expand_lessAPRI WIDGET

La valutazione diagnostica dell’autismo: la ADOS 2 – Report dal corso della Fondazione Don Gnocchi Onlus

La Fondazione Don Gnocchi Onlus ha organizzato un corso circa l’uso dell’ ADOS 2, uno degli strumenti più diffusi per la diagnosi di autismo

Di Alessia Incerti

Pubblicato il 11 Lug. 2016

La Fondazione Don Gnocchi Onlus in collaborazione con le edizioni Hoegrefe ha organizzato un corso teorico-pratico circa l’uso dell’ ADOS 2, uno degli strumenti più diffusi per la diagnosi di autismo.

Introduzione

Il corso si è svolto a Milano il 1,2,3 Luglio 2016, presso il centro Carlo Girola. La Fondazione Don Gnocchi nei suoi “28 Centri, attivi in 9 regioni italiane, con un totale di 3.696 posti letto offre un’ampia gamma di servizi, occupandosi di: bambini e ragazzi affetti da complesse patologie acquisite e congenite; pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi”. I disturbi dello Spettro dell’Autismo sono tra le patologie che gli operatori della Fondazione trattano.

L’autismo rappresenta una patologia cronica e complessa di competenza dei servizi di Neuropsichiatria Infantile sia per la diagnosi sia per la riabilitazione. Dopo più di sessanta anni dalla sua individuazione da parte di L. Kanner (1943) le conoscenze in merito al disturbo dello spettro autistico, nella denominazione del DSM 5 o sindrome da alterazione globale dello sviluppo psicologico, secondo l’ICD-10, (International statistical classification of diseases and related health problems) sono in continua evoluzione e se ne aggiungono di nuove grazie alla ricerca condotta in tutto il mondo.

La Seconda Edizione dell’Autism Diagnostic Observation Schedule ADOS 2 (C.Lord, M. Rutter, P. C. DiLavore, S. Risi, R. J. Luyster, K. Gotham, S. L. Bishop, W. Guthrie ) arricchisce e migliora lo strumento di riferimento mondiale per la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico.

La docente di questo corso è stata la dottoressa Raffaella Faggioli, educatrice professionale, psicologa e psicoterapeuta riconosciuta esperta di autismo; la Faggioli ha fornito le conoscenze necessarie per un utilizzo clinico corretto di ADOS 2 .

Obiettivi del corso sono stati: acquisire conoscenza della struttura di ADOS 2, delle procedure di somministrazione di ADOS 2 e delle procedure di decodifica e calcolo dei cut-off diagnostici. Un’importante differenza con la maggior parte dei test psicologici è che il campione di riferimento su cui avviene il confronto dei punteggi non è un campione di soggetti normali “free diagnosis”, bensì un campione di soggetti con diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo. Ciò è valido per i moduli da 1 a 5 mentre per il modulo Toddler fornisce un indice di rischio.

Cosa valuta la ADOS 2

La Ados 2 è una prova semi-strutturata basata sull’osservazione del comportamento del bambino in diverse situazioni opportunamente predisposte e poi codificate dall’esaminatore. Possono somministrare questo test solo le figure professionali autorizzate alla diagnosi, medici specialisti in neuropsichiatria infantile e gli psicologi. L’edizione italiana della Ados 2 è del 2013 ed è stata curata da C. Colombi, R. Tancredi, A. Persico e R. Faggioli.

Cosa valuta questo strumento? Cosa si cerca mediante l’uso di Ados per fare diagnosi?
Si cercano, durante le osservazioni di gioco, comportamenti bizzarri in ambito comunicativo, dell’interazione sociale e nell’ambito della flessibilità/rigidità.
Nessuna anomalia o comportamento o assenza di un comportamento è sintomo specifico solo dell’autismo; questo rende il processo diagnostico complesso e rende necessario che sia affidato a un professionista esperto di autismo e dello sviluppo neurotipico.

Gli aspetti del comportamento che cerchiamo sono quelli che esprimono i criteri diagnostici descritti nel DSM5 per il disturbo dello spettro autistico. Ovvero:
Presenza di un disturbo persistente della comunicazione sociale e dell’interazione sociale (affetto sociale);
pattern di comportamenti ripetitivi o attività e interessi ristretti;
insorgenza entro i 3 anni, ma possono manifestarsi anche più avanti;
I sintomi causano una compromissione clinicamente significativa della qualità di vita.

La relatrice illustra alcuni aspetti da considerarsi campanelli d’allarme di un funzionamento non normotipico visibile in bambini sotto i tre anni. Si tratta di segni da monitorare e approfondire non di sintomi effettivi. Tra questi aspetti vi sono: l’essere bambini “troppo autonomi” rispetto all’età; fatica nel contatto oculare; gesti ripetitivi; interessi focalizzati; difficoltà o assenza del gioco spontaneo del “far finta” , fatica nell’adeguamento al contatto fisico ( fatica a cambiarlo, vestirlo); Tendenza a mettere in fila tutti gli oggetti.
Questi aspetti vengono osservati durante la somministrazione dell’ ADOS 2 mediante situazioni di gioco appositamente strutturate.

