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Lo Zarathustra di Nietzsche. Seminario 1934-39 di C. G. Jung – Recensione

Il seminario su Lo 'Zarathustra' di Nietzsche costituisce la più lunga opera di Jung e il più vasto commento esistente a una singola opera di Nietzsche 

Di Marco Innamorati

Pubblicato il 10 Giu. 2016

Le lezioni di Jung sul capolavoro di Nietzsche: un documento fondamentale per la conoscenza della psicologia analitica, ma anche il più ampio commento mai proposto al Così parlò Zarathustra.

 

L’influenza di Nietzsche sulla psicologia del profondo fu certamente di incalcolabile importanza, anche se non sempre i primi protagonisti lo hanno totalmente ammesso. Alfred Adler considerava la volontà di potenza come la più importante motivazione della condotta umana e fu certo esplicito nell’indicare Nietzsche come fonte di ispirazione (Ellenberger, 1970).

Più complessa fu la posizione di Sigmund Freud. Il patriarca viennese accolse come allieva la musa di Nietzsche, Lou Andreas-Salome, e decise persino di evocare il titolo nietzschiano Al di là del bene e del male nel proprio Al di là del principio del piacere. Ciò nonostante, Freud sostenne di essersi negato il piacere di leggere Nietzsche, prima di aver pubblicato le proprie principali opere, pur di non venirne influenzato (Freud, 1924, p. 125). Questo asserto, a lungo ritenuto attendibile dai biografi di Freud, è stato recentemente almeno in parte smentito dalla pubblicazione delle giovanili lettere all’amico Silberstein (Freud, 1871-81, p. 86).

Per quanto riguarda Jung, invece, si può senz’altro affermare che l’influenza nietzschiana fu profonda, esplicita e costante lungo l’arco di tutta la sua vita. Quando Jung si iscrisse all’Università di Basilea, l’unica che avesse visto Nietzsche in veste di docente, questa era ancora ‘vibrante del suo impeto‘ (Jung, 1906-61, vol. 3, p. 322). La lettura del Così parlò Zarathustra, dunque, compiuta verso i ventritré anni (Jung, 1961, pp. 138-41) dovette essere affrontata fin dalle prime pagine con un interesse fortemente acuito dall’influenza dell’ambiente. Un tale interesse è testimoniato già dalle giovanili Conferenze di Zofingia (Jung, 1896-99), e dalla tesi sui ‘cosiddetti fenomeni occulti’ (Jung, 1902). Citazioni, allusioni, riferimenti allo Zarathustra costellano le Opere di Jung, il quale riconobbe in Nietzsche l’unico autore in grado di offrirgli delle risposte nei momenti più incerti della propria giovinezza (Wehr, 1969, p. 54-5).

Ricordi, sogni, riflessioni reca un’ulteriore testimonianza del rapporto spirituale con Nietzsche: allorché Jung parla dei suoi primi anni, ed accenna a un contrasto tra una personalità ‘numero uno’ e una personalità ‘numero due’, chiama quest’ultima Zarathustra. Jung peraltro ritiene che, attraverso il personaggio di Zarathustra, Nietzsche dia voce alla propria personalità numero due (Jung, 1961, pp. 139-40; Jung, 1934-39; cfr. Ellenberger, 1970, pp. 199, 326, 776, 837).

Il quadro viene ulteriormente arricchito da elementi offerti dall’epistolario Freud-Jung.  Due lettere junghiane sembrano in particolare significative. La prima viene scritta in risposta a una precedente lettera di Freud, in cui questi auspicava la collaborazione di mitologi, linguisti e storici della religione con gli psicoanalisti: ‘altrimenti‘ concludeva ‘dovremo fare ancora una volta tutto da soli‘ (McGuire, 1974, p. 297). Jung interpretò l’auspicio di Freud come una non troppo velata convinzione che da parte dello stesso Jung un contributo importante in ambito di storia della cultura non sarebbe mai giunto. Rispose dunque piuttosto piccato, sottolineando come i propri interessi al riguardo fossero tutt’altro che superficiali e citando Nietzsche e Erwin Rohde (personaggio a Niezsche vicino) come prove dei propri approfondimenti (McGuire, 1974, p. 300).

La seconda lettera è ancora più significativa perché è quella che segna la cosiddetta Declaration of Independence di Jung da Freud (McGuire, 1974, p. 539), marcata da un’ampia e significativa citazione da Nietzsche, e proprio dal Così parlò Zarathustra:

Si ripaga male un maestro se si rimane sempre scolari. E perché non volete sfrondare la mia corona? Voi mi venerate, ma che avverrà se un giorno la vostra venerazione crollerà? Badate che una statua non vi schiacci! Voi non avevate ancora cercato voi stessi: ed ecco che trovaste me. Così fanno tutti i credenti […] E ora vi ordino di perdermi e di trovarvi; e solo quando mi avrete rinnegato io tornerò tra voi (Nietzsche, 1882-84, p. 93, citato in McGuire, 1974, p. 529).

Non si può neanche dimenticare che Trasformazioni e simboli della libido (Jung, 1912), l’opera che contiene le prime idee junghiane ufficialmente ‘eretiche’ rispetto alla psicoanalisi freudiana, sia l’opera di Jung che contiene il maggior numero di riferimenti a Nietzsche: venti richiami, tra i quali sei menzioni del Così parlò Zarathustra e altre quattro al personaggio Zarathustra.

In questo quadro generale non può del tutto stupire che, nell’ambito dei Seminari dedicati ai propri allievi analisti, Jung abbia dedicato alla lettura e al commento dello Zarathustra gli anni dal 1934 al 1939. Jung sospese il proprio impegno a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, allorché per gli allievi non svizzeri sarebbe stato troppo difficile raggiungere Zurigo. Era giunto, di fatto, all’incirca a metà del testo nietzschiano. Ciò nonostante, il seminario su Lo ‘Zarathustra’ di Nietzsche costituisce nell’insieme la più lunga opera di Jung e il più vasto commento esistente a una singola opera di Nietzsche (se non a una singola opera filosofica). Come per gli altri Seminari la trascrizione del testo è circolata a lungo solo in forma privata ed è stata pubblicata ufficialmente molto tempo dopo la scomparsa di Jung (si veda la recensione de I sogni dei bambini).

Il seminario costituisce un documento eccezionale per comprendere il pensiero junghiano, a partire, naturalmente, dalla possibilità di valutare quanto profonda sia stata l’influenza di Nietzsche sul suo pensiero. Lasciamo la parola, al riguardo, allo stesso Jung:

La maggior parte delle persone che leggono lo Zarathustra non si preoccupa mai di concentrarsi sui particolari per chiarire che cosa realmente vien detto, e così spalanca le porte del proprio inconscio a qualcosa di rivoluzionario senza neanche farci caso. Di conseguenza tutte le persone rispettabili finiscono necessariamente per sviluppare una reazione naturale contro questo libro, e se chiedi loro il motivo di questa avversione, rispondono invariabilmente con citazioni che si rivelano colme di errori […] Lo Zarathustra è difficile da ricordare, perché si associa immediatamente con l’inconscio. Capita anche a me, a volte ricordo che lo Zarathustra di Nietzsche ha detto qualcosa – ma di che si tratta? Dopodiché scopro di averlo citato in maniera sbagliata. È associato al mio inconscio perché viene da quei luoghi oscuri (Jung, 1934-39, vol. 1, p. 296)

Sembra abbastanza evidente che quel ‘la maggior parte della gente’ sia frutto di proiezione o intellettualizzazione, come indica anche la parziale ammissione successiva. Jung sta dicendo che lui stesso, nel leggere Così parlò Zarathustra, assorbe contenuti dei quali fatica a ricordare l’origine.

