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Il programma Dear Body: un protocollo Mindfulness per i disturbi alimentari – Report dalla Conferenza Internazionale Mindfulness

Alla Conferenza Internazionale Mindfulness di Roma è stato presentato il programma Dear Body, basato sulla mindfulness applicata ai disturbi alimentari. 

Di Elena Mannelli

Pubblicato il 22 Giu. 2016

Il programma presentato prende il nome di “Dear Body” ed è un programma che cerca di integrare più aspetti nella gestione dei problemi alimentari (soprattutto negli aspetti legati alle abbuffate) ponendo al centro la mindfulness, affiancata coraggiosamente dalla terapia cognitiva e dall’analisi transazionale.

Questo articolo è fa parte del reportage sulla Conferenza Internazionale Mindfulness (ICM2). La prima parte la trovate qui e la seconda parte qui.

 

Conferenza Internazionale Mindfulness: il simposio “Mindfulness and wellbeing”

Venerdi 13 pomeriggio, scelgo il simposio del convegno di Roma dal titolo “mindfulness and wellbeing”, titolo che appare piuttosto astratto, ma che tuttavia attira la mia attenzione e non si rivela in alcun modo tale.

Ho la fortuna di essere presente quando Charlotte Thaarup-Owen presenta il suo approccio integrato alla cura dei disturbi alimentari attualmente portato avanti in Australia e Bali con risultati rilevanti (in attesa di pubblicazione a quanto riportato da lei stessa). Si tratta di un metodo, Mindfulness-Based, al trattamento dei problemi legati all’alimentazione, che combina Mindfulness, Terapia Cognitiva e Analisi Transazionale. Nel continente oceanico l’obesità e i problemi legati ad essa sono un’emergenza piuttosto concreta. In Australia è riportato che almeno 2 su 3 individui sono obesi. La presentazione ha inizio dopo un piccolo “body scan” guidato da lei e seguito dal suono delle campane tibetane. Nella concezione ampia e attuale di Ludwig (2016) sia quello che mangiamo, sia le condizioni del corpo quando mangiamo, influenzano la perdita o l’acquisto di peso. Ne consegue, banalmente, che lo stato del corpo psico-fisico, risulta piuttosto rilevante per tutto quello che concerne il mondo dei disturbi dell’alimentazione.

 

La mindfulness e l’alimentazione

Il ruolo della mindfulness è stato già investigato come strumento per una migliore gestione della propria salute. Camilleri et al (2015) hanno per esempio riscontrato una correlazione tra alti livelli di mindfulness, un peso salutare e l’inclinazione all’esercizio fisico. Così come la ricerca riporta che la mancanza di regolazione emotiva è un fattore di rischio per le abbuffatte (Lowe, Butrun, Dide 2009) e che proprio la regolazione emotiva è rafforzata dalla pratica minfulness (Siegel, 2007).

I benefici della pratica mindfulness sono stati infatti sottolineati da molti; è addirittura Siegel a paragonare la pratica di mindfulness all’attaccamento sicuro in termini di aree e circuiti cerebrali che si attivano. È la pratica che sembra proprio andare ad agire sull’attivazione della corteccia pre-frontale, aumentando la regolazione corporea (digestione, frequenza cardiaca), migliorando l’equilibrio emotivo, la modulazione della paura, l’empatia, l’insight, e l’intuizione.

 

Il programma Dear Body

Il programma presentato prende il nome di “Dear Body” ed è un programma, come detto prima, che cerca di integrare più aspetti nella gestione dei problemi alimentari (soprattutto negli aspetti legati alle abbuffate) ponendo al centro la mindfulness, affiancata coraggiosamente dalla terapia cognitiva e dall’analisi transazionale.
Il nome “Dear”Body non risulta affatto casuale, è anzi centrale proprio il richiamo ad un atteggiamento gentile e di profondo ascolto del corpo stesso in modo da favorire il cambiamento di prospettiva: il corpo da nemico combattuto, odiato, coperto, può divenire un’amorevole parte di noi che merita cure e attenzioni consapevoli.

