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Hillary, Bill e Donald: archetipi psicostorici

Hillary e Donald e il confronto tra i sessi: nella storia e nel mito cerchiamo gli archetipi di questa eterna battaglia tra uomini e donne. 

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 06 Ott. 2016

Dopo Angelina e Brad, Hillary e Donald. Finita la tregua degli amori estivi, questo autunno sembra la stagione del confronto tra i sessi.

Questo articolo è stato pubblicato da Giovanni Maria Ruggiero su Linkiesta

 

I maschi sembrano ricacciati nel ruolo riservato a una rudezza vieux style: Brad Pitt bello e stupido, propenso all’alcol e all’impulsività aggressiva, dapprima sopportato e improvvisamente scacciato dalla moglie incline alla beneficienza e alle gioie dell’intelletto. Donald da mesi verbalmente intemperante mentre Hillary ricopre il suo ruolo istituzionale con fredda compostezza.

 

Hillary e Donald: la battaglia tra i sessi nel passato

Nella storia e nel mito cerchiamo gli archetipi di questa eterna battaglia. Nel passato la lotta del potere avveniva all’interno del matrimonio, nel quale maschi e femmine erano immancabilmente avvinghiati. Oggi ci si confronta al di fuori, nell’arena politica o giudiziaria.

Qualche secolo dopo il racconto di Candaule e sua moglie incontriamo un episodio simile –raccontato da Socrate Scolastico, storico della tarda antichità- che ci racconta una fase successiva dei rapporti di potere tra i sessi. Questa volta il confronto non è sanguinoso, non muore nessuno. Siamo al tramonto dell’epoca classica, poco prima della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. L’imperatore romano Valentiniano, un prode guerriero che aveva appena provveduto a ricacciare tutti i barbari oltre il confine (sarà però l’ultimo che ci riesce) si riposava dalle fatiche della guerra in una delle sue capitali, Treviri o Milano.

Era sposato e la consorte imperatrice si chiamava Marina Severa. Matrimonio combinato tra quelle famiglie di etnia illirica che erano da tempo a capo dell’Impero. Il matrimonio era avvenuto in un momento in cui la carriera di Valentiniano si era fermata in un vicolo cieco. In disgrazia per una scaramuccia di confine con i barbari mal gestita, si era beccato tutta la colpa e lo sfavore dell’Imperatore, che era Giuliano, il famoso apostata. Congedato dall’esercito, si era ritirato nelle sue terre a Sirmio (oggi Sremska Mitrovica in Serbia) a fare il gentiluomo di campagna e ne aveva approfittato per sposarsi. La coppia aveva avuto un figlio, Graziano, nel maggio del 359.

Qualche anno dopo, morto Giuliano, il favore imperiale per un soldato così competente era tornato e Valentiniano fu richiamato a ricoprire cariche militari. Severa lo seguì nel crescere del suo potere, dapprima comandante della guardia imperiale a cavallo, poi accolto nel consiglio di guerra imperiale, e infine inaspettatamente imperatore.

Il proprietario terriero sposato sei anni prima era salito sul trono imperiale e aveva indossato la porpora. E con lui Severa. Chi lo sa come visse questa assunzione nel massimo cielo del potere. Forse male, se volessimo dare un significato all’incomprensibile suo comportamento successivo. Il matrimonio andò ancora avanti ancora alcuni anni, finché inaspettatamente terminò. E vedremo come, perché qui sta il bello.

Non sappiamo come fossero andati avanti gli anni del matrimonio. L’assenza di altri figli dopo Graziano lascia immaginare che i due coniugi abbiano smesso di conoscersi carnalmente dopo la prima gravidanza, che il loro consorzio abbia assunto i contorni di un’amichevole distanza. Supposizioni, però corroborate dalla storia della fine del matrimonio.

Marina Severa aveva, come imperatrice, dame di compagnia con le quali s’intratteneva e conduceva la sua vita di corte. Tra queste ve ne era una che era, a quanto pare, di particolare bellezza. Il suo nome era Giustina. Tra le due donne nacque una grande amicizia e confidenza, tanto da condividere l‘intimità del bagno. E fu proprio qui, nei bagni e nelle terme, che origina la stranezza di questa storia. Severa, alla vista del corpo nudo di Giustina, rimase colpita dalla sua bellezza e lo raccontò al marito.

Cosa passa per la testa di una donna che tesse le lodi al marito del corpo nudo di un’altra donna? Cosa era accaduto tra Valentiniano e Severa negli anni? La moglie manda un segnale al marito? Un segnale di cessato desiderio di intimità fisica, un invito a servirsi altrove?

Certo, non si trattava di un matrimonio borghese, nato nelle illusioni sentimentali dell’amore moderno. Gli antichi, quando non erano schiavi, erano tutti contadini e soldati, il loro mestiere era lavorare la terra e fare la guerra. Completamente presi dal servizio pubblico, questi uomini non concepivano sogni e illusioni romantiche. Meno liberi di noi, non erano capaci di concepire la vita come un percorso personale da inventare ogni giorno. Compresi nella loro funzione sociale, nel compito del loro ceto di appartenenza fin dalla nascita, non avevano vita privata e non si concedevano sogni, si sottomettevano a un destino premeditato, in cui i matrimoni erano combinati e così le altre scelte di vita.

Eppure, c’era anche una letteratura popolare che parlava di amore e di libertà. Circolavano romanzi sentimentali in cui, al posto delle tragedie piene di storie di vendetta e di sangue, si raccontava di amori giovanili e contrastati dalle famiglie in cui gli amanti percorrevano tutto il mondo conosciuto tra inseguimenti e rapimenti di pirati ma alla fine si ricongiungevano felicemente. Vi era poi il sentimentalismo delle nuove religioni orientali, prima tra tutte il cristianesimo, che insegnavano agli individui l’esistenza di un vita personale che non era soggiogata a un destino impersonale, ma era protetta da un Dio che aveva a cuore la felicità umana. E così via.

Tutto questo confluì nello strano episodio di Severa e Valentiniano. Vi era dunque una delusione tra loro? Il loro era un matrimonio combinato che aveva obbedito a ragionamenti di convenienza e che ormai si era esaurito, e che come passione non era mai nato? E soprattutto, improvvisamente tutto questo era diventato intollerabile nella mente di Marina Severa, tanto da indurla a sviare altrove i desideri fisici del marito?

Oggi il sesso pervade le nostre vite al punto tale da sembrare una pietra angolare della libertà. Eppure si tratta di un fenomeno tardo, legato alle moderne tecniche anticoncezionali. Prima il sesso, specialmente per la donna, era un attentato alla libertà. Ecco che allora il comportamento di Marina Severa cambia di segno. Marina Severa voleva forse una vita più libera e lontana dal marito? Una donna che parla al marito della bellezza di un’altra donna, e non di una bellezza misteriosa ma ignuda, lubrica, una bellezza contemplata nei bagni, sta emettendo un messaggio. Vi è una strana consonanza con il racconto di Candaule e di sua moglie che abbiamo già incontrato. Ancora una volta una nudità di donna penetra nella mente del maschio, lo affascina e lo incanta.

Fatto sta che Valentiniano rispose a quel messaggio e si comportò di conseguenza. Una sera Valentiniano decise di controllare di persona le strane chiacchiere della moglie. Non conosciamo i dettagli. Possiamo immaginare che, deciso a contemplare e a toccare quel corpo nudo di cui tanto parlava la moglie, cerco l’amore con Giustina e tanto lo gradì da ripudiare Marina Severa, con la sbrigativa cerimonia che regolava questa faccenda, e poi propose a Giustina di sposarlo.

Beninteso, il matrimonio fu una favola orientale ma anche un calcolo politico. Giustina era una nipote del grande imperatore Costantino e sposandola Valentiniano legittimava ulteriormente il suo potere imperiale. Tuttavia, accanto al calcolo politico, possiamo vedere anche la storia di una donna che può vivere una vita più libera e indipendente. E altresì possiamo vedere un imperatore che indulge a un tipico secondo amore maschile della tarda maturità con una donna più giovane, dopo aver goduto del racconto lesbo-chic servitogli dalla prima moglie: donne nude al bagno.

Tutto questo c’entra qualcosa con Hillary e Donald o con Angelina e Brad? Forse poco. Però nel racconto ci sono strane assonanze tra Hillary e Bill, l’Imperatrice e l’Imperatore. Speriamo che anche Hillary, come Marina Severa, sappia conquistarsi la sua autonomia e la sua libertà menando per il naso i maschietti che la circondano.

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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