expand_lessAPRI WIDGET

Ipnosi e autoipnosi per lo sport: come funziona?

E' stato dimostrato come l' ipnosi nello sport aumenti lo stato di rilassamento, il senso di autoefficacia e migliori la regolazione emotiva. 

Di Mauro Cavarra, Nicoletta Gava, Adelina Brizio

Pubblicato il 15 Giu. 2016

Aggiornato il 14 Set. 2016 10:06

Ipnosi nello sport: Uno dei motivi che ha spinto gli autori a creare una nuova realtà legata all’ipnosi è stato il diffondere una idea della disciplina che fosse il più possible rigorosa e rispettosa della persona. Pensiamo che la preparazione mentale degli atleti possa portare un contributo profondo ai livelli di performance degli atleti e in questo articolo vi presentiamo alcune testimonianze dal mondo scientifico che ne supportano l’utilizzo da parte di sportivi, squadre ed allenatori.

 

La psicologia dello sport attribuisce grande importanza alla preparazione mentale degli atleti ed esiste un certo consenso sul fatto che le capacità mentali siano almeno altrettanto importanti rispetto a quelle fisiche e tecniche (De Petrillo, Kaufman, Glass, & Arnkoff, 2009; Hardy & Nelson, 1988; Jones, 2003; Straub, 1989; Vealey, 1988, 2012; Weinberg & Gould, 2007). Numerosi approcci si sono concentrati su variabili considerate cruciali in questo campo: il livello di prestazione, l’auto-efficacia, lo stato di flow, le capacità di visualizzazione e di regolazione degli stati mentali ed emotivi. L’ipnosi sembra essere promettente nel potenziamento di questi aspetti come dimostrato da alcuni studi pubblicati nel corso degli anni.

 

Ma cos’è l’ipnosi?

Può essere definita come uno stato di coscienza diverso dallo stato di veglia comune (Weitzenhoffer, 2000). Quando si è nello stato ipnotico l’ipnotista può fornire suggestioni al soggetto (o il soggetto a se stesso nel caso in cui pratichi l’autoipnosi) per produrre dei cambiamenti nelle percezioni, nelle emozioni, nei pensieri in modo da facilitare il cambiamento a lungo termine di schemi di comportamento (Heap & Aravind, 2002). In altre parole si tratta di uno stato mentale in cui la persona ha accesso a risorse a cui normalmente accede inconsciamente. Attraverso l’allenamento all’ipnosi è possibile apprendere a governare questo fenomeno. Noi di Natural Gravity – Ipnosi clinica per la cura del benessere utilizziamo un’ ipnosi che definiamo post-moderna che trae origine dall’ipnosi Ericksoniana, attenta alle specificità di ciascuna persona, ed estremamente efficace anche con stati di trance leggera.

Concepiamo l’inconscio come un serbatoio, un archivio, un database che contiene tutte le nostre esperienze, capacità e risorse, e tutte le nostre aspettative di futuro che si sono sedimentate nel corso del tempo.
Promuovere una collaborazione tra mente conscia e inconscia consente di promuovere, ogni giorno, un maggior equilibrio interno.

 

L’ ipnosi nello sport

Sono molti i modi in cui l’ipnosi può migliorare la performance sportiva. Alcuni interventi puntano a migliorare l’efficacia di pratiche di allenamento mentale già consolidate ed efficaci come le tecniche di visualizzazione (o mental imagery; Liggett, 2000; Mizuguchi, Nakata, Uchida, & Kanosue, 2012; Taktek, 2004; Weinberg, 2008), in cui si chiede al soggetto di ripercorrere mentalmente la gara in modo da migliorarne le capacità tecniche, la consapevolezza del corpo e la regolazione emotiva. Tanto più la vividezza dell’esperienza interna è alta, tanto più l’atleta potrà beneficiare di miglioramenti nei suoi livelli di prestazione. Alcuni ricercatori che hanno testato l’interazione tra ipnosi nello sport e tecniche di visualizzazione per migliorare le performance golfistiche hanno osservato un aumento di vividezza delle immagini ed un miglioramento nella prestazione dell’atleta soggetto dello studio (Pates, Oliver and Maynard 2001).

L’ ipnosi nello sport permette anche di aumentare i livelli di autoefficacia, definita come la fiducia che l’atleta ha nelle proprie capacità. La letteratura legata alla psicologia dello sport ha dimostrato che tanto più è alta l’autoefficacia, tanto migliore sarà la performance dell’atleta sul terreno di gara. È talmente determinante da essere considerata una delle singole variabili più importanti tra quelle studiate dalla psicologia sportiva (Feltz, Short, & Sullivan, 2008; Moritz, Feltz, Fahrbach, & Mack, 2000). L’auto-efficacia può essere aumentata ricorrendo all’ipnosi. Ad esempio,in un esperimento che ha visto coinvolti due gruppi di calciatori impegnati a calciare delle punizioni, uno dei quali era stato preparato con l’ipnosi, i ricercatori hanno osservato un aumento dell’auto-efficacia degli atleti che ne avevano fatto ricorso insieme ad un miglioramento nella precisione dei loro tiri, e dello stato emotivo generale durante la prova (Barker, Jones & Greenless 2010).