Questo protocollo è il risultato di 4 anni di studi pilota e di attente analisi della letteratura nel tentativo di migliorare e colmare alcune delle lacune presenti (come ad esempio la mancanza di aspetti legati alla compassion soprattutto rispetto al proprio corpo, il ruolo importante dell’esercizio del bodyscan, e infine l’aggiunta del “Taking in the Good” (TIG) una pratica creata da Hanson (2013) per aumentare le esperienze positive).

Il pilastro alla base è che la mindfulness attraverso la consapevolezza può ridurre le abbuffate e aumentare l’attenzione e la compassione per il proprio corpo e per i suoi bisogni, migliorando l’esperienza interna con il corpo stesso.

Nello specifico il programma è composto da 6 elementi:

  1. TRAINING ATTENTIVO: riduce l’ansia aumentando la capacità di notare i pensieri, ed è anche uno strumento per la gestione di impulsi.
  2. LA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO; richiama la presenza mentale sul corpo e consente la comprensione del linguaggio di questo, la capacità di notare stati di ansia, di craving, la fame e la sazietà, per esempio. Connettersi con gentilezza con il corpo riduce l’inclinazione ad abusarne attraverso l’eccessivo mangiare, le condotte di binge, il digiuno o le condotte di compenso come il vomito, mentre aiuta ad aumentare la voglia di nutrire e prendersi cura del proprio corpo.
  3. GESTIONE DELLO STRESS: anche a causa della reazione a catena dell’ormone cortisolo (ormone dello stress), glucosio e insulina si tende ad aumentare di peso quando si è sotto stress.
  4. LA CONSAPEVOLEZZA DEI SENTIMENTI: la tendenza all’evitamento viene sostituita con l’apprendimento di “stare con l’ emozione”, per essere presenti con esse e vederle come “visitatori temporanei”. Questo elemento si concentra anche su come cambiare e rompere le abitudini utilizzando sia la terapia cognitiva che la terapia comportamentale che la mindfulness.
  5. IL CICLO DI BINGE / DIETA: utilizza l’analisi transazionale per capire la danza tra il genitore e il bambino nel ciclo dieta / abbuffata, un programma che prende il nome di ‘Hector’. Conoscere Hector significa sapere come sta il proprio corpo, quali sono le emozioni e quali i pensieri, aumentando la capacità di riconoscerli più facilmente come un pattern ricorrente.
  6. TAKING IN THE GOOD: dalle Neuroscienze apprendiamo l’importanza di concentrarsi sulle esperienze positive (Hanson). Recentemente diverse ricerche indicano un legame tra l’ossitocina e meno desiderio di carboidrati e un senso di sazietà più veloce.

 

In buona sostanza il programma poggia sulle basi del protocollo Mindfulness Based Stress Reduction, integrandolo con contributi provenienti dalle neuroscienze, dalla terapia cognitiva e dalla analisi transazionale.

Nel percorso sono previste anche informazioni base sulle diete, sull’esericizio fisico e l’impatto di sane relazioni sociali nel benessere globale.
Tutti gli esercizi e le pratiche sono mirate alla relazione con il cibo, il mangiare, il peso e il corpo con particolare attenzione ad unirvi elementi di compassion.
Nel programma viene fornito materiale sia di lettura che audio per le pratiche come nei percorsi MBSR o MBCT.

Per info sul sito vengono presentati tramite video e non solo, i protocolli e le iniziative del centro (workshop, ritiri e altro ancora).
Il contributo di Charlotte Thaarup-Owen è stato sicuramente uno tra i più interessanti dell’evento.

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SCRITTO DA
Elena Mannelli
Elena Mannelli

Psicologa Cognitivo-Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Camilleri GM1, Méjean C1, Bellisle F1, Hercberg S2, Péneau S1. (2015). US National Library of Medicine National Institutes of Health. PLoS One. Jun 3;10(6):e0127447. doi:10.1371/journal.pone.0127447. eCollection 2015.
  • Hanson R. (2013). Hardwiring Happiness. UK: Random House Group
  • Lowe M, Butryn M, Didie E, (2007) Appetite; The Power of food scale of the psychological influence of the food environment. Physiology & Behavior. 91 (2007) 432–439
  • Siegel, D. (2007) The Mindful Brain, Reflection and Attunement in the Attainment of Wellbeing, New York: W.W. Norton and Company.
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