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Fantasmi nel sé. Trauma e trattamento della dissociazione strutturale (2011) – Recensione

Trattamento della dissociazione: l'esposizione ad esperienze traumatiche spesso comporta la dissociazione strutturale della personalità e fantasmi nel sè. 

Di Guest

Pubblicato il 05 Apr. 2016

Trattamento della dissociazione: Questo testo presenta i risultati del lavoro ultra ventennale degli autori sulla ricerca e sul trattamento dei disturbi dissociativi conseguenti alla traumatizzazione cronica.
Gli autori sono Onno van der Hart, Ellert R.S. Nijenhuis e Kathy Steele. In Italia il libro è edito da Raffello Cortina Editore (Milano).

Anna Cara

La dissociazione strutturale della personalità a seguito di esperienze traumatiche

L’idea alla base di questo lavoro è che la dissociazione strutturale della personalità sia l’essenza della traumatizzazione, vale a dire che tutti i disturbi di origine traumatica abbiano alla loro base la dissociazione strutturale della personalità.

La personalità é vista dagli autori come formata da vari sottosistemi psicobiologici che, nelle persone sopravvissute a traumi, possono essere organizzati in un modo rigido che non consente la comunicazione tra di essi. Questa chiusura determina una mancanza di coordinamento e di coerenza nella personalità stessa. Tale particolare organizzazione non coordinata dei sottosistemi della personalità é la dissociazione strutturale della personalità.

Diviene così di particolare importanza comprendere a fondo l’organizzazione della personalità e i deficit di integrazione strutturale per il trattamento dei traumi complessi.

Gli autori riprendono l’idea di Pierre Janet (1859-1947) di dissociazione intesa come una divisione della personalità o della coscienza in più parti non integrate fra loro e la ampliano affermando che queste divisioni dissociative riguardano non solo azioni mentali come lo sperimentare affetti, ma anche e soprattutto sistemi basilari della personalità: il sistema orientato alla ricerca e all’avvicinamento a stimoli piacevoli come la compagnia altrui, e quello finalizzato all’evitamento del pericolo e delle minacce alla propria integrità.

Tali sistemi, denominati dagli autori “sistemi d’azione”, hanno la funzione di aiutare l’individuo a distinguere le situazioni e le esperienze utili da quelle nocive in modo da favorire il miglior adattamento possibile dell’individuo al suo ambiente di vita. I sistemi d’azione implicano determinate tendenze all’azione che a loro volta sono fondamentali per affrontare le sfide ambientali in modo adattivo e comprendono sia azioni mentali, sia azioni comportamentali.

Gli autori sostengono che i disturbi traumatici presentano tutti una forma di dissociazione strutturale tanto più complessa quanto più è grave la traumatizzazione.

Inoltre, nelle persone con un Disturbo da Stress Post Traumatico o con altri disturbi legati ad esperienze traumatiche, è possibile osservare una mancata integrazione tra i sistemi d’azione orientati all’adattamento alla vita quotidiana e quelli preposti alla difesa dai pericoli. La divisione tra questi due sistemi d’azione è la forma più semplice di dissociazione strutturale della personalità. Tale divisione basilare comporta l’alternanza tra due parti della personalità: la parte apparentemente normale della personalità (ANP) e la parte emozionale (EP).

La visione dimensionale della dissociazione

Viene proposta una visione dimensionale della dissociazione:

Dissociazione strutturale primaria: tipica del disturbo da stress post traumatico e delle forme più semplici di disturbi dissociativi come alcuni disturbi di conversione. Prevede una ANP che comprende la maggior parte della personalità ed una EP con le restanti parti dissociate della personalità.
Dissociazione strutturale secondaria: presente in disturbi quali disturbo da stress post traumatico complesso ed il disturbo borderline di personalità derivato da traumi, tra gli altri. Implica la presenza di una ANP e di due o più EP ciascuna con diversi livelli di autonomia (a volte una EP che agisce e l’altra che osserva).
Dissociazione strutturale terziaria: presente nel disturbo dissociativo di identità (DID). Comporta la compresenza di molteplici ANP tutte attive nella vita quotidiana e molteplici EP che manifestano ciascuna uno specifico sistema d’azione (ad esempio una EP di tipo fight ed una che imita l’aggressore).

I sopravvissuti ad eventi traumatici solitamente mostrano una ANP attiva nel portare avanti i compiti della vita quotidiana come l’attaccamento, l’accudimento, la sessualità, ed impegnata, allo stesso tempo, ad evitare i ricordi traumatici. Quando negli stessi individui prevale la EP, essi agiscono in modo da rispondere alle minacce ed ai pericoli, reali o temuti, usando quelle stesse modalità che erano state utilizzate durante l’evento traumatico.
In altre parole, non vi è un’integrazione dei sistemi d’azione diretti alla gestione della vita quotidiana con quelli volti alla regolazione delle difese.

Per raggiungere gli obiettivi della vita quotidiana è necessaria una integrazione dei vari sistemi d’azione, cosa che richiede una notevole efficienza mentale. In un individuo che presenti una dissociazione strutturale, al contrario, una parte dissociativa della personalità sarà orientata verso un certo sistema d’azione e allo stesso tempo inibirà o eviterà i sistemi d’azione propri di altre parti della personalità che sono dissociate.

Il trattamento della dissociazione strutturale della personalità

Il trattamento della dissociazione strutturale della personalità implica l’intervento ed il superamento dei fattori di mantenimento, quali l’evitamento fobico e cronico da parte delle ANP delle intrusioni delle EP portatrici di ricordi, pensieri e sensazioni relativi al trauma.

Andranno, pertanto, trattate le seguenti fobie:
-del ricordo traumatico, che comporta l’evitamento di tutte quelle azioni anche mentali, come pensieri o emozioni, associate all’esperienza traumatica;
-dell’attaccamento e della perdita dell’attaccamento espresse da parti diverse della personalità che si manifestano con l’alternanza di vicinanza/distanza nelle relazioni, inclusa quella terapeutica;
-della vita normale, che implica l’accettazione del cambiamento e del rischio.

Inoltre, il trattamento della dissociazione è a più fasi: valutazione dei sintomi, delle risorse e del funzionamento mentale del paziente, stabilizzazione e riduzione dei sintomi, trattamento dei ricordi traumatici, integrazione e riabilitazione della personalità.

Il volume conclude con il mettere in guardia il terapeuta nel trattamento della dissociazione dal commettere degli errori controtransferali, come quello di identificarsi eccessivamente con il paziente, cosa che potrebbe portare il clinico ad evitare i vissuti di perdita e la sofferenza del paziente per proteggere se stesso dal dolore legato a propri traumi irrisolti.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Van der Hart, O., Nijenhuis, E.R.S., Steel, K. (2011). Fantasmi nel sé. Trauma e trattamento della dissociazione strutturale. Raffaello Cortina Editore, Milano.
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