo di antipsicotici, ha implementato la ricerca nell’ambito dell’utilizzo di strategie psicoterapeutiche nella cura delle sindromi psicotiche croniche (Andreou e Moritz, op. cit.).

Attualmente diversi studi hanno analizzato l’utilizzo, l’efficacia e i meccanismi d’azione dei trattamenti psicoterapeutici nelle sindromi psicotiche croniche. Fra gli approcci psicoterapeutici alla schizofrenia, quello che gioca un ruolo determinante è rappresentato dalla terapia cognitivo – comportamentale (CBT). Essa è stata fra le prime psicoterapie inserite nelle linee guida terapeutiche riguardanti il trattamento della schizofrenia. A questo riguardo, due studi (Peters e coll., 2015 e Mehl e coll., 2015) hanno messo in evidenza l’efficacia dei trattamenti psicoterapeutici di derivazione cognitivo – comportamentale nella cura delle sindromi psicotiche croniche. I trattamenti analizzati dalle due ricerche sono basati su di un focus terapeutico, che è finalizzato ad una comprensione cognitiva da parte del paziente dei fattori che concorrono a creare i sintomi psicotici.

Altri lavori scientifici hanno evidenziato che il training metacognitivo (MCT) svolge un ruolo di rilievo nel trattamento della sintomatologia legata alla schizofrenia. Moritz e coll. (2015) e So e coll. (2015) hanno mostrato che un trattamento di poche sedute, effettuato nell’ambito di un training metacognitivo, possa avere dei buoni effetti relativamente alla diminuzione delle mistificazioni che frequentemente alimentano le idee deliranti dei pazienti affetti da psicosi cronica.

Un elemento non trascurabile che incide sul trattamento psicoterapeutico è rappresentato dalla variabilità individuale dei pazienti. Infatti, uno studio di Menon e coll. (2015) sottolinea che nel successo dei trattamenti psicoterapeutici per questo tipo di patologia, un peso considerevole lo hanno i fattori individuali, che caratterizzano l’unicità del paziente. Sembra che la terapia metacognitiva riduca i deficit neurocognitivi associati alla schizofrenia e ciò ha una ripercussione positiva sull’autostima e sul mantenimento nel tempo dei miglioramenti ottenuti (Cella e coll., 2015).

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Vincenzo Amendolagine
Vincenzo Amendolagine

Medico, psicoterapeuta psicopedagogista. Insegna come Professore a contratto presso la Facoltà/Scuola di Medicina dell’Università di Bari Aldo Moro.

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