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Autismo, alimentazione selettiva e passaggio all’età adulta – Plenaria del Congresso Erickson

Plenaria del Congresso Erickson: il passaggio degli autistici all'età adulta, la comorbidità con disturbi psichiatrici e l'approccio con la sessualità. 

Di Ilaria Cosimetti, Cristina Morazzoni

Pubblicato il 28 Ott. 2016

Aggiornato il 08 Feb. 2024 15:04

I relatori della plenaria del 15 ottobre 2016 del Congresso Erickson sui disturbi dello spettro autistico sono Filippo Simeoni (Direttore Cooperativa sociale Il Ponte, Rovereto), Luigi Mazzone (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma), Marco Bertelli (Direttore CREA- Centro di Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze; Presidente EAMH-ID- European Association for Mental Health in Intellectual Disability), Marco de Caris (Università de l’Aquila) e Flavia Chiarotti (Dirigente di Ricerca, Istituto Superiore di Sanità).

 

Apre la plenaria Filippo Simeoni, direttore della cooperativa sociale “il Ponte di Rovereto”, che ci regala la visione del cortometraggio “Tramondi. Un viaggio tra autismo e serigrafia”. Il documentario racconta un progetto che ha visto coinvolto un piccolo gruppo di ragazzi con autismo guidati nella realizzazione di magliette, dalla creazione del logo alla stampa sul tessuto.

Segue Luigi Mazzone che tratta il tema della selettività alimentare, una forte rigidità nelle scelte alimentari che riguarda molti autistici. La selettività è spiegata da fattori diversi (consistenza, odore, colore, marca, …) ma non è mai associata alla mancanza di appetito. Tuttavia non esiste una definizione standard operazionalizzata di tale costrutto e l’eziologia della selettività alimentare nella popolazione autistica con buona probabilità differisce dalla causa di questa problematica nella popolazione tipica. L’ipotesi più probabile è che la selettività negli autistici dipenda dalle alterazioni sensoriali che caratterizzano molti di loro.

Sempre in tema di alimentazione, Mazzone denuncia la mancanza di prove di efficacia delle diete prive di glutine e caseina, ritenute per anni capaci di alleviare i sintomi autistici.  Di grande attualità il tema del Gut Microbiota anche se ad oggi mancano dati certi riguardo l’associazione tra assunzione di probiotici e diminuzione dei sintomi di fobia sociale. La ricerca sul tema è tuttavia molto vivace e c’è da aspettarsi che a breve se ne saprà di più.
L’intervento si chiude con la raccomandazione ad un approccio multidisciplinare al trattamento della selettività alimentare che coinvolga dietologo, psicologo cognitivo-comportamentale, educatori e genitori.

Marco Bertelli affronta il tema dell’autismo nella transizione all’età adulta e quindi della comorbilità con disturbi psichiatrici che, nella popolazione autistica risultano essere più presenti e più precoci, benché assumano caratteristiche diverse rispetto alla popolazione tipica. I disturbi d’ansia e di somatizzazione sono i più diffusi. Varie sono le ipotesi che tentano di spiegare questa maggiore vulnerabilità ai disturbi psichiatrici all’interno di un paradigma bio-psico-sociale. Bertelli denuncia infine l’inadeguatezza dei servizi ospedalieri rispetto ai bisogni di salute mentale delle persone con disturbi intellettivi. Una ricerca dimostra come sia nelle università che nei servizi manchino i giusti riferimenti culturali per garantire una presa in carico di questi pazienti.

Flavia Chiarotti, dell’Istituto Superiore della Sanità, ci parla dell’incidenza dei disturbi dello spettro autistico negli ultimi anni (2000-2012): in Italia si stima la presenza di 5 bambini autistici ogni 1000 bambini di età compresa fra i 6 e i 10 anni.
L’osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi autistici (2016-2018) che coinvolge tre aree italiane ( Lecco,  Monza Brianza e Palermo) offrirà dati significativi  per approfondire questo tema ma soprattutto per disciplinare l’erogazione dei  servizi di diagnosi e cura specificatamente rivolti all’autismo.

Al di là di fattori attinenti la raccolta di dati, questo incremento è probabilmente giustificato dalla presenza di fattori di rischio genetici e ambientali. Chiarotti ci tiene a precisare che tra questi ultimi vanno esclusi i vaccini poiché non esiste nessuna correlazione dimostrata tra adesione al programma vaccinale e manifestazione di un disturbo dello spettro autistico.

Marco de Caris ci parla di relazioni amicali e amorose, di sessualità e di matrimonio.
Le persone con disabilità intellettiva hanno una qualità di informazione meno articolata riguardo alla sessualità e all’affettività e questo ha ovvie ricadute sul piano comportamentale. Per la costruzione di una vita socio- affettiva soddisfacente è importante sviluppare tutte quelle abilità che sono alla base della reciprocità e del rispetto delle convenzioni sociali. Anche l’autonomia è fondamentale in un progetto di vita e ha ricadute importanti sull’affettività e sulle relazioni. Il modo migliore per promuovere tutte queste competenze è il lavoro in gruppo, nell’ambito di un progetto di vita in cui anche le scelte terapeutiche rivolte ai più piccoli acquisiscono una forte rilevanza nel determinare il più alto grado di indipendenza da adulti.

Chiude il convegno l’intervento di Giovanni Marino (ANGSA-FIA) che ci parla dei diritti delle persone con autismo nei livelli essenziali di assistenza (LEA), introdotti dalla legge 134/2015. I LEA sono l’insieme di tutte le prestazioni, i servizi e le attività che i cittadini hanno diritto di ottenere dal Servizio Sanitario Nazionale in condizioni di uniformità su tutto il territorio nazionale. Questi servizi impattano sull’insieme dei diritti soggettivi della persona che secondo la Costituzione devono in ogni caso essere garantiti in modo universale e a tutti i cittadini. Ora è necessario che le regioni sappiano emanare appropriati documenti in conformità delle leggi per poter rendere esigibili questi servizi. In tal senso, una risorsa importante può essere l’associazionismo; le associazioni possono diventare veri attori nel panorama sociale nazionale per la rivendicazione dei servizi specifici per l’autismo previsto ora per legge.

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