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Amedeo Modigliani: la biografia e la sua arte

Amedeo Modigliani è stato un artista capace di catturare la sensibilità e la psicologia delle persone attraverso la sua arte. 

Di Ursula Valmori

Pubblicato il 27 Set. 2016

Amedeo Modigliani era un grande disegnatore, riusciva, con un tratto volumetrico e bidimensionale, a catturare la sensibilità e la psicologia delle persone; coloro che gli fecero da soggetto per i suoi ritratti ebbero a dire che farsi dipingere da Modigliani era come “farsi spogliare l’anima”. Ed infatti i ritratti di Modì esprimono il desiderio dell’artista di penetrare la natura intima dell’essere umano, anticipando l’interesse dei surrealisti per l’inconscio e le sue manifestazioni.

Amedeo Modigliani: biografia

“Sono Modigliani, ebreo, cinque franchi per un ritratto”: così si presentava l’artista livornese ai vicini di tavolo, quando, seduto in qualche bar o bistrot parigino, offriva la propria arte in cambio di pochi soldi o di un paio di bicchieri di vino.

Amedeo Modigliani (1884-1920), artista dotato di grande talento e di profonda energia espressiva, condusse una vita turbolenta, tra la pittura, la droga, l’alcool e le donne. Era un uomo profondamente segnato nel fisico dalla malattia: nell’adolescenza contrasse una febbre tifoide e fu affetto da una forma grave di tubercolosi, che condizionò la sua intera esistenza, costringendolo persino ad abbandonare la scultura, a causa delle polveri che vengono generate durante la lavorazione. La sua vita dissoluta fu profondamente legata alla città di Parigi, dove l’artista livornese si trasferì nel 1906 e dove lavorò intensamente. Pare che dipingesse molto velocemente: gli bastavano un paio di sedute per completare una di quelle figure dal collo lungo e flessuoso, dal corpo sinuoso e dagli occhi sottili, che rendono immediatamente riconoscibili i ritratti di Modì, come fu soprannominato l’artista.

Modigliani amava dipingere le persone, soprattutto le donne, che ritraeva anche in posizioni molto sensuali; le sue nudità, esibite per la prima volta a Parigi nel 1917, fecero chiudere, dopo poche ore dall’apertura e con un intervento del capo della polizia, la sua prima mostra personale. Modì era l’artista degli eccessi e a Parigi alcool e droga divennero suoi compagni inseparabili e la sua salute, già precaria, fu definitivamente compromessa. Non riuscì a convincere né critici, né collezionisti, versando in pessime condizioni economiche. La moglie, la pittrice Jeanne Hébuterne, gli restò accanto fino alla fine; il loro amore non fu scalfito né dalla povertà, né dalla malattia di lui. Un’altra persona rimase accanto a Modigliani fino all’ultimo, sostenendone l’avventura artistica ed esistenziale: fu il poeta e mercante d’arte polacco Léopold Zborowski, che viveva in un albergo parigino insieme alla moglie e all’amica di lei, Lunia Czechowska, con cui Amedeo instaurò un rapporto di intima amicizia. Di Lunia ci sono pervenuti quattordici splendidi ritratti, che testimoniano il profondo legame e l’attenzione intima di Modigliani verso quella giovane donna.

Amedeo Modigliani: la sua arte

Modigliani era un grande disegnatore, riusciva, con un tratto volumetrico e bidimensionale, a catturare la sensibilità e la psicologia delle persone; coloro che gli fecero da soggetto per i suoi ritratti ebbero a dire che farsi dipingere da Modigliani era come “farsi spogliare l’anima”. Ed infatti i ritratti di Modì esprimono il desiderio dell’artista di penetrare la natura intima dell’essere umano, anticipando l’interesse dei surrealisti per l’inconscio e le sue manifestazioni. Nei nudi è evidente il coinvolgimento emotivo del pittore, che riflette nelle modelle le sue emozioni, non solo artistiche, ma anche e soprattutto appassionate e carnali, come in Nudo sdraiato, a braccia aperte (detto anche Nudo rosso) del 1917, oppure in Nudo sdraiato (1917) o in Nudo disteso (1919): Modigliani tratteggia i corpi sinuosi di donne completamente nude, adagiate in posa provocante, su un divano. Sono le donne con cui l’artista tentava di soddisfare la sua irrefrenabile lussuria, tra ubriacature ed esperimenti con le droghe, che Modì considerava necessari anestetici in grado di lenire i dolori del corpo e dell’anima.

Modigliani ritraeva donne con colli lunghissimi e delicati e con gli occhi “vuoti” come quelli delle statue (si pensi, per esempio, a Ritratto di Jean Hébuterne (1917), Ritratto di Lunia Czechowska (1919), oppure a Donna con il ventaglio , del 1919). Se facciamo una lettura psicologica di queste opere d’arte, emerge un conflitto tra gli impulsi fisici e la parte intellettuale e razionale dell’individuo: il collo, infatti, è l’organo che divide la testa dal corpo. Inoltre, le teste rappresentate da Amedeo Modigliani sono spesso storte e deformate: la testa è l’organo dell’autocontrollo e, quando viene ingigantita e deformata, sta a significare la perdita di autocontrollo.

Gli occhi “vuoti” come quelli di una statua e semichiusi, invece, sono occhi che sembrano guardare il mondo senza realmente vederlo e, attraverso di essi, l’artista rappresenta la distanza che percepisce tra il proprio Io e la realtà esterna. Ed infatti la maggior parte dei ritratti di Modigliani emana un profondo senso di solitudine, con quegli spogli sfondi su cui si stagliano. La scelta stessa di dipingere esclusivamente figure umane è un indizio del terrore che Modigliani doveva avere nei confronti della solitudine, ma fu anche una vera e propria anomalia per la sua epoca, quando dipingere esclusivamente ritratti era davvero molto insolito.

Il “mostro ubriaco” – come venne definito Modigliani dal poeta russo Nikolaj Gumiliev, morì a soli 35 anni, stroncato da una meningite tubercolare. L’artista livornese, che in vita non ebbe né fama, né successo, nè danaro, fu, dopo la sua morte, a lungo ignorato anche dagli storici dell’arte, ma nel novembre 2015 il suo Nudo sdraiato (1917) ha reso giustizia al suo talento: l’opera, infatti, in un’asta da Christie’s a New York, è stato aggiudicato, dopo pochi minuti di gara a colpi di rilanci, a oltre 170 milioni di dollari (oltre 157 milioni di euro).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Lottman H. (2005). Amedeo Modigliani. Prince de Montparnasse. Calmann-Lévy. Parigi.
  • Secrest M. (2012). Modigliani. L’uomo e il mito. Mondadori. Milano.
  • Donatini F. (2014). Modigliani mon amour. Felici Editore. San Giuliano Terme, Pisa.
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