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Binge eating infantile: il ruolo delle famiglie, dell’alimentazione e dei sentimenti

Nello sviluppo del binge eating infantile gioca un ruolo importante anche la famiglia e la condivisione ed espressione dei sentimenti 

Di Greta Lorini

Pubblicato il 05 Set. 2016

Il Binge Eating Disorder è il disturbo alimentare più diffuso in termini di etnia, età e genere e, sorprendentemente, è stato riportato anche nei bambini di 5 anni. Con lo scopo di contestualizzare il binge eating infantile, una recente e sistematica revisione della letteratura scientifica, condotta dalla University of Illinois, ha individuato due potenziali fattori di rischio nei bambini: il non-coinvolgimento /mancanza di risposta emotiva genitoriale e le prese in giro sul peso del bambino all’interno della famiglia.

 

Il Binge Eating Disorder

Il Binge Eating (“alimentazione incontrollata”) non corrisponde alla sensazione di aver mangiato troppo durante una cena, al contrario, è un problema più profondo: [blockquote style=”1″]Nel Binge Eating si avverte una sensazione di non-controllo mentre si mangia, si sente che si sta mangiando oltre il punto di pienezza e fino al punto di disagio, e ciò comporta un elevato stress emotivo[/blockquote] spiega Jaclyn Saltzman, autrice principale della ricerca. Il Binge Eating è stato associato a depressione e obesità, pertanto intervenire precocemente su di esso può aiutare non solo a prevenire l’emergere di un disturbo alimentare, ma anche a scoraggiare l’adozione di abitudini alimentari malsane.

L’influenza della famiglia sul Binge Eating infantile

Saltzman e Janet M. Liechty, co-autrice della ricerca, hanno revisionato una serie di studi, scoprendo però che pochissime ricerche, negli ultimi dieci anni, avevano approfondito le influenze del contesto familiare sul Binge Eating infantile, soprattutto in confronto al più vasto corpo di conoscenze riguardante le influenze delle cognizioni e dei comportamenti. [blockquote style=”1″]Abbiamo pensato che ci fosse bisogno di una comprensione più articolata del contesto in cui il Binge Eating si sviluppa[/blockquote] ha affermato Saltzman. Inizialmente, le ricercatrici hanno identificato oltre 700 studi, che si sono ridotti a 15, dopo aver applicato rigorosi criteri di inclusione per individuare solo quelli che avessero prodotto risultati nei bambini sotto i 12 anni con l’utilizzo di strumenti affidabili.

La perdita di controllo durante le abbuffate

Nella loro revisione le autrici si sono concentrate, inoltre, sulla perdita di controllo, tradizionalmente considerata un sintomo dell’età adulta. Saltzman ha spiegato però che, in base alle recenti ricerche, la perdita di controllo viene utilizzata come indicatore anche nelle abbuffate dei più piccoli, nonostante questo non sia ancora stato ufficialmente riconosciuto nei manuali diagnostici. L’idea è che la compulsione, ovvero la quantità di cibo che il bambino assume, sia meno importante della sensazione di perdita di controllo o dello stress derivante dell’abbuffata, soprattutto nei bambini più piccoli, che mostrano meno controllo sul cibo. Lo scarso controllo delle emozioni infatti li induce a sperimentare la perdita di controllo durante l’abbuffata.

Conclusioni

Nonostante il comportamento dei genitori e dei famigliari rappresenti un fattore contestuale importante nel Binge Eating infantile, ciò non significa che i genitori siano da biasimare per i comportamenti alimentari malsani dei figli. Sarebbe controproducente e non corretto incolparli.

[blockquote style=”1″]Vogliamo sottolineare ai genitori che il peso non è l’unica cosa che conta e che concentrarsi troppo sul peso può essere dannoso. Invece, concentrarsi sul dare ai bambini gli strumenti necessari per gestire le proprie emozioni, in particolare le emozioni riguardanti il cibarsi e il peso, può aiutare a rafforzare le capacità di coping dei bambini in modo che ci siano meno probabilità di aver bisogno di mangiare in modo incontrollato[/blockquote] ha affermato Saltzman.

 

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