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Drunkoressia: tra binge drinking e restrizioni alimentari

La drunkoressia consiste nel ridurre la quantità di cibo assunto per poter aumentare l'assunzione di alcol senza aumentare il peso corporeo.

Di Maria Carlucci

Pubblicato il 21 Nov. 2016

Aggiornato il 03 Apr. 2019 12:22

Nel 2008 è stato coniato dai media popolari del “New York Times”, il termine drunkoressia per descrivere con tale termine, la pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso (CBS News, 2008; Kershaw, 2008; Smith, 2008; Stoppler, 2008).
Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo.

Maria Carlucci, OPEN SCHOOL SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Il binge drinking

L’abuso di alcol e i disturbi alimentari rappresentano due fenomeni popolari in tutto il mondo. Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato un’associazione tra abuso di alcol e abitudini alimentari non salutari, soprattutto tra i giovani. La globalizzazione dei modelli di consumo alcolico ha causato l’ingresso in Italia di abitudini proprie degli Stati Uniti e dell’Europa del Nord, come il binge drinking (Lupi et al. 2013).

Il binge drinking consiste nell’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in successione per gli uomini e 4 o più bevande alcoliche in successione per le donne in un’unica o più occasioni nel corso delle ultime 2 settimane. In questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l’eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste “abbuffate alcoliche” è l’ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo (Wechsler H & Nelson TF 2001).

Numerosi studi evidenziano che, la popolazione maggiormente suscettibile a comportamenti binge drinking, sono i giovani studenti iscritti al primo anno di college (Larimer & Cronce, 2002).

Secondo diversi autori, tra i fattori che sembrano contribuire all’aumento delle “abbuffate alcoliche” vi sono: le norme sociali dei campus universitari che promuovono l’uso di alcol e il drastico calo della supervisione dei genitori durante il passaggio alla vita del college (Baer, 2002; Baer & Bray, 1999; Baer, Kivlahan, e Marlatt, 1995; Schulenburg & Maggs, 2002; Schulenburg et al, 2001).

Inoltre, secondo la National Eating Disorder Association (2006), circa il 20% degli studenti universitari, sia maschi che femmine, hanno riferito di aver avuto almeno un disturbo del comportamento alimentare (Forman-Hoffman, 2004; Mints & Betz, 1988; Tylka & Subich, 2002.).

Potrebbe quindi esserci una co-occorrenza tra abuso di alcol e disturbi del comportamento alimentare?

 

Binge drinking e disturbi del comportamento alimentare

Da un rapporto del Centro Nazionale sulle Dipendenze e Abuso di Sostanze della Columbia University (CASA) 2001, si è stimato che circa il 30-50% degli individui con bulimia e il 12-18% degli individui con anoressia abusano di alcol o ne sono dipendenti. Peraltro, i risultati hanno indicato una comorbidità netta tra la dipendenza da sostanze e i disturbi del comportamento alimentare a favore del fatto che circa il 35% di persone tossicodipendenti o che fanno abuso di alcol, manifestano un disturbo alimentare (Cooley & Toray, 1996; Krahn, Kurth, Gomberg, & Drewnowski, 2004; Anderson, Simmons, Martens, Ferrier, & Sheehy, 2006; Krahn, Kurth, Demitrack, & Drewnowski, 1992).

Krahn et al. (1992) hanno osservato una relazione positiva tra la gravità dello stare a dieta, la frequenza con cui si consuma alcol ed il binge drinking. Stewart et al. (2000) hanno trovato risultati simili, indicando che i livelli più elevati di restrizione alimentare sono associati ad un aumento di episodi legati al bere eccessivo e alla probabilità di essere classificato come un “bevitore binge”. Gli studi hanno avvalorato un’associazione tra uso di alcol e abitudini alimentari insalubri tra gli studenti universitari (Krahn et al. 2004).

Il digiunare volontariamente, allo scopo di consumare alcol successivamente, risulta nocivo e pericoloso soprattutto per le donne; a differenza dei maschi, queste ultime, generalmente pesano di meno, hanno meno enzimi che metabolizzano l’alcol (alcol deidrogenasi), e in genere hanno meno acqua corporea totale per diluire l’alcol nel sangue. Indipendentemente dal genere, maschio o femmina, bere a stomaco vuoto favorisce all’alcol di entrare nel corpo più velocemente, il che aumenta il livello alcolemico portando un aumentato rischio di disturbi cerebrali (black-out) e conseguenze negative sulla salute e sul comportamento (White, 2004).

 

La drunkoressia

Nel 2008 è stato coniato dai media popolari del “New York Times”, il termine drunkoressia per descrivere con tale termine, la pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso (CBS News, 2008; Kershaw, 2008; Smith, 2008; Stoppler, 2008).
Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo.

Anche se non c’è una definizione sistematica e non sia riconosciuto dalla medicina ufficiale, la drunkoressia è comunemente caratterizzata dai seguenti comportamenti: a) saltare i pasti, al fine di “evitare” le calorie o compensare l’aumentato apporto calorico dal consumo di bevande alcoliche, b) eccessivo esercizio fisico al fine di compensare le calorie consumate dal bere, e / o c) bere quantità eccessive di alcol al fine di avere la nausea e vomitare (Chambers 2008). Come risulta dalle caratteristiche comportamentali sopra elencate, il concetto di drunkoressia è quindi composto da tre dimensioni distinte: l’uso o abuso di alcol, disturbi alimentari e attività fisica.

Questa abitudine potrebbe quindi essere influenzata dalla pressione sociale per cui si tende a ricorrere a comportamenti estremi?

Le pressioni sociali rispetto alla perfetta forma fisica e al controllo del peso corporeo o quelle legate al consumo di alcolici, possono esercitare una forte influenza sugli adolescenti e sui giovani adulti; in particolare sulle ragazze, che rischiano così di ricorrere sempre più frequentemente a misure estreme quali drunkoressia ed eccessiva attività sportiva (Mond et al. 2008). Si pratica esercizio fisico allo scopo di modificare il peso, la forma o il tono muscolare e si associano sensi di colpa nel caso in cui l’esercizio viene posticipato o cancellato (Mond et al. 2008). Le donne, spesso, cercano di bruciare drasticamente quantità eccessive di calorie, per ridurre il peso corporeo e la percentuale di grasso (Johnstone and Rickard 2006).

La drunkoressia è ormai approdata anche in Italia, infatti, uno studio italiano del 2014, su un campione di circa 3000 soggetti, dimostra come questo sia un fenomeno comune anche tra i giovani adulti italiani con una prevalenza del 32.2% e riguarda anche la popolazione maschile, non solo quella femminile, come quanto riportato dai media (Lupi et al. 2014).

Allo scopo di fornire benefici per la diagnosi, il trattamento e il recupero, sarebbe auspicabile approfondire maggiormente tale fenomeno e capire quali siano i fattori psicologici che muovono i giovani in questa nuova tendenza. Potrebbe quindi, essere utile individuare i soggetti più a rischio ed attuare adeguati e mirati programmi di educazione e prevenzione.

Drunkoressia: quando si mangia di meno e si beve di più

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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