Avete mai provato la sensazione di essere completamente assorbiti da quello che state facendo? Talmente assorbiti che anche azioni complesse riescono con grande naturalezza? Gli sportivi chiamano questo stato flow, e quando vi sono immersi, le loro capacità aumentano notevolmente (Csikszentmihalyi, 1975). Curiosamente, la descrizione che sia i ricercatori che gli atleti fanno di questo stato è notevolmente simile allo stato di trance ipnotica, tanto da portare alcuni addetti ai lavori a ipotizzare che si possa trattare dello stesso stato mentale (Pates, Oliver & Maynard, 2001). In uno studio volto ad indagare questa relazione che si è concentrato su un campione di giocatori di pallacanestro, i ricercatori hanno misurato la precisione dei tiri (ed i punti totalizzati) con e senza preparazione ipnotica e, attraverso dei questionari standardizzati, la profondità dello stato di flow. I risultati hanno mostrato un miglioramento in entrambe le aree ed un aumento dei livelli di autoefficacia. Gli atleti hanno inoltre riportato un senso maggiore di calma e rilassatezza (Pates & Palmi, 2002).

Riassumendo, possiamo dire che la ricerca sembra suggerire che l’ ipnosi nello sport può essere uno strumento utile nella preparazione mentale degli atleti sia dal punto di vista del livello di prestazione che per quanto riguarda certe variabili emotive. Sempre più sono gli atleti professionisti e dilettanti che si interessano e praticano questa disciplina a diversi livelli sotto forma di ipnosi o di autoipnosi. Questo ultimo approccio è particolarmente interessante in quanto consegna allo sportivo gli strumenti per procedere autonomamente nel proprio percorso di consolidamento delle capacità di affinamento del gesto tecnico, di regolazione emotiva, di rilassamento, di recupero dagli infortuni (Morton, 2003).

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Barker, J., Jones, M., & Greenlees, I. (2010). Assessing the immediate and maintained effects of hypnosis on self-efficacy and soccer wall-volley performance. Journal of Sport & Exercise Psychology, 32(2), 243–52. Retrieved from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20479480
  • Csikszentmihalyi, M. (1975). Beyond boredom and anxiety. Book Reviews, 703–707. http://doi.org/10.2307/2065805
  • De Petrillo, L. A., Kaufman, K. A., Glass, C. R., & Arnkoff, D. B. (2009). Mindfulness for Long-Distance Runners: An Open Trial Using Mindful Sport Performance Enhancement (MSPE). Journal of Clinical Sports Psychology, 4, 357–376.
  • Feltz, D. L., Short, S. E., & Sullivan, P. J. (2008). Self-Efficacy in sport. Champaign, IL: Human Kinetics.
  • Hardy, L., & Nelson, D. (1988). Self-regulation training in sport and work. Ergonomics, 31(11), 1573–1583. http://doi.org/10.1080/00140138808966807
  • Heap, M., & Aravind, K. A. K. (2002). Hartlands Medical and Dental Hypnosis. London: Churchill Livingstone.
  • Jones, M. V. (2003). Controlling Emotions in Sport. The Sport Psychologist, 17(January), 471–486.
  • Liggett, D. R. (2000). Enhancing imagery through hypnosis: a performance aid for athletes. The American Journal of Clinical Hypnosis, 43(2), 149–157. http://doi.org/10.1080/00029157.2000.10404267
  • Mizuguchi, N., Nakata, H., Uchida, Y., & Kanosue, K. (2012). Motor imagery and sport performance. The Journal of Physical Fitness and Sports Medicine, 1(1), 103–111.  DOWNLOAD
  • Moritz, S. E., Feltz, D. L., Fahrbach, K. R., & Mack, D. E. (2000). The relation of self-efficacy measures to sport performance: A meta-analytic review. Research Quarterly for Exercise and Sport, 71(3), 280–294. http://doi.org/10.1080/02701367.2000.10608908
  • Morton, P. a. (2003). The hypnotic belay in alpine mountaineering: the use of self-hypnosis for the resolution of sports injuries and for performance enhancement. The American Journal of Clinical Hypnosis, 46(1), 45–51. http://doi.org/10.1080/00029157.2003.10403564
  • Pates, J., Oliver, R., & Maynard, I. (2001). Effects of hypnosis on flow states and golf-putting performance. Journal of Applied Sport Psychology, 13(4), 341–354. http://doi.org/10.2466/pms.2000.91.3f.1057
  • Pates, J., & Palmi, J. (2002). The effects of hypnosis of flow states and performance. Journal of Excellence, 6, 48–62.
  • Straub, W. F. (1989). The Effect of Three Different Methods of Mental Training on Dart Throwing Performance. The Sport Psychologist, 3(2), 133–141.
  • Taktek, K. (2004). The effects of mental imagery on the acquisition of motor skills and performance: A literature review with theoretical implications. Journal of Mental Imagery, 28, 79–114.
  • Vealey, R. S. (1988). Future directions in psychological skills training. The Sport Psychologist, 2, 318–336.
  • Weinberg, R. (2008). Does Imagery Work? Effects on Performance and Mental Skills. Journal of Imagery Research in Sport and Physical Activity, 3(1). http://doi.org/10.2202/1932-0191.1025
  • Weinberg, R., & Gould, D. (2007). Introduction to Psychological Skills Training. In Foundations of Sport and Exercise Psychology (pp. 249–271). Retrieved from http://www.humankinetics.com/products/all-products/foundations-of-sport-and-exercise-psychology-4th-edition-wweb-study-guide?isbn=0736064672
  • Weitzenhoffer, A. M. (2000). The Practice of Hypnotism. New York: John Wiley & Sons.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Ansia nelle immersioni subacquee: riconoscerla e prevenire
Ansia nelle immersioni subacquee: come riconoscerla e prevenire il panico

L'ansia nelle immersioni subacquee o il panico possono richiedere tecniche di gestione dell'ansia, tra cui la desensibilizzazione o tecniche immaginative. 

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel