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La ruminazione associata a diverse forme di disturbi psicopatologici

La ruminazione consiste in un modello di pensiero ripetitivo, ossessivo e autodiretto, difficile da interrompere e risulta spesso associata alla depressione

Di Greta Lorini

Pubblicato il 07 Set. 2016

Un recente studio pubblicato sul Clinical Psychological Science, attraverso l’utilizzo dell’approccio transdiagnostico, ha rivelato che la ruminazione è correlata ad una serie di condizioni psicologiche.

 

Lo studio sulla ruminazione: introduzione

I tradizionali approcci diagnostici si sono concentrati perlopiù sulle differenze esistenti tra patologie psichiatriche, al contrario, l’approccio transdiagnostico ha cercato di comprenderle andando oltre la struttura concettuale fornita dalla nozione di diagnosi, sottolineando i fattori comuni tra disturbi, con l’intento di sviluppare trattamenti utili ad un’ampia gamma di persone.

Un recente studio pubblicato sul Clinical Psychological Science, attraverso l’utilizzo dell’approccio transdiagnostico, ha rivelato che la ruminazione è correlata ad una serie di condizioni psicologiche (Disturbo Depressivo Maggiore, sintomi depressivi, Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbi del Comportamento Alimentare e dipendenza da sostanze). In breve, la ruminazione consiste in un modello di pensiero ripetitivo, ossessivo e auto-diretto, difficile da interrompere, che non porta ad alcuna azione efficace o ad alcuna soluzione dei problemi, ma capace al contrario di aumentare l’angoscia e il pensiero negativo, perpetuare i sintomi, inibire il comportamento strumentale ed alterare la concentrazione e la cognizione.

Il metodo e il campione

La ricerca condotta da Daniel Johnson e colleghi ha utilizzato dati provenienti da 744 partecipanti (365 coppie di gemelli più alcuni soggetti singoli) che sono stati raccolti attraverso questionari self-report. I disegni di studio basati sui gemelli come questo hanno il grande vantaggio di fornire un modo per misurare l’influenza genetica. Sono state ottenute misure riguardanti la ruminazione, l’auto-riflessione, la presenza di sintomi depressivi, patologie alimentari e diagnosi psichiatriche. L’auto-riflessione è stata inclusa come misura di controllo e differenziazione dalla ruminazione.

I risultati

Una complessa serie di analisi statistiche ha dimostrato che la ruminazione è associata a tutte e tre le misure di psicopatologia incluse nello studio (sintomi depressivi, patologie alimentari e altre diagnosi psichiatriche) e che tale associazione non dipende dall’auto-riflessione, ma dalla ruminazione stessa. Le correlazioni tra gemelli hanno dimostrato che tutte queste associazioni hanno una significativa componente genetica, anche se nessuna di esse era così completa da escludere l’incidenza dei fattori ambientali. L’influenza genetica più significativa è emersa tra ruminazione e depressione, mentre l’associazione con le patologie alimentari è risultata moderatamente influenzata dalla genetica e il legame con la dipendenza da sostanze sembra per lo più di origine ambientale.

Discussione

[blockquote style=”1″]I nostri risultati supportano la concettualizzazione della ruminazione come un modello di pensiero ripetitivo e auto-diretto, che costituisce un fattore di rischio unico e specifico per diverse forme di patologia[/blockquote] hanno scritto Johnson e colleghi nel loro studio.

La ruminazione ha dimostrato di avere una significativa associazione con diverse caratteristiche lungo un’ampia gamma di psicopatologie. Includendo un elemento genetico nelle analisi, i ricercatori hanno potuto dimostrare che il rapporto tra i contributi forniti da fattori genetici e fattori ambientali a queste associazioni possono differire a seconda delle variabili misurate (ad esempio, attraverso i tipi di diagnosi).
[blockquote style=”1″]Come primo studio genetico sul comportamento volto a esaminare la ruminazione come un correlato transdiagnostico di psicopatologia, questo studio fornisce una solida base per esplorare nuove vie di ricerca che potrebbero guidare gli sforzi della prevenzione e del trattamento nei soggetti che soffrono di disturbi psichiatrici concomitanti[/blockquote] hanno concluso i ricercatori.

 

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