A dimostrazione di ciò si può notare che, in più di un luogo del seminario, Jung affermi che la dottrina dell’eterno ritorno non compaia in quest’opera nietzschiana, che la menziona invece più volte. Jung, anzi, attribuisce esplicitamente l’eterno ritorno all’opera postuma (in realtà pseudo-nietzschiana) La volontà di potenza (Jung, 1934-39, vol. 3, p. 1110). Ciò non significa certo che Jung non abbia letto con attenzione lo Zarathustra, visto che si permette anche delle disquisizioni filologiche sulla traduzione inglese, ma testimonia al contrario proprio della presenza di materiale oscuro associato con un luogo oscuro dell’inconscio di Jung.

A ulteriore prova che Jung continuò a riprendere in mano l’opera nietzschiana durante tutta la sua vita, si può notare invece che Mysterium coniunctionis ricordi al contrario, in una nota, l’importanza del concetto di eterno ritorno nel Così parlò Zarathustra (Jung, 1955-56, vol. 2, p. 351).

Una menzione particolare meritano l’accurata traduzione italiana e la curatela di Alessandro Croce, che compensa le omissioni del curatore inglese, dovute presumibilmente a una scarsa frequentazione, da parte di quest’ultimo, delle opere di Nietzsche.

Concludendo, la lettura di Lo ‘Zarathustra’ di Nietzsche può essere considerata fondamentale sia per i cultori del filosofo tedesco, sia per i lettori di Jung.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
NB: Ove non diversamente specificato, per gli scritti di Jung si fa riferimento all’edizione delle Opere di C.G. Jung, Boringhieri (dal 1987 Bollati Boringhieri), Torino 1965-2007; d’ora in poi citata con la sigla OCJ, seguita dal numero del volume.
  • Ellenberger, H. (1970) The Discovery of the Unconscious, Basic Books, New York, tr. it. La scoperta dell’inconscio, Boringhieri, Torino 1976.
  • Freud, S. (1871-1881), Jugendbriefe an Eduard Silberstein 1871-1881 (a cura di W. Boehlich), Fischer, Frankfurt a. M. 1989, trad. it. “Querido amigo…” Lettere della giovinezza a Eduard Silberstein 1871-1881, Bollati Boringhieri, Torino 1991.
  • Id. (1924), Selbstdarstellung, trad. it. Autobiografia in Opere di Sigmund Freud, Boringhieri, Torino 1967-80, 12 voll., vol. 10.
  • Jung C. G. (1896-99), Die Zofingia-Vorträge (a cura di H. Egner), Walter-Verlag, Freiburg 1991, tr. it Le conferenze alla Zofingia, Magi, Roma 2004.
  • Id. (1902), Zur Psychologie und Pathologie sogennanter occulter Phänomene, tr. it. Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti, OCJ, 1.
  • Id. (1906-61), Briefe (a cura di A. Jaffé e G. Adler), Walter, Olten 1972-1973; 3 voll., tr. it. Lettere, Magi, Roma 2006, 3 voll.
  • Id. (1912), Wandlungen und Symbole der Libido (1912), tr. it. La libido. Simboli e trasformazioni, Newton Compton, Roma 1975.
  • Id. (1934-39), Nietzsche’s Zarathustra: Notes of the Seminar Given in 1934-1939 (a cura di J.L. Jarrett), Princeton University Press, Princeton (Routledge, London) 1989, 2 voll., tr. it. e cura di A. Croce, Bollati Boringhieri, Torino 2011-2013, 4 voll.
  • Id. (1955-56), Mysterium coniunctionis (1955/1956), tr. it. Mysterium coniunctionis, OCJ, 14, 2 voll.
  • Id. (1961), Memories, Dreams, Reflections, Random House, New York, tr. it. Ricordi, sogni, riflessioni, Rizzoli, Milano 1978.
  • Nietzsche, F. (1882-84), Also sprach Zarathustra, tr. it. Così parlò Zarathustra in Opere, 6, 1, Adelphi, Milano 1968.
  • McGuire, W. (a cura di) (1974), Briefwechsel [C.G. Jung/S. Freud], Fischer, Frankfurt 1974, tr. it. Lettere tra Freud e Jung, Boringhieri, Torino 1974.
  • Wehr, G. (1969), Jung, Rowohlt, Reinbeck bei Hamburg, tr. it. Rizzoli, Milano 1987.
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