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A scuola di futuro (2016) di D. Goleman e P. Senge – Recensione del libro

Il libro "A scuola di futuro" scritto da D. Goleman e P. Senge illustra un nuovo modello didattico-educativo in linea con i cambiamenti della nostra società

Di Letizia Mannino

Pubblicato il 28 Dic. 2016

Aggiornato il 27 Mag. 2019 09:25

A scuola di futuro scritto da Daniel Goleman – autore del bestseller ‘Intelligenza emotiva’ – e da Peter Senge – esperto di apprendimento organizzativo e di pensiero sistemico al MIT  – delinea un nuovo modello educativo ritenuto più adeguato ai continui cambiamenti che stanno investendo la società a livello globale.

 

Prestare attenzione alla sfera interiore, agli altri e al contesto esterno sono le tre competenze che gli autori individuano come fondamentali e necessarie per

navigare in un mondo di distrazione crescente e di relazioni personali sempre più in pericolo, in cui le connessioni tra le persone, gli oggetti e il pianeta sono più importanti che mai…

 

A scuola di futuro: l’autoconsapevolezza e la capacità di sintonizzarsi sugli altri

Goleman, nei primi tre capitoli del libro A scuola di futuro, illustra due delle abilità citate: l’autoconsapevolezza, la capacità di comprendere le emozioni che si provano e il saperle gestire, e la capacità di sintonizzarsi sugli altri, di entrare in empatia e di comprendere anche i punti di vista diversi dal proprio.

Entrambe le competenze descritte contribuirebbero, in modo diretto e indiretto, a migliorare il rendimento scolastico perché favoriscono la concentrazione e facilitano la comprensione dei propri interessi; inoltre, proprio grazie alla capacità di prestare attenzione a diversi livelli, diventa più facile l’individuazione degli obiettivi e degli scopi personali che possono essere meglio differenziati da quelli proposti dall’insegnante e da quanto appassiona i compagni.

Sempre Goleman, in A scuola di futuro, introduce il tema, attuale e dibattuto, dell’influenza delle tecnologie sulle relazioni sociali. A suo parere le funzioni neurologiche degli esseri umani sono strutturate per costruire relazioni faccia a faccia e non per interazioni tramite email. Infatti, quando si ha davanti una persona si ricevono una serie di messaggi non verbali e impliciti che aiutano nella gestione della comunicazione mentre con l’uso delle tecnologie si potrebbe verificare un fenomeno che viene definito ‘cyber disinibizione’, a causa dell’assenza di ‘messaggi sociali accessori al testo’.

E’ evidente che soprattutto a scuola si pone il problema di una corretta educazione alle nuove tecnologie e ai social. Poiché l’educazione emotiva andrebbe appresa nelle interazioni dirette, l’informatica nel contesto scolastico può essere sì una risorsa, ma andrebbe impiegata principalmente per ottimizzare i tempi della didattica, lasciando quindi ampio spazio alle relazioni fra compagni e con i docenti.

 

Il pensiero sistemico

A conclusione del terzo capitolo di A scuola di futuro viene introdotto il tema del pensiero sistemico, necessario a comprendere il funzionamento delle diverse organizzazioni della vita (come famiglia, scuola, gruppo di amici, ecc); l’autore spiega che sviluppare e maturare una consapevolezza del funzionamento dei sistemi permette di capire il modo in cui possono condizionare e come, a nostra volta, possiamo modificarli.

Per Goleman il maggior problema sistemico che oggi dobbiamo affrontare è il ‘dilemma dell’Antropocene’ così denominato perché fa riferimento all’era attuale in cui le azioni dell’uomo costituiscono le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. L’autore precisa che:

…i sistemi di sostegno alla vita del pianeta stanno lentamente degradandosi a causa degli effetti collaterali indesiderati delle nostre azioni – Inoltre, spiega sempre Goleman in A scuola di futuro, l’attuale funzionamento cerebrale sembra non essere adeguato ai veloci mutamenti che si stanno verificando – I nostri allarmi cerebrali scattano solo quando percepiscono una minaccia immediata, e le sfide offerte oggi dai sistemi planetari sono o troppo micro o troppo macro per le nostre percezioni. Dato che non realizziamo immediatamente le conseguenze negative delle nostre abitudini quotidiane – come i nostri sistemi di costruzione, energetici, industriali e commerciali danneggino quelli di sostegno alla vita della Terra – è facile ignorarle o pretendere che non accada nulla.

Pertanto appare un’urgenza educativa anche promuovere lo sviluppo della capacità di pensare in modo sistemico.

Senge affronta, infatti, la necessità di stimolare fin da piccoli la capacità di comprendere il mondo nel suo insieme e di capire come i sistemi interagendo fra loro creano reti interdipendenti nei diversi contesti organizzativi.

Viene presentato, quindi, nel libro A scuola di futuro, il concetto di complessità dinamica che spiega come la comprensione di un sistema deriva dal modo in cui causa ed effetto – azione e conseguenza – possano essere connessi in un modo non immediatamente evidente; come esempio viene citato il ruolo dei ritardi temporali nella difficoltà a comprendere alcuni passaggi delle relazioni sociali.

Questo fenomeno chiarisce perché, ad esempio, può accadere che feriamo i sentimenti di un’altra persona ma cogliamo solo la sua reazione al nostro comportamento non considerando il peso avuto da questo nella situazione che si è determinata. Risulta stimolante il concetto del ‘pensatore sistemico’ che dovrebbe  riconoscere l’impatto dei ritardi temporali quando esplora le relazioni di causa ed effetto e, inoltre, dovrebbe scoprire dove possono emergere conseguenze inattese.

Il testo A scuola di futuro è divulgativo e tuttavia per gli argomenti che affronta può essere una lettura utile per tutti i professionisti che si trovano a lavorare sugli aspetti emotivi e in ambiti educativi.

Appare interessante l’idea sviluppata dagli autori secondo la quale insegnando e allenando, in modo sinergico, le competenze emotive e il pensiero sistemico si preparano le nuove generazioni ad affrontare sfide di complessità crescente e contrastando così la facile distraibilità a cui sempre più spesso sono soggetti soprattutto i giovani.

Rimane però aperta la questione relativa alla difficoltà della formazione dei docenti che sono chiamati ad insegnare nuovi modi di apprendere laddove però gli insegnanti stessi si trovano dentro una realtà in continua trasformazione che forse deve essere ancora adeguatamente elaborata per essere convertita in metodi e contenuti didattici innovativi. Analogo discorso vale per i genitori e gli educatori che si trovano a gestire un mondo che subisce un forte impatto da parte di internet e dei social network e nell’utilizzo dei quali hanno una dimestichezza minore rispetto ai cosiddetti ‘nativi digitali’.

Considerando alcune urgenze sociali e ambientali sembra che gli esseri umani abbiano contribuito a creare una complessità che, almeno in alcuni casi, non sono in grado di gestire appieno, finendo quindi spesso per trascurarla del tutto. In questo senso il pensiero sistemico, unitamente alle altre competenze esposte, potrebbe svolgere un ruolo molto importante perché conduce a una riflessione sulla valutazione e previsione delle conseguenze di un’azione, così da avere una visione d’insieme, ad ampio raggio temporale e spaziale.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Goleman, D., Senge, P. M. (2016) A scuola di futuro, Rizzoli Etas
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