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Clima e violenza: nuove scoperte sulla relazione tra territori caldi e comportamento aggressivo

Il modello CLASH spiegherebbe l'alta incidenza di aggressività in territori caldi: scarse variazioni climatiche porterebbero a un ridotto autocontrollo.

Di Maurizio Rossetti

Pubblicato il 27 Lug. 2016

Aggiornato il 26 Ago. 2019 11:48

Il mondo della ricerca è da tempo impegnato per cercare di spiegare il motivo per cui molti crimini violenti sono più frequenti nei territori più caldi, in prossimità dell’equatore, rispetto ad altri luoghi. Oggi, un team di ricercatori ha sviluppato un modello che potrebbe contribuire ad avvicinarci alla verità.

 

Questo nuovo modello cerca di andare oltre la semplice evidenza, per cui dove ci sono temperature più calde, si verificano un tasso più elevato di aggressività e violenza.

Ha dichiarato Brad Bushman, co-autore dello studio e professore di comunicazione e psicologia presso la Ohio State University:

Il clima influisce su come le persone vivono la loro quotidianità, da forma alla cultura più di quanto siamo abituati a pensare.

Paul van Lange, autore principale dello studio, ha aggiunto:

Crediamo che il nostro modello possa aiutare a spiegare l’impatto del clima sui tassi di violenza nelle diverse parti del mondo.

Il modello è stato chiamato CLASH (CLimate Aggression, and Self-control in Humans), ed è stato descritto sulla rivista Behavioral and Brain Sciences.

Molti studi hanno già dimostrato che i livelli di violenza e aggressività sono più alti nei climi più caldi; ma le spiegazioni principali al riguardo, non sono soddisfacenti.

Ad esempio, Il Modello Generale Dell’Aggressività (GAM), suggerisce che le temperature più calde rendono le persone più irritabili e suscettibili a reagire in modo aggressivo. Un’altra teoria accreditata (Routine Activity Theory) afferma che nei luoghi caldi, le persone trascorrono più tempo all’aperto in contatto l’una con l’altra rendendo maggiormente probabile il conflitto.

Il modello CLASH, fa un passo in più, affermando invece che, non sono solo le temperature alte a incidere sui tassi di violenza, ma soprattutto la variabilità stagionale delle temperature.

Gli autori spiegano che, una forte variabilità nelle temperature stagionali influisce nello strutturarsi della cultura del luogo in un modo molto profondo, molto più di quanto siamo abituati a pensare.

La vita nei luoghi dove il clima varia molto da stagione a stagione necessita di una forma di controllo e pianificazione, molto più attenta, incidendo sullo sviluppo delle personalità individuali e sulle abitudini delle popolazioni.

Dove c’è meno variazione climatica, l’ambiente richiede una minore necessità di pianificazione, per cui le popolazioni possono vivere il presente con maggiore libertà, con un atteggiamento meno conservativo, maturando così un’inferiore capacità di autocontrollo e soppressione degli impulsi.

Questo spiegherebbe il perché in questi paesi, gli individui manifestano una ridotta capacità a contenere le manifestazioni violente, incidendo sui tassi di criminalità del territorio.

Crediamo che il modello CLASH possa fornire un solido quadro per la comprensione delle differenze di violenza che si riscontrano in tutto il mondo.

Dal momento che tale modello rappresenta una teoria pioneristica, altri studi dovranno accertarne la veridicità. Bushman afferma tuttavia che, già numerose prove suggeriscono che il modello vada nella giusta direzione.

 

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