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sopravvivere alle frustrazioni quotidiane secondo David Foster Wallace

David Foster Wallace mette in luce i meccanismi automatici di pensiero che non ci consentono decisioni coscienti rispetto agli eventi e ai nostri problemi.

Di Rossana Piron

Pubblicato il 19 Set. 2016

Il video, tratto dal discorso di David Forster Wallace alla cerimonia delle lauree al Kenyon college (21 maggio 2005), è un elogio alla consapevolezza dei meccanismi automatici di pensiero e all’importanza di prendere ogni giorno decisioni coscienti rispetto al significato che vogliamo attribuire agli eventi.

 

Come suggerisce Wallace, la quotidianità è fatta da piccole sequenze di eventi ripetitivi (andare al al lavoro, guidare nel traffico, fare la spesa), che inducono la nostra mente a reagire ad esse in modo sempre più automatico, fino a raggiungere una sensazione di impossibilità di scelta. Diamo sempre lo stesso significato alle cose e perdiamo la libertà di considerare delle alternative. Questo meccanismo è rinforzato dal fatto che involontariamente tendiamo ad attribuire significati alle cose solo dalla nostra prospettiva, che ci porta a sentirci al centro della nostra esistenza e di conseguenza al centro del mondo, per cui il mio dolore o la mia insofferenza diventano più grandi, speciali e quindi meritevoli di particolare cura da parte degli altri.

Ecco che il mondo esterno si trasforma in un ostacolo ai miei scopi e al mio benessere, provocando pensieri che alimentano rabbia e frustrazione. Per dirla alla Ellis, si possono generare pensieri irrazionali (Di Giuseppe et al., 2014), es. ‘Questa situazione è insopportabile‘, ‘Non tollero tutte queste persone in coda davanti a me‘, ‘Stare chiuso qui dentro è terribile’.

Tra le possibili alternative, Wallace suggerisce di provare a concentrarsi sull’ipotesi che le altre persone stiano vivendo la nostra stessa frustrazione oppure che abbiano problemi più grandi dei nostri. Questa modalità può essere utile, non solo per l’idea che ‘Mal comune mezzo gaudio‘, ma soprattutto perché stimola a uscire dalla prospettiva egocentrata e a spostare i riflettori della nostra mente su ciò che ci circonda.

Il primo passo per raggiungere questa forma di libertà è quindi prendere coscienza dei propri processi automatici di pensiero in un’ottica metacognitiva, e successivamente decidere consapevolmente di assumere prospettive diverse.

Sebbene sia improbabile che questo processo vi porterà a trovare la donna o l’uomo della vostra vita, come lascia simpaticamente supporre il video, per lo meno trasformerà l’esperienza infernale del supermercato in una nuova occasione di apprendimento.

 

https://www.youtube.com/watch?v=Sq94OhMGh8M&app=desktop

 

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SCRITTO DA
Rossana Piron
Rossana Piron

Tecnico di Riabilitazione Psichiatrica, Psicologa clinica

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Di Giuseppe R.A., Doyle K.A., Dryden W., Backx W. Manuale di terapia razionale emotiva comportamentale, Raffaello Cortina Editore, 2014.
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