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Insegnare l’ipnosi ai bambini? Nuovi strumenti per i genitori

E' stato dimostrato come l' ipnosi possa essere insegnata ai bambini e possa essere utile in alcune circostanze specifiche.

Di Guest

Pubblicato il 22 Dic. 2016

L’ ipnosi è una disciplina attraverso la quale è possibile accedere a risorse che normalmente rimangono inconsce ed inespresse. Imparare a governare il proprio stato di coscienza si è dimostrato utile in numerosi campi compresi quello medico, sportivo, psicologico e professionale.

Nicoletta Gava 

In quali casi può essere utile l’ ipnosi con i bambini

La maggior parte degli studi in materia si è concentrata su soggetti adulti, ma se l’ipnosi può essere così utile perché non insegnarla anche ai bambini? Ecco 4 ragioni per farlo.

1. Disturbi da somatizzazione
Quando i bambini attraversano periodi di stress emotivo possono manifestare il loro disagio attraverso il corpo piuttosto che con le parole. L’ipnosi si è dimostrata molto utile nel trattamento di questi quadri psicosomatici. Una review del 2013 (Adinolfi & Gava, 2013) ha passato in rassegna gli studi sul tema che hanno coinvolto campioni pediatrici.
Ad esempio gli autori citano uno studio (Anbar & Slothower, 2006) che si è concentrato sulle cosiddette lamentele somatiche infantili, ovvero mal di pancia, mal di testa, dispnea che sembrano non avere cause mediche definite. In tale studio, i bambini trattati con l’ipnosi hanno avuto una risoluzione dei sintomi nell’87% dei casi.
Viene citato inoltre un contributo (Vlieger et al., 2012) che riguarda la sindrome dell’intestino irritabile, una condizione considerata a base psicosomatica. Bambini trattati attraverso metodiche ipnotiche ed addestrati all’autoipnosi mostrano un quadro clinico migliore rispetto ad un campione di controllo e due terzi di essi, a 5 anni dall’intervento, si sono mantenuti asintomatici.
Gli autori concludono riportando dati tratti da studi su caso singolo che supportano l’efficacia di questa metodica anche per il trattamento di quadri dermatologici come dermatite atopica ed eczema cronico. Pur non essendo conclusivi, questi dati incoraggiano l’esplorazione più strutturata della metodica.

2. Se non riposa bene
Circa il 25% dei bambini soffre a causa di una qualche difficoltà legata al sonno (Vriend & Corkum, 2011). Questa può essere causata da vari fattori (es., emotivi, fisici, familiari) e la sonnolenza che ne deriva può interferire con la loro vita quotidiana, nello studio e nei rapporti coi pari e coi familiari. L’ipnosi ha ricevuto conferme di efficacia dalla letteratura. Un esempio è rappresentato da uno studio (Anbar & Slothower, 2006) nel quale i ricercatori hanno esaminato i dati clinici di 84 bambini che erano stati trattati per disturbi del sonno che non avessero cause mediche identificabili. Il risultato delle analisi ha mostrato che oltre il 68% del campione studiato è andato incontro a remissione dopo un massimo di 2 sedute di ipnosi.

3. Dal dentista
Alcune stime dicono che circa una persona su 5 soffre della cosiddetta ansia dentale, ovvero la paura di sottoporsi a cure odontoiatriche (Boari, Breccia & Lajolo, 2007). Nei bambini (ed in circa un adulto su 10) questa può diventare talmente intensa da rendere impossibile rimanere seduti sulla poltrona. L’ipnosi può essere uno strumento utile per la gestione di questo tipo specifico di ansia come dimostrato da uno studio che ha visto ridursi i livelli di dolore e di ansia provati dai bambini che dovevano sottoporsi a questo tipo di trattamenti (Huet et al., 2011). Più specificamente, gli autori hanno reclutato 30 bambini di età compresa tra i 5 ed i 12 anni e li hanno assegnati casualmente a due gruppi. In uno dei due avrebbero partecipato ad una seduta ipnotica mirata a ridurre la percezione di dolore ed ad abbassare i livelli di ansia. I risultati hanno mostrato che una porzione maggiore, statisticamente significativa, di bambini nel gruppo di ipnosi ha riportato di non aver provato dolore o di averne provato solo in misura minima. I due gruppi differivano inoltre in termini di media di intensità di dolore ed ansia percepiti, più bassa nel gruppo sperimentale.

4. Gestione del dolore.
Sono molti gli esempi della letteratura medica che ci dicono che attraverso l’ipnosi è possible gestire vari livelli di dolore, a volte riducendo la quantità di farmaci antidolorifici necessari, a volte permettendo la loro sospensione. Per quanto riguarda i bambini, una analisi degli studi recenti in materia (Kuttner, 2012) ha mostrato che bambini supportati con l’ipnosi che dovevano sottoporsi ad interventi chirurgici provavano meno dolore ed ansia rispetto ai soggetti di controllo. I bambini dei campioni descritti hanno beneficiato di una riduzione dei livelli di ansia e di dolore percepito, prima, durante e dopo le operazioni. Un altro effetto interessante riguardava la durata dei ricoveri, più breve per i soggetti preparati con l’ipnosi. Risultati analoghi sono stati ottenuti in studi in cui sono stati reclutati bambini affetti da dolore cronico. Più specificamente gli autori citano uno studio (Kohen & Zajac, 2007) condotto con 144 soggetti tra bambini ed adolescenti affetti da emicranie ricorrenti. In seguito ad un training in autoipnosi, i partecipanti non soltanto hanno visto abbassarsi la frequenza e l’intensità dei mal di testa, ma hanno anche riportato una maggiore fiducia in se stessi nell’affrontare certe situazioni stressanti. Questi effetti portano inoltre ad un miglioramento del loro umore generale. Dati come questi hanno portato la American Pain Society a raccomandare l’ipnosi come strumento per il trattamento del dolore (American Pain Society, 2001).

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