expand_lessAPRI WIDGET

Pavlov, oltre il condizionamento (1973) di William Horsley Gantt – I grandi esperimenti di psicologia Nr. 12

Il Dr. Gantt scrive di Pavlov, uomo appassionato sul lavoro e non solo, e dei suoi importanti approfondimenti degli studi sul condizionamento classico.

Di Alessia Offredi

Pubblicato il 13 Giu. 2016

#10: Pavlov, oltre il condizionamento di William Horsley Gantt (1973). Vi presentiamo una serie di articoli relativi ai più grandi esperimenti in ambito sociologico e psicologico. Per fare ciò abbiamo cercato di risalire alle fonti originarie, ai primi articoli divulgati dagli autori. In questo modo sarà più facile vivere le loro scoperte a partire dalle loro stesse ipotesi e respirare un’aria in cui, liberi (purtroppo) da vincoli etici, tutto era possibile in nome della scienza.

 

Quando ho conosciuto Pavlov, il 29 ottobre del 1922, e ho visto i suoi esperimenti sul riflesso condizionato, ho scritto nei miei appunti: “Il giorno più bello trascorso in Europa”. Avevo ottenuto un permesso dall’Ospedale dell’Università del Maryland, presso cui svolgevo il mio internato, per recarmi in Russia per 4 mesi; i miei progetti e la mia vita furono totalmente sconvolti da quel “giorno più bello”. Dopo il mio incontro con Pavlov, rimasi in Russia per 7 anni. Prima di tornare in America avevo imparato la lingua di Pavlov, avevo imparato a vivere come un russo. […] Fu Pavlov il primo a farmi comprendere come la psichiatria potesse essere studiata con metodi oggettivi.

Il dr. Horsley Gantt, nel suo lavoro del 1973, si riferisce agli esperimenti sui cani, in cui Pavlov analizzava risposte fisiologiche in corrispondenza a stimoli ambientali. Queste ricerche lo portarono a teorizzare uno dei principi fondamentali del comportamentismo, il condizionamento classico.

Secondo gli studi di Pavlov, infatti, quando uno stimolo neutro (ad esempio, il suono di una campanella) viene associato a uno stimolo significativo (la presentazione di cibo), il soggetto (nel suo caso un cane) tenderà ad associare i due stimoli. Pertanto, dopo aver appreso tale associazione, il soggetto a cui viene presentato lo stimolo neutro produrrà risposte fisiologiche in linea con lo stimolo significativo. Il cane di Pavlov comincia a salivare non alla presentazione del cibo, bensì al suono della campanella. Sono innumerevoli le applicazioni che tale studio ha dimostrato nel tempo e fin qui niente di nuovo; ma ci sono diversi aspetti della ricerca di Pavlov che non sono così noti.

Innanzitutto, prima di Pavlov i processi fisiologici venivano studiati quasi esclusivamente attraverso autopsie, perché non c’era la possibilità di verificare cosa accadeva ad esempio nell’apparato digerente senza provocare lesioni decisamente fatali. Pavlov creò e utilizzò la cosiddetta ‘fistola cronica’, un macchinario non molto comodo, ma che risparmiava agli animali testati un destino molto più crudele. La fistola cronica era una sorta di piccolo contenitore esterno, posto sul fianco del muso del cane, in cui veniva deviato un dotto salivare. In questo modo lo studioso poteva analizzare le risposte fisiologiche dei suoi animali in vivo, creando procedure sperimentali più complesse e raccogliendo dati innovativi.

Approfondendo gli studi sul condizionamento classico, Pavlov notò come in alcuni casi il comportamento degli animali arrivava a mostrare segni patologici. In particolare, questo avveniva quando i cani venivano sottoposti all’esperimento cerchio-ellisse. In questa procedura, Pavlov addestrava gli animali a riconoscere tra le due figure, premendo un tasto A se veniva presentato un cerchio o un tasto B di fronte a un’ellisse. A risposta giusta seguiva una ricompensa, mentre per ogni errore veniva inferta una scossa elettrica. Quando le ellissi presentate mostravano fuochi ravvicinati tra loro, la loro forma risultava molto simile a una circonferenza e questo creava confusione negli animali. I cani, terrorizzati e impauriti di fronte alla possibilità di sbagliare, mostravano comportamenti differenti, che Pavlov imputò a tratti temperamentali specifici.

Da queste osservazioni, il ricercatore dedusse che l’origine della psicopatologia umana potesse ritrovarsi nella difficoltà a rispondere adeguatamente a stati interni di incertezza e confusione. A seconda poi delle caratteristiche peculiari del sistema nervoso dei soggetti, la risposta a tali stati di incertezza poteva manifestarsi con modalità afferenti a un meccanismo eccitatorio piuttosto che inibitorio, ma il nucleo patologico era comunque da identificarsi in un eccessivo stress a cui il cervello veniva sottoposto.

Tale teoria aveva anche qualcosa in comune con l’ideologia del contemporaneo Kraepelin, che riconosceva differenti sottogruppi della schizofrenia. Per questo motivo Pavlov ipotizzò che la cura per la schizofrenia potesse essere una terapia fatta di quiete e riposo, che venne per un periodo applicata negli stati dell’URSS, ma con scarsi risultati.

Nel suo articolo sulla sua esperienza con Ivan Pavlov, Gantt dedica un ultimo paragrafo alla personalità dello scienziato, vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 1904. Descrive un uomo appassionato sul lavoro, ma non meno attento alla realtà politica che lo circondava. Nel 1923 richiese ufficialmente a Lenin di poter trasferire i suoi laboratori all’estero, indignato dalla crudeltà e dalla distruzione portate dalla Rivoluzione. Scrisse a Stalin indignato per l’ammissione di alcuni professori di ideologia comunista all’interno dell’Accademia Russa delle Scienze. Ma non lasciò mai il suo paese, dove morì a 86 anni. E nel suo testamento, rivolgendosi ai giovani scienziati, scrisse: ‘…ma non fatevi mai accecare dalla vanità … la vanità vi spingerà a rifiutare preziosi consigli‘.

Pavlov, oltre il condizionamento (1973) di William Horsley Gantt - I grandi esperimenti di psicologia Nr. 12_IMMAGINE
Foto inserita nell’articolo originale. Pavlov (seduto al centro, con la barba bianca) e collaboratori, inverno 1922. Il secondo uomo seduto a partire da sinistra è il dr. Horsley Gantt.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Horsley Gantt, W. (1973). Reminiscences of Pavlov, Journal of the experimental analysis of behavior, 20, 131-136 DOWNLOAD
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Il condizionamento classico - Introduzione alla psicologia nr. 33
Il condizionamento classico – Introduzione alla Psicologia nr. 33

Consiste in un'associazione tra uno stimolo neutro e uno condizionato, tanto da poter elicitare la risposta condizionata anche il solo stimolo neutro

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel