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Un abbraccio d’amore e di passione: Amore e Psiche di Canova

Canova è un artista del Neoclassicismo, noto per la sua scultura di Amore e Psiche, che rappresenta l'idillio dell'amore e della passione. 

Di Ursula Valmori

Pubblicato il 28 Ott. 2016

Il mito di “Amore e Psiche” ha affascinato tanti artisti nel corso dei secoli, tra cui lo scultore veneto Antonio Canova (1757-1822), uno dei maggiori protagonisti del Neoclassicismo. Ciò che contraddistinse il suo stile artistico fu l’adesione ai principi dell’arte classica: armonia, equilibrio, compostezza.

Il mito di Amore e Psiche

Quella di Amore e Psiche è, secondo me, una delle più belle storie d’amore mai raccontate: a scriverla fu, nel II secolo d.C., Lucio Apuleio nelle sue “Metamorfosi” (o “L’asino d’oro”).

“Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente”: è così che ha inizio la favola di “Amore e Psiche” che narra la storia del Dio Amore che si innamora perdutamente di una ragazza di rara bellezza e di come entrambi, per raggiungere l’amore eterno, debbano affrontare numerose difficoltà. Psiche, infatti, era talmente bella che suscitò l’invidia di Venere, la quale le inviò Amore con lo scopo di farla innamorare di un uomo brutto ed insignificante. Fu invece lo stesso Dio Amore ad innamorarsi della fanciulla.

Canova: un artista del Neoclassicismo

Il mito di “Amore e Psiche” ha affascinato tanti artisti nel corso dei secoli, tra cui lo scultore veneto Antonio Canova (1757-1822), uno dei maggiori protagonisti del Neoclassicismo. Ciò che contraddistinse il suo stile artistico fu l’adesione ai principi dell’arte classica: armonia, equilibrio, compostezza. Dopo gli eccessi decorativi del barocco e del rococò, si era infatti affermato un nuovo orientamento classicista, che reputava l’antichità greca e romana quale esempio perfetto a cui ispirarsi nel campo dell’arte. Il Canova, meglio di ogni altro artista, seppe recuperare il vagheggiato ideale dell’arte antica, rendendolo vivo ed attuale.

In accordo con il ritorno al “bello ideale” teorizzato dal Winckelmann, Antonio Canova realizzò il bianchissimo gruppo scultoreo di “Amore e Psiche”, la cui versione più nota è quella del 1787-93, conservata al Museo del Louvre a Parigi. La scultura rappresenta il Dio Amore mentre contempla il volto della fanciulla amata, nell’attimo subito precedente al bacio, in un momento carico di tensione emotiva e di raffinato erotismo in cui i due giovani sono uniti in un abbraccio d’amore passionale ed eterno. Il vero protagonista della scena è il bacio, sospeso ed immaginato, ed infatti il Canova rappresenta i due amanti con le labbra schiuse, un attimo prima che si bacino, in un momento di grande dolcezza e sottile sensualità.
Ricca di significati allegorici ed affascinante per l’intensità dei sentimenti che trapelano dal marmo, la scultura “parla” di argomenti che toccano la coscienza, le emozioni e l’inconscio.

Amore e Psiche: il significato del mito

Partiamo dall’etimologia del termine “psiche”, che si riconduce all’idea del soffio, ovvero del respiro vitale; presso i Greci designava l’anima, in quanto originariamente identificata con quel respiro. Dunque Psiche rappresenta l’Anima, mentre il Dio Amore (Cupido) rappresenta il desiderio e la passione. Il Canova, attraverso la sua scultura in marmo bianco, ci accompagna nella coinvolgente esperienza dell’amore, della passione, del desiderio sessuale. Il gruppo scultoreo può essere analizzato da un punto di vista psicoanalitico riguardo a due temi fondamentali: da una parte la nascita e lo sviluppo di un rapporto d’amore ed i suoi effetti sull’animo umano e sulla psiche, dall’altra il rapporto che ogni uomo ha con la propria anima e con la propria psiche.

Amore, ad un certo punto della vita di ciascuno di noi, arriva e allora cosa succede quando l’Amore incontra l’Anima? Abbandonandosi alla passione amorosa, l’Anima si allontana dal suo obiettivo, cioè il conseguimento dell’immortalità. La vicenda di Psiche, infatti, simboleggia il destino dell’anima umana che cade in errore e deve superare numerose prove e sofferenze per essere degna della salvezza, che può arrivare solo con l’intervento del divino. Infatti, dopo l’avventura erotica, Psiche verrà punita per la sua curiosità e dovrà affrontare alcune prove molto dolorose in seguito alle quali otterrà l’immortalità, grazie all’aiuto di Zeus. Eros, l’amore sessuale, ha come scopo quello di psichicizzare la vita nel piacere, nel dolore, nell’incontro, nell’abbandono, nell’affetto e nel rancore. Eros è amore passionale, mentre Venere (colei che invia Amore a Psiche) è amore più consapevole, insieme sessuale e spirituale: sono due forze che agiscono nell’anima umana ed elevano il corpo verso lo spirito. Attraverso le gioie ed i dolori dell’amore, l’essere umano viene psichicizzato e viene dotato di un‘anima, in questo senso la sessualità umana ha una componente spirituale molto forte che ci rende esseri psichici.

Nella scultura del Canova la donna è rappresentata in un momento di trasformazione psichica di grande significato, quando incontra un uomo individualmente, quando riconosce Eros e lo ama. E’ la relazione tra l’uomo e la donna – in termini junghiani tra l’individuo e l’Anima – che rappresenta il Canova e che tanto interessa gli psicologi del profondo: l’Anima viene ammaestrata dallo sbocciare dell’Amore e lo sviluppo psichico procede attraverso le esperienze amorose. Psiche, attraverso l’Amore, giunge ad un “matrimonio spirituale tra un IO ed un TU”, all’interno di un processo di trasformazione e di sviluppo psichico.

Il significato dell’opera alla luce della psicologia analitica junghiana

Il riferimento teorico fondamentale è la psicologia analitica di Jung, che ha saputo comprendere il percorso evolutivo della donna mediante lo studio antropologico dei miti ed ha riconosciuto nell’interiorità della donna una parte maschile (il cosiddetto Animus), così come nell’inconscio dell’uomo la presenza attiva di un principio femminile (l’Anima). L’uomo si sente attratto dal femminile, perché lì incontra la figura dell’Anima, la quale, come figura femminile interiore dell’uomo, spinge il maschile alla trasformazione, ad agire e ad affrontare nuove avventure dello spirito. Analogamente, la figura dell’Animus, come guida della Psiche, esercita l’effetto corrispondente sul femminile. L’Anima (che è cura, protezione, affettività) è la componente femminile presente nell’apparato psichico di ogni uomo, mentre l’Animus (che è controllo, ponderazione, riflessività, razionalità) è l’aspetto maschile presente nell’apparato psichico di ogni donna. L’Animus è la figura che compensa l’energia femminile; l’Anima quella che compensa l’energia maschile.

Ne consegue che, conoscendo bene questo lato della propria psiche, è possibile interagire in modo armonico con l’altro sesso e diviene più facile instaurare una relazione sana e gratificante.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Lenzi Iacomelli C. (2003). La grande Storia dell’Arte. Il Settecento, prima parte. Gruppo Editoriale L’Espresso. Roma.
  • Neumann E. (1975). La psicologia del femminile. Astrolabio Ubaldini Editore. Roma.
  • Neumann E. (1989). Amore e Psiche. Un’interpretazione nella psicologia del profondo. Astrolabio Ubaldini Editore. Roma.
  • Neumann E. (1949). Storia delle origini della coscienza. Astrolabio Ubaldini Editore. Roma.
  • Hillmann J. (1972). Il mito dell’analisi. Adelphi. Milano.
  • Von Franz M.L. (1970). The Golden Ass. Spring Publications. New York-Zurich.
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