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Marco Ligabue e le sue Luci: Le Uniche Cose Importanti – Psicologia & Musica

Marco Ligabue in "Luci" consegna note e parole che ci arrivano dritte al cuore, senza se, senza ma e senza compromessi con sterili formalismi.

Di Selene Pascasi

Pubblicato il 24 Nov. 2016

Aggiornato il 25 Set. 2017 10:30

A suscitare emozioni, questa volta, non è il fiammifero di Prévert – che l’artista richiama in uno dei suoi brani – ma sono le «Luci» che Marco Ligabue è riuscito ad accendere in chi ha avuto la fortuna di viverlo in un’esibizione live o in chi, ascoltandone il Compact Disc, ne ha saputo cogliere ogni sfumatura.  

 

Si chiama Luci, infatti, e non è un caso (L.u.c.i. è acronimo di Le Uniche Cose Importanti) l’ultimo nato in casa Ligabue, fuori dal 23 giugno 2015, secondo lavoro discografico di Marco dopo il battesimo da solista, nel 2013, con Mare dentro.

Non è un caso perché Marco Ligabue in Luci consegna note e parole che, libere da zavorre di equilibri prestabiliti, ci arrivano dritte al cuore, senza se, senza ma e senza compromessi con sterili formalismi. Un cd – produzione artistica curata da Corrado Rustici e featuring di razza – con cui l’ex autore e chitarrista dei Rio, fratello minore di Luciano, da cui eredita il dna artistico, pur distinguendosi per timbrica e personalità, torna a far parlare di sé.

Un’ulteriore conferma del talento di Marco Ligabue che, brano dopo brano, convince non solo come cantautore, ma anche come uomo… un uomo come pochi, uno che, sorriso cristallino e sguardo pulito, sa parlare di valori e sa farlo con l’onestà di chi, in quei valori, ci crede davvero.

Una semplicità disarmante, la sua, mai banale e miscelata ad una voglia di vivere che non scivola, neanche per un istante, nell’eccentricità. E i suoi testi lo confermano: profondi ma non criptici, riflessivi ma tessuti su un incurabile ottimismo. Una lettura della vita, insomma, improntata sulla capacità di saper apprezzare ogni piccolo grande gesto, senza mai rinunciare a lottare per le proprie idee e i propri valori. Queste, le uniche cose importanti. Come afferma l’artista:

Quello di cui oggi forse c’è bisogno è la volontà di accendere certe piccole cose importanti che tutti abbiamo dentro come l’amore, l’onestà, la trasparenza, la capacità di indignarsi ma in modo costruttivo, col sorriso sulle labbra. La volontà di dialogare. Le Uniche Cose Importanti che servono per dare al mondo una scossa, sono quelle di cui si canta in queste canzoni. E vanno accese, una alla volta, come fossero tante piccoli luci.

 

I brani in Luci di Marco Ligabue

Un discorso, quello di Marco Ligabue, che si snoda in 9 tracce, in una sorta di viaggio musicale che si apre con il sound energico di “Eri lì con me ogni giorno”, il cui ritmo incalzante supporta un messaggio denso: scovare, dentro noi, quel bel pensiero capace di restituirci il giusto passo quando, di fronte alla scelta finale ci troviamo soli, nonostante la collezione di buoni consigli.

E’ una ballata, invece, a sostenere il testo di “Non è mai troppo tardi“, parole che dipingono l’altra Italia, quella sana, onesta, vera, quella fatta da chi non cambia opinione a seconda dei luoghi o delle persone.

Torna l’impronta rock con “Ti porterò lontano”, a denunciare le incongruenze e le false promesse con cui l’attuale generazione è costretta a convivere. Ma attenzione, perché il sintomo d’amore è il linguaggio universale, ed è così che ci riprenderemo il nostro angolo di cielo.

Nostalgia e un passato che non vuole svanire imbastiscono “Tornerai“, intensa lettera d’amore dedicata a quelle presenze del nostro ieri che non riusciamo a dimenticare o di cui attendiamo il ritorno, coscienti che, forse, non sono mai andate via.

Lotta alla mafia senza veli quella di Marco Ligabue, in “Il silenzio è dolo“, ispirata alla protesta accesa da un ragazzo palermitano, all’indomani di brogli elettorali cui seguì la dimissione dell’intera giunta comunale.

Traccia n. 6 per “L’equilibrista“, flash sulla vita di chi, nonostante le difficoltà, le ossa rotte e le porte in faccia non perde di vista l’obiettivo, apre le braccia e va su un piede perché sa che la rivincita arriva solo dopo la batosta.

Empatia e condivisione come supporti vitali nei giorni sottotono, in quelli in cui la luce va e viene, scandiscono le note di “Hey“, slogan sull’importanza di guardare al futuro dalla stessa prospettiva e con positività, perché, in fondo, l’amore si somma sempre e soltanto se toccando il fondo restiamo accanto.

Fondamentale, però, e lo canta a cuore aperto Marco Ligabue nella track n. 8, “Fare il nostro tempo“, è non mollare la regia della nostra esistenza, restando vicini a chi non si piange addosso e anche nei problemi trova un’opportunità perché per disegnare un domani che porti la nostra firma, dobbiamo imparare a dirci di certo la mia ruota non la fan girare gli altri.

Con “Un altro amore che va“, ultimo brano del cd, il cantautore sottolinea l’esigenza di mettersi in discussione, di vuotare il sacco con se stessi e stringere i denti, certi che, anche se un po’ di vita va come volevo, un altro po’ non ne sono sicuro, ci sarà sempre un altro amore che va ed un altro amore che resta. E allora avanti con la voglia di sempre, senza dimenticare che il futuro passa da questo istante e che, comunque vada, c’è uno scorcio di cielo in ogni finestra.

Si chiude, così, un’intensa analisi del nostro essere incardinati in una società che, se vogliamo, può darci tanto. Inevitabile, lasciare un messaggio per Marco Ligabue: grazie, perché le Luci che hai saputo accendere possono renderci migliori.

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Selene Pascasi
Selene Pascasi

Avvocato, Giornalista Pubblicista e Scrittrice

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