Materiale del test

La Ados 2 è strutturata in cinque moduli distinti, ciascuno con uno specifico materiale di lavoro e protocollo di notazione. I moduli sono i seguenti:

– Modulo Todler, proposto ai bambini dai 12 ai 30 mesi che non abbiano ancora sviluppato un linguaggio fluente. Si compone di 11 sessioni di attività strutturate finalizzate ad indagare aspetti relativi all’affetto sociale ( ad es. indicare, risposta al nome, divertimento condiviso nell’interazione) e al comportamento ristretto e ripetitivo. A differenza dei moduli successivi il Toddler fornisce un indicatore di rischio non un cut-off.
– Modulo 1. Ideato per bambini dai 31 mesi che non hanno sviluppato il linguaggio fluente. Si compone di 10 sessioni di attività strutturate finalizzate ad indagare aspetti relativi all’affetto sociale e al comportamento ristretto e ripetitivo ( ad esempio interessi ripetitivi insoliti o ripetitivi).
– Modulo 2.Pensato per bambini che producono linguaggio per frasi complete anche se non pienamente fluente, anche se hanno meno di 30 mesi. Si compone di 14 sessioni di attività di gioco di immaginazione e d interazione congiunta, conversazione, descrizione ed altro.
– Modulo 3. E’ strutturato per bambini e giovani adolescenti con linguaggio verbale fluente (frasi complesse e interconnesse tra loro, dove usa presente, passato e futuro). Si compone di 14 sessioni di attività, nelle quali oltre all’attività di gioco di immaginazione e interattivo sono previste la conversazione e l’intervista circa le emozioni e relazioni amicali.
– Modulo 4, è pensato per tardo adolescenti e adulti con linguaggio verbale fluente. In questo protocollo sono minori le attività di gioco proposte ed è inserita un’intervista sulle emozioni, abilità sociali, amicizia e relazioni. E’ importante stimolare la conversazione su queste tematiche.

Le domande sulle emozioni riguardano gioia, paura, rabbia e tristezza. Chiediamo una definizione delle emozioni suddette, di cosa le provoca e come si sentono.
E’ consentito che l’operatore possa fare degli esempi di situazioni che tipicamente attivano un’emozione. L’ultima domanda dell’intervista riporta un piano positivo elicitando una situazione che provoca contentezza e rilassamento.

I criteri da considerarsi per la scelta del modulo da somministrare sono l’età cronologica e lo sviluppo del linguaggio.

Preparare la somministrazione

La dottoressa Faggioli suggerisce di valutare il livello intellettivo (QI) del bambino e lo sviluppo del linguaggio verbale con gli strumenti appostiti specifici per la fascia di età.
La disabilità intellettiva può essere associata all’autismo e ne determina la caratteristica di alto o basso funzionamento.
Inoltre è utile proporre al genitore la compilazione del questionario ADI-R circa il comportamento del bambini nella prima infanzia.
Ados 2 e ADI-r sono gli strumenti testologici più utilizzati a scopo di ricerca sull’autismo e pertanto i più diffusi in letteratura scientifica.
Per utilizzare questo strumento è importante possedere una formazione specifica ed esperienza clinica con l’età evolutiva e con l’autismo; per l’utilizzo della ADOS 2 a scopi di ricerca oltre ai requisiti appena descritti, la relatrice ricorda che è necessario conseguire un “patentino” apposito rilasciato da esperti abilitati a questa certificazione.

Il corso è stato arricchito di esemplificazioni cliniche e di video di somministrazioni che hanno facilitato l’apprendimento.
Il corso ha permesso di entrare nel mondo dell’autismo e conoscerne le fragilità e i comportamenti tipici anche a coloro tra gli allievi che ancora non hanno maturato elevata esperienza clinica nell’ambito.

In sintesi, a mio parere questo corso è:
CONSIGLIABILE agli psicologi che lavorano con l’età evolutiva, anche se non lavorano nello specifico con bambini o ragazzi con autismo poiché lo strumento orienta il clinico ad osservare atteggiamenti tipici dello spettro.
MOLTO CONSIGLIATO a psicologi e neuropsichiatri infantili, coinvolti nel trattamento delle persone con autismo.
QUASI OBBLIGATORIO agli psicologi e neuropsichiatri infantili che si occupano della diagnosi di autismo.

 

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Alessia Incerti
Alessia Incerti

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Tutti gli articoli
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ministero della Salute, Linee Guida per Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico
 nei bambini 
e negli adolescenti.
  • Howlin P., Baron-Cohen S. & Hadwin J. (1999) Teoria della mente e autismo. Insegnare a comprendere gli stati psichici dell'altro. Trento Erickson.
  • Manuale Ados 2 (2013). Hogrefe Editore a cura di C. Colombi, R. Tancredi, A. Persico e R. Faggioli.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Immagine: Fotolia_81189586_la percezione atipica nell'autismo
La percezione atipica nell’autismo: vedere il mondo in modo diverso

L’autismo presenterebbe non solo difficoltà d’interazione sociale, comunicative e comportamenti ripetitivi, ma anche una percezione sensoriale superiore.

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel