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In quali occasioni i cinesi perdono la faccia?

The Chinese Mind: riflessioni, storie e ricerche riportatevi da una psicologa wài-guó rén, la straniera, alle prese con la cultura e la gente di Shanghai.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 11 Feb. 2016

The Chinese Mind: cronache psicologiche dalla Cina

Abbiamo già accennato al concetto di faccia nell’articolo Perdere la faccia. Per faccia si intende la valutazione della propria immagine pubblica a seguito dell’interpretazione soggettiva dell’impatto delle proprie azioni in una data situazione sociale (Brown and Lewinson, 1987).
Ma in quali occasioni i cinesi percepiscono di “perdere la faccia”?

Lo studio di Zuo (1997) è estremamente utile per comprendere tale fenomeno. L’autore ha intervistato 192 cittadini cinesi residenti nella Repubblica Popolare Cinese nell’area del Wuhan e ha chiesto loro di immedesimarsi in 30 specifici episodi e di valutare il grado in cui percepivano di poter perdere la faccia.

Dalle analisi sono emerse quattro macrocategorie di situazioni implicate nel concetto di perdere la faccia (in altre parole, “si perde la faccia quando il soggetto attua….”):
– Comportamenti contro la morale: discorsi o azioni che violano l’etica sociale e gli standard morali condivisi dalla società, oppure azioni criminali che violano le leggi nazionali. Al contrario, il rispetto e l’attenersi alle leggi con comportamenti di integrità consentono di “guadagnare” faccia.
– Comportamenti che denotano incompetenza e/o incapacità: se non si riesce a portare a termine con successo un compito o attività nel momento in cui si ritiene che l’individuo abbia le capacità per farlo oppure la performance è notevolemente inferiore a quella di altri, è molto probabile che la persona perda la faccia.
– Cattive abitudini: Cattive abitudini e comportamenti ritenuti sgraziati, rozzi e poco eleganti nella vita quotidiana, come ad esempio slacciarsi la cintura dei pantaloni mentre si mangia, essere disordinati, poco curati nell’aspetto e nell’igiene, allacciarsi i bottoni in modo sbagliato, utilizzare un linguaggio scurrile e persino polemizzare per piccole quantità di denaro sono episodi in relazione ai quali si perde la faccia. Viceversa, essere puliti e ordinati, eleganti e ben educati facilita il mantenimento della faccia.
– Condivisione e divulgazione della privacy. Si perde la faccia se una persona, anche accidentalmente, mostra parti del corpo generalmente coperte, subisce un’ invasione della propria privacy e quando pensieri o intenzioni “cattive” vengono inferite o indovinate da altri.

Lo studio di Zuo (1997) riporta risultati simili e sovrapponibili a quello di Chu (1991) precedente in termini temporali e effettuato su un campione della popolazione di Taiwan.
Quindi, le categorie sopra descritte rimandano ai valori dell’etica confuciana di benevolenza, rettitudine e decoro. I comportamenti appropriati vengono enfatizzati nelle interazioni con l’altro in cui la persona può manifestare e ricevere rispetto dall’interlocutore; in tal senso il concetto di faccia è strettamente connesso alla reputazione che ci si costruisce all’interno della propria rete sociale.

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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Zuo, B. (1997). Chinese “lian” and “mianzi”. Wuhan, China: Huazhong Normal University Press.
  • Chu, R.L. (1991). The threat to face and coping behavior. Proceedings of the National Science Council, Republic of China: Humanities and Social Sciences, 1, 14-